Carceri, Regimenti: “Puntare sul reinserimento sociale dei detenuti per abbattere la recidiva”

L'assessore regionale: "Diversi gli ambiti sui quali stiamo lavorando e sui quali ci confronteremo con il Garante per i diritti dei detenuti"

«Nella prima riunione del tavolo interassessorile per la programmazione degli interventi a sostegno della popolazione detenuta, previsto dalla legge regionale 7 del 2007 ma che non si riuniva da anni, è emersa la necessità di mettere in campo una proposta più articolata, efficace ed efficiente per sfruttare al meglio le risorse disponibili e potenziare i percorsi di reinserimento sociale dei detenuti». Lo dichiara l’assessore al Personale, alla Sicurezza urbana, alla Polizia locale, agli Enti locali e all’Università della Regione Lazio, Luisa Regimenti.

«Diversi gli ambiti sui quali stiamo lavorando e sui quali ci confronteremo con il Garante regionale per i diritti dei detenuti. Sul fronte del diritto alla salute, c’è la necessità di riconoscere le indennità per lavoro in luogo svantaggiato a medici e operatori sanitari. Riteniamo necessario offrire un percorso formativo che possa concretizzarsi in occasioni di lavoro per un percorso di uscita dal carcere che sia controllato e prevenga il rischio di recidiva. Dobbiamo lavorare anche per garantire percorsi di istruzione di scuola superiore secondaria e corsi di lingua italiana per i detenuti stranieri. Infine, riteniamo utile potenziare le attività sportive e proseguire con i percorsi teatrali, attività che promuovono inclusione e recupero», aggiunge l’Assessore.

«Il carcere non può essere solo uno strumento di punizione, ma deve avere come scopo primario quello di reinserire il colpevole nella società, offrendogli l’occasione di iniziare una nuova vita. Investire nel reinserimento dei detenuti significa investire nella sicurezza delle nostre comunità. La Giunta Rocca continuerà a seguire con attenzione il tema mettendo in sinergia il lavoro degli assessorati coinvolti che ringrazio per la disponibilità manifestata oggi: riteniamo doveroso lavorare per coniugare il rigore della pena con l’umanità della stessa ed il rispetto della dignità umana», conclude l’assessore Regimenti.

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