Home Cronaca Caldo estremo e consumi energetici. Allerta Black-out, ecco cosa fare

Caldo estremo e consumi energetici. Allerta Black-out, ecco cosa fare

A Roma in decine sono rimasti per circa mezz’ora bloccati dentro alla metro senza aria condizionata e senza linea telefonica

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Da Palermo a Milano non risparmia nessuno l’ondata di caldo che in questi ultimi giorni sta colpendo il nostro Bel Paese. A Roma il termometro va oltre i 42 gradi, in Sicilia si arriva al picco di 47 gradi, la Sardegna segna quota 46.

Temperature anomale derivanti, senza ombra di dubbio, dal cambiamento climatico, il quale genera un altro problema quello del collasso della rete elettrica. A Palermo saranno necessarie 36 ore per risolvere il guasto che ha causato il black-out all’assessorato alla Salute della Regione Siciliana.

A Roma in decine sono rimasti per circa mezz’ora bloccati dentro alla metro senza aria condizionata e senza linea telefonica.

A Milano a giugno si sono verificate 462 interruzioni di erogazione di energia elettrica (dichiarazione di Francesco Gerli, amministratore delegato di Unareti).

Non a caso il giorno 18 luglio Terna, società che gestisce le reti elettriche italiane, ha registrato consumi superiori alle previsioni.

Dall’ultima relazione annuale ARERA, pubblicata l’11 luglio c.m., emerge come nel 2022 la durata media delle interruzioni per utente è stata pari a 65 minuti, con una media complessiva, tra lunghe, brevi e transitorie, pari a 7,63 per utente in bassa tensione (su oltre 7 milioni di punto di prelievo).

Un problema di carattere generale che fa fatica ad essere risolto, creando contonui disagi.

In materia di interruzioni sono previsti determinati standard per mantenere alta la qualità del settore, i quali variano sia base alla dimensione del Comune in cui si verifica l’interruzione, sia in virtù della durata dell’interruzione stessa:

  • Comuni con meno di 5.000 abitanti: l’interruzione non deve superare le 16 ore consecutive;
  • Comuni con più di 5.000 ma meno 50.000 abitanti: l’interruzione non deve superare le 12 ore consecutive;
  • Comuni con più di 50.000 abitanti: l’interruzione non deve superare le 8 ore consecutive.

Nel caso in cui ci sia stata una interruzione superiore allo standard previsto scatta un indennizzo automatico pari a 30,00€, incrementato di 15,00€ per ogni 4 ore di interruzione sino ad un massimo di € 300,00, il quale sarà riconosciuto in bolletta dal proprio fornitore per conto del distributore di zona. Questi indennizzi non precludono l’eventuale possibilità di avanzare una richiesta di risarcimento del danno nei casi in cui si verificano danneggiamenti a dispositivi/elettrodomestici o impossibilità di poter svolgere l’attività lavorativa.

Per scongiurare i black-out in Italia esiste un piano ben preciso il PESSE – Piano di Emergenza per la Sicurezza del Sistema Elettrico. Nello specifico questo piano si attiva quando c’è una carenza di energia elettrica, prevedendo delle interruzioni programmate di energia elettrica a rotazione tra le utenze. I piani prevedono degli scaglioni in funzione dei quali variano il numero degli utenti coinvolti e la frequenza dei distacchi, i quali sono comunicati da Terna con un preavviso di 30 minuti e non possono eccedere la durata di 90 minuti.

Sicuramente una prevenzione per scongiurare il peggio, ma se si va oltre il rischio di rimanere bloccati in ascensore o nella metro non è proprio una bella situazione.

I consigli dell’esperto

Dinanzi a situazioni del genere la prevenzione del singolo diventa difficile da attuare in quanto sarebbe quella di ridurre al minimo l’utilizzo di sistema refrigeranti, in assenza di auto-produzione dell’energia, e visto le temperature diventa un consiglio veramente difficile da poter mettere in atto.

Quello che si può fare, invece, è evitare, oltre al danno anche la beffa: qualora si verificano delle interruzioni bisogna segnalare tempestivamente al proprio distributore di zona, in modo da lasciare traccia della segnalazione, non sia mai che si dovrebbero verificare dei danneggiamenti a dei dispositivi, come già successo in molteplici occasioni, e oltre al caldo ritrovarsi con il dover mettere mani al proprio portafoglio per la riparazione o sostituzione.

Qui di seguito un esempio di un’utenza, situata a Roma,  alimentata attraverso un impianto d 6kW + 15 kW di accumulo dove nella giornata del 18/07/2023 è riuscita ad essere autosufficiente per il 98,91%. Ciò sta a significare che l’energia per quasi il 99% dei consumi è stata auto-prodotta.

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