Blitz della polizia all’alba. Sora, Isola del Liri, Veroli ma anche Frosinone. Tanti i residenti di diversi comuni della provincia svegliati all’alba dall’elicottero della polizia di Stato che sorvolava i cieli. Poi le sirene spiegate. Decine e decine di mezzi e uomini impegnati nella maxi operazione scattata alle prime luci di oggi. Nel corso della conferenza stampa presso la Questura di Frosinone sono stati svelati tutti i dettagli di “Ultima corsa”.
La corsa clandestina durante il lockdown
Le indagini sono partite proprio da una corsa clandestina di cavalli. Era il 12 Aprile del 2020, la provincia e l’Italia intera erano in lockdown. Nessuno poteva uscire di casa se non per validi motivi. Ma, in quella giornata di festività pasquale, sulle strade di Sora una decina di persone appartenenti alla famiglia rom finita oggi nel mirino della polizia, organizzò una corsa abusiva di cavalli in via Barca San Domenico. Il tutto venne ripreso dai loro cellulari e pubblicato sui social. Un fatto che creò rilevante clamore mediatico. Una sfida alle istituzioni, la totale mancanza di rispetto delle regole. Nell’occasione la pubblica e solerte risposta dell’allora Sindaco di Sora, provocò l’immediata reazione dei protagonisti del riprovevole episodio che diffusero sui social un video, caratterizzato da una chiara connotazione minatoria, riproducente l’immagine del Sindaco seguita dalla visione di una bara trasportata da uomini di colore.
Gli arresti di oggi
Al termine dell’attività investigativa coordinata dalla procura di Cassino, il personale della Squadra Mobile della Questura di Frosinone, ha dato esecuzione nella mattinata ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Gip del Tribunale di Cassino nei confronti di soggetti riconducibili alla famiglia Sinti di origine ‘Romani’ residente nel sorano e molto nota. Responsabile a vario titolo del reato di usura e spaccio di sostante stupefacenti – soprattutto del tipo eroina- . Nello specifico sono state eseguite 11 misure di custodia in carcere, 2 misure cautelari degli arresti domiciliari, 4 obblighi di dimora e in cinque sono stati denunciati.
Scontro tra i clan
Il territorio sorano già da diversi anni è stato teatro di indagini condotte dai poliziotti della Squadra Mobile, con l’imprescindibile coordinamento della Procura cassinate. Le attività investigative espletate permisero già nel 2019 di individuare due fazioni, una facente capo ad una famiglia di origini campane ed una di carattere prettamente locale, con al vertice pregiudicati sorani, ben ramificate sul tessuto sociale, capaci di monopolizzare l’assetto criminale della città di Sora. I due gruppi, dopo un primo periodo di collaborazione reciproca nell’acquisto e nello spaccio sulle varie piazze del sorano, entravano in un secondo momento in contrasto tra loro dando vita ad un vero e proprio scontro finalizzato ad acquisire il totale predominio.
La famiglia sinti di pregiudicati locali di origine “romanì”, fortemente radicata nella città di Sora e ben nota alla popolazione, voleva imporre nella città Volsca la propria assoluta egemonia, innescando violente rappresaglie, con incendi di autovetture e reiterate violenze fisiche mirate ad ottenere l’esclusività sulla vendita della droga. Tuttavia il conflitto cessava in via definitiva nell’ottobre 2020, quando la Squadra Mobile sgominava l’organizzazione criminale di estrazione campana nell’ambito dell’operazione “Requiem”, con cui venivano arrestate 28 persone ritenute responsabili a vario titolo di traffico di droga, estorsione e riciclaggio, con la condanna per 18 imputati in primo grado ad oltre 160 anni di reclusione.
Gli avvenuti arresti, con l’estromissione del rappresentante campano, avevano di fatto creato un vuoto di potere nella città, consentendo ai componenti della famiglia Sinti di ottenere il totale controllo del territorio e della vita sociale della cittadina sorana, suddividendosi in due gruppi e costituendo familiarmente una sorta di “mutuo-soccorso” nell’approvvigionamento dello stupefacente e nella spartizione dei profitti ottenuti dalla gestione delle loro illecite attività, tra cui quella riprovevole dell’usura. L’unione e la consolidata compattezza del gruppo ha reso l’indagine molto complessa e di estrema difficoltà, considerato soprattutto che gli appartenenti comunicavano solo ed esclusivamente nella loro singolare lingua “romani” dalla quasi impossibile comprensione.
L’usura
Come già sottolineato, alla stregua del loro modus operandi, i proventi dell’attività di spaccio, oltre ad essere reinvestiti nell’acquisto di partite di droga, venivano utilizzati per effettuare prestiti a tassi usurari in favore di imprenditori locali che versavano in evidente stato di difficoltà economica. L’illecita attività usuraia, nel corso dell’arco temporale entro il quale si sono svolte le indagini, è stata facilitata dalla crisi pandemica da COVID 19 che ha colpito molti settori produttivi, costringendo circa una ventina di commercianti delle piccole e medie imprese, tra cui titolari di attività legate alla ristorazione, a rivolgersi ai componenti della famiglia. Il mancato pagamento settimanale dei relativi interessi usurari provocava serie conseguenze alle vittime, costrette con la forza dell’intimidazione a fornire al gruppo anche pranzi e cene gratuite. Eloquente un episodio in cui una delle vittime usurate, titolare di una pizzeria, in una delle vie più centrali della cittadina, al rifiuto di portare ai rom cibo e bevande gratis, veniva schernita. Gli usurai urinarono sul ciglio dell’ingresso dell’esercizio commerciale, alla presenza di numerosi clienti del locale.
A margine di quanto finora decritto è utile segnalare che nel corso dell’attività investigativa sono stati anche arrestati, in flagranza di reato, 5 soggetti per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti con conseguente sequestro di circa 1,5 kg di eroina e 1 kg di cocaina. Altro elemento degno di menzione è dato dal fatto che tutti i soggetti attenzionati sono sostenitori delle corse clandestine di cavalli, possessori di cavalli adibiti alle gare e conduttori degli stessi.
Nelle stalle abusive si discutevano gli affari illeciti
Nel corso della stessa attività investigativa è emerso anche che negli anni, oltre un quarantennio dal primordiale insediamento nella città volsca, la famiglia Sinti aveva costruito abusivamente diversi manufatti adibiti al ricovero di bestiame. In seguito ad attenti e scrupolosi approfondimenti documentali la Squadra Mobile constatava come le stesse costruzioni abusive fossero state nel tempo oggetto di sequestro e decreto di abbattimento da parte della Procura di Cassino, rilevando l’efficacia di ordinanze di demolizione mai eseguite. Pertanto nel mese di marzo 2022 personale della Squadra Mobile con il prezioso contributo della Polizia Locale del Comune di Sora ha provveduto a dare esecuzione alle ordinanze di demolizione delle stalle abusive, site in zona Baiolardo e in località Campopiano, riconducibili ad elementi della nota famiglia, che erano tra l’altro utilizzate, oltre che per il ricovero di bestiame, anche come luogo di incontro verosimilmente per la pianificazione delle attività illecite.