Buco nei conti, tale da convincere a nominare un Commissario straordinario, e assunzioni che pesano notevolmente sulle casse dell’Ente, nonostante tra le linee guida del commissariamento ci fosse la sostanziale riduzione dei costi. È questa la situazione, poco edificante, dell’Ater di Frosinone, alle prese con una serie di esposti che sono arrivati sul tavolo della Corte dei Conti.
Un fascicolo probabilmente è già aperto alla stessa Corte dei Conti e non è escluso che vengano condotti accertamenti sulla situazione finanziaria da allarme rosso e sulle assunzioni effettuate – ed in via di espletamento tramite concorsi – nonché sulle eventuali responsabilità per la mancata adozione di misure di rientro dal debito e di riequilibrio del bilancio dell’Ater di Frosinone. Non basta una perdita d’esercizio che al 31 luglio scorso era di 15milioni 815mila euro e non basta neppure un valore di produzione di 1 milione e 247mila euro circa, molto inferiore anche al solo costo del personale che attualmente ammonta a 2 milioni e 32mila euro. Ci sono stati due esposti ed altrettanti solleciti ai magistrati contabili per chiedere chiarezza su conti che appaiono fuori controllo, mentre per converso l’azienda territoriale ciociara continuava a spingere sulle assunzioni riferite allo staff del Commissario Straordinario e ai 5 concorsi indetti (ben tre dirigenti e due quadri), per un peso aggiuntivo valutato in circa 600mila euro l’anno sulle casse già esangui.
Peraltro la gestione Ater del capoluogo ciociaro ha evidentemente ignorato una nota del 19 gennaio scorso, del direttore generale dell’area Affari Istituzionali e Personale della Regione, indirizzata a tutte le Ater del Lazio con esplicita richiesta di sospensione delle procedure di reclutamento del personale eventualmente in corso. Questo per grandi linee il nocciolo della questione sollevata da un tecnico che, essendo a conoscenza diretta degli atti, ha ritenuto di dover mettere in fila delibere e bilanci per ricostruire una storia di accumulazione di debiti, una vicenda che finirà col pesare sul cittadino contribuente.
Quattro immissioni in organico fatte e 5 concorsi in svolgimento
Nel mirino non solo la situazione ereditata dall’attuale Commissario, l’ex parlamentare alatrense ed esponente di spicco di Fratelli d’Italia, Antonello Iannarilli, ma anche la odierna governance Ater. Lo svolgimento di attività istituzionali, di pubbliche relazioni ed utilizzo di mezzi di informazione portano nel settembre del 2023 a tre delibere commissariali per altrettante assunzioni. Ancora, lo svolgimento di attività istituzionali fa scattare un’altra assunzione – la quarta della serie – con delibera del 13 ottobre dello scorso anno.
“L’obbligo generale per gli enti pubblici e le pubbliche amministrazioni – si legge nel documento inviato alla Corte dei Conti – di far fronte alle ordinarie competenze istituzionali con il migliore e più produttivo impiego delle risorse umane e professionali di cui esse dispongono, risponde a principi di economicità e ragionevolezza ed è ammesso il ricorso ad incarichi e consulenze professionali esterne soltanto in presenza di specifiche condizioni quali la straordinarietà e l’eccezionalità delle esigenze da soddisfare, la carenza di strutture o di personale idoneo, il carattere limitato nel tempo e l’oggetto circoscritto dell’incarico o della consulenza”. Nell’esposto vengono ricordate le condizioni necessarie a giustificare il conferimento di incarichi a soggetti esterni: dalla corrispondenza a specifici obiettivi dell’amministrazione conferente, all’esistenza di una adeguata motivazione, dalla specificità delle prestazioni alla comprovata mancanza all’interno della Pa di personale idoneo, dalla comprovata qualifica di esperti con specializzazione anche universitaria, al divieto di consulenze globali. La conclusione è che c’è il rischio che si profili il danno erariale nei casi in cui vengano conferiti incarichi professionali a soggetti esterni in assenza di una adeguata motivazione. Quindi gli incarichi di staff in questione sarebbero “contrari ai principi di esternalizzazione delle attività negli enti pubblici e agli obiettivi di contenimento della spesa pubblica”.
Eppure la Regione ha disposto la sospensione dei reclutamenti
Come accennato in apertura, la Direzione Regionale Affari Istituzionali e Personale, il 19 gennaio scorso, aveva chiesto la sospensione di procedure di reclutamento in tutte le Ater del Lazio, facendo espresso riferimento al decreto legislativo 165 del 2001 che dispone come “l’incremento del costo del lavoro negli enti pubblici è soggetto ai limiti compatibili con gli obiettivi ed i vincoli di finanza pubblica”. Mentre la spesa del personale delle aziende territoriali laziali era stata indicata in crescita dalla stessa sezione regionale di controllo per il Lazio della Corte dei Conti. Ma fatto sta che, oltre alle 4 assunzioni a cui si è accennato, l’Ater di Frosinone sta procedendo ad effettuare i concorsi per un dirigente di area legale, un dirigente di area gestione, un dirigente di area tecnica, un profilo Q2 Ufficio area legale (avvocato) ed un profilo Q2 dell’Ufficio area tecnica. Per un aumento di spesa a carico dell’ente che l’autore dell’esposto quantifica in circa seicentomila euro annui in più.
La nomina commissariale di Iannarilli era avvenuta – con decreto del presidente Rocca del 7 settembre 2023 – proprio per “l’acclarata criticità economico-finanziaria e amministrativa-gestionale che potrebbe pregiudicare il regolare funzionamento dell’Azienda”. A riprova dell’attuale squilibrio economico-finanziario, viene allegata alla documentazione inviata ai magistrati contabili anche la delibera commissariale del 7 dicembre 2023 con cui l’Ater del capoluogo ha chiesto alla Banca d’Italia, dove sono depositate somme destinate ad interventi per edilizia e non certo per effettuare spese correnti, un anticipo di 400mila euro che la stessa Azienda Territoriale si è impegnata a restituire in 40 rate. La motivazione? La mancanza di liquidità per effettuare spese correnti.
Le anticipazioni di liquidità chieste ed ottenute dalla Banca d’Italia
Ora l’autore del ricorso non solo non ha trovato traccia del pagamento delle famose rate all’istituto di emissione, ma ha allegato uno schema di bilancio dal quale si deduce che fino al 31 luglio del 2024 sono state utilizzate ulteriori somme depositate in Banca d’Italia per ulteriori 420mila euro da anticipazioni fondi Cer e 297mila euro per anticipazione fondi regionali. C’è poi il divario tra il valore della produzione di 1 milione e 247.988 euro ed il costo del personale di 2.032.216 euro a cui avevamo già accennato in apertura di servizio.
“Può l’Ater di Frosinone – si chiede polemicamente il tecnico che ha firmato l’esposto – raggiungere l’equilibrio economico e finanziario con questi dati, oppure con le assunzioni che sono state effettuate ma, in particolare, con quelle che saranno effettuate con l’assunzione di 3 dirigenti e 2 quadri”? A parte il fatto che le ulteriori assunzioni di personale – si legge sempre nel documento – non sono previste tra le competenze attribuite al Commissario nel decreto di nomina firmato da Rocca. Nel dare la disponibilità ad essere ascoltato dai magistrati contabili, l’autore dell’esposto chiede un intervento urgente e tempestivo da parte della Procura regionale della Corte dei Conti per evitare che gli attuali amministratori dell’Ater di Frosinone si sentano autorizzati a insistere nella loro azione essendo il “danno già attuale” e “realizzato”, scrive.
Ovviamente bisognerà attendere gli accertamenti contabili e le spiegazioni che arriveranno dall’Ater prima di trarre conclusioni definitive. Ma è evidente che la vicenda sollevata, carte alla mano, merita attenzione politica, per le criticità finanziare generate da sistemi gestionali che vengono influenzati, si può intuire, ben al di là dell’operato e delle intenzioni del singolo Commissario.