Assegno unico ridotto di 30 euro per i genitori single: è questo il paradosso a cui stanno assistendo, da ottobre, tanti genitori e famiglie italiane. L’assegno unico universale, infatti, prevede delle maggiorazioni specifiche riservate a casi particolari, come ad esempio le famiglie con a carico ragazzi disabili o le madri con meno di 21 anni. Una maggiorazione fino a un massimo di 30 euro per ciascun figlio minorenne è prevista anche per le famiglie in cui entrambi i genitori percepiscono reddito da lavoro: proprio questa opzione è stata selezionata, in fase di inserimento della domanda, anche da molti genitori single, quindi da famiglie monogenitoriali e monoreddito.
A quanto pare, però, si è trattato di un errore: la norma prevede una maggiorazione solo laddove ci siano due genitori con reddito da lavoro e non se la famiglia è composta da un solo genitore e un solo reddito. Nessuna maggiorazione, dunque, per madri single, genitori vedovi o separati senza mantenimento. Sembra un paradosso, ma le cose stanno così. E in effetti a ottobre, l’Inps, seguendo la norma non ha previsto la maggiorazione per queste e altre categorie di famiglie monogenitoriali.
Gli utenti non ci stanno e sulla pagina Facebook ‘Inps per la Famiglia’ chiedono spiegazioni a quello che appare come un vero e proprio controsenso: “Il paradosso del paradosso, considerando che i nuclei familiari monogenitoriali dovrebbero essere agevolati o perlomeno equiparati, in questo caso, al nucleo familiare con entrambi i genitori lavoratori”, scrive Linda V., un’utente, mentre Sonia D. si chiede “come è possibile. Sono sola con figlio stipendio partime e ora Inps mi chiede anche il rimborso. Ma veramente??? sono scioccata e delusa”. Sul sito ufficiale di Inps, fra le ‘FAQ’ (frequently asked questions), la risposta a chi chiede se un genitore unico debba selezionare o meno la voce relativa al diritto di maggiorazione è semplicemente ‘No’, perché in effetti la norma non la prevede.
Per questo, alcuni cittadini hanno avviato una petizione per chiedere “che vengano rimessi nell’ assegno unico i 30 euro e che non venga effettuato un conguaglio per i mesi antecedenti a questa loro decisione, anche perché chi ha autorizzato la pratica è responsabile di quello che loro ora imputano a noi come errore”, si legge nel testo della petizione. La parola al nuovo Governo.
Fonte www.dire.it