Asl di Frosinone, il caso della direzione generale sguarnita in attesa di nomine e cambiamenti

In attesa della nomina del nuovo Dg, le organizzazioni sindacali denunciano la situazione di strutture che procedono ognuna per conto proprio

Sebbene un gruppo di sindaci abbia chiesto alla Regione Lazio di lasciare Sabrina Pulvirenti al suo posto di commissaria dell’Asl di Frosinone, più passa il tempo e si avvicina la seconda ondata di nomine ai vertici di aziende sanitarie e ospedaliere del Lazio da parte del presidente Francesco Rocca e meno sembra frequentare gli uffici della direzione generale di via Fabi proprio la numero uno, incaricata dal novembre del 2023. La questione ha sollevato i malumori di parte sindacale nel corso della riunione convocata nei giorni scorsi, sulle problematiche del dipartimento di prevenzione: le sigle sedute al tavolo hanno dovuto prendere atto che la parte pubblica non si sarebbe presentata, mancando perfino un verbalizzante.

Sabrina Pulvirenti

La vicenda si somma ad altre pratiche che vengono rinviate, alcune di rilievo riguardano i Pronto soccorso. “L’Asl da qualche mese è una nave in balia delle onde – ironizza Francesco D’Angelo, segretario generale della Fials -, non risulta governata ed è ormai alla deriva. L’equipaggio si agita, è in crisi, sente tutto il peso delle disorganizzazioni delle varie carenze organico. Le varie strutture vanno avanti da sole”. Una situazione confermata anche da un sanitario che segue con apprensione la situazione e cerca di intervenire come può: “Ma vi sembra normale che qualcuno, solo per il fatto che aspetti una nuova nomina, preferisce star lontano dall’ufficio al quale dovrebbe essere assegnata fino all’ultimo giorno che il contratto impone di onorare?”. “Il Commissario è assente da tempo – annota l’avvocato Giuseppe Tomasso, che segue legalmente la Fials -, facendo capolino solo di tanto in tanto, in attesa di un dispaccio che chiarisca il suo futuro”.

Francesco D’Angelo, segretario generale Fials Frosinone

La Fials all’attacco: l’azienda è una “nave” in balia delle “onde”

Metafore a parte, i nomi che si fanno per la possibile nomina a dg di Frosinone sono sempre gli stessi: Manuela Mizzoni, oggi al vertice dell’Azienda servizi alla persona di Frosinone; Mauro Palmieri, ingegnere responsabile della gestione del Patrimonio dell’Asl; Eleonora Di Giulio, già direttore amministrativo in via Fabi e poi inserita nei ranghi dirigenziali al ministero. La commissaria Pulvirenti dovrebbe essere destinata al dicastero della Salute. Anche se nei giorni scorsi il presidente Rocca ha affidato l’incarico di direttore generale della Asl di Viterbo all’attuale commissario Egisto Bianconi. Una mossa che non è escluso – come sperano i sindaci della petizione – possa ripetere anche in Ciociaria. La Fials intanto chiede che si faccia presto perché – polemizza il segretario D’Angelo – “durante l’assenza della commissaria, non potendo delegare anche la funzione di manager al direttore amministrativo che risulta già titolare di ben due incarichi in palese situazione di conflitto di interesse (direttore amministrativo e direttore della contabilità e bilancio), ha lasciato quale suo sostituto il direttore sanitario aziendale. Ma, a questo punto, la situazione si aggrava perché lo stesso Ds è in attesa della scadenza dell’incarico a giugno per cui, evidentemente, risulta opportuno evitare iniziative particolari e lasciare che le cose vadano da sé. Così, anche una questione semplice viene complicata”.

La riunione sindacale a vuoto per assenza di rappresentanza pubblica

Lo si è visto nel corso della riunione sindacale a cui accennavamo sul dipartimento di prevenzione. Quel che è accaduto, secondo l’avvocato Tomasso, è indice ella “mancanza di rispetto totale per le organizzazioni sindacali e per le convocazioni sindacali. Ma sono proprio queste ultime le vere colpevoli perché hanno consentito tale atteggiamento con precedenti e reiterati silenzi e ammiccamenti. La strada che la Asl di Frosinone conosce è solo quella giudiziale, a nulla valendo rimostranze mosse con missive e a voce. Ma questo vuol dire, nel freddo linguaggio burocratese, che a rimetterci è l’utenza, i cittadini che si vedono sempre di più negato il diritto alla salute”.

Non manca tra i sanitari con esperienza più lunga chi non ricordi come negli ultimi 24 anni a Frosinone si siano susseguiti ben 18 Direttori Generali: “E’ vero, i ciociari al vertice sono stati da sempre una rarità. Ma va anche detto che con questi ritmi di ‘sostituzione’ non c’è stata mai la possibilità di gestire con continuità il servizio sanitario e magari di limitare qualche disastro”.

Sanità provinciale in declino, solo la volontà politica può salvarla

A proposito di “flagelli” ravviviamo la memoria, ricordando come il reparto di malattie infettive dell’ospedale Spaziani continui nella criticità determinata dalla carenza di medici (ne sono rimasti 2 sugli 8 in pianta organica); un concorso per assistenti amministrativi è stato annullato e 51 candidati hanno presentato ricorso al Tar; i tempi di attesa per prestazioni specialistiche ambulatoriali di primo accesso sono in Ciociaria di 8,5 giorni di media (a Latina sono di 6,6 giorni); il Psi ha denunciato di recente come i reparti di ortopedia costituiscano un caposaldo fondamentale all’interno dei DEA, sia di I che di II livello, ed invece nel capoluogo non c’è più la specialità; al Santa Scolastica di Cassino Pediatria si regge con un solo camice bianco per ogni turno: vuol dire che il reparto è a rischio chiusura senza urgenti integrazioni di organico; continuano episodi di aggressione al personale sanitario – ultimamente è salito alla ribalta il Santa Scolastica – mentre i sindacati sollecitano da tempo la presenza di personale preposto alla vigilanza H24 che continua a mancare; il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Sora e Frosinone è chiuso da anni, regge quello di Cassino sotto stress per il dover far fronte ai bisogni dell’intera Asl; il rapporto tra posti letto per acuti e residenti in provincia di Frosinone è al di sotto degli standard e la realizzazione di case e ospedali di comunità rappresenta una risposta solo teorica (quando e semmai arriverà sul serio); nel frattempo continuano i viaggi della speranza per trovare in altre Asl le cure salvavita necessarie. Per non parlare delle proteste del comitato del San Benedetto di Alatri e delle incognite sull’ospedale-non ospedale di Anagni.

Ecco perché aspettare il nuovo Dg dell’Asl di Frosinone è un po’ come aspettare Godot: non arriverà mai un manager della sanità in grado di poter davvero affrontare una situazione simile, senza il sostegno concreto della volontà politica complessiva di intervenire e porre rimedio al declino della sanità pubblica. Specie in una periferia marginale ed asservita alla capitale come la nostra.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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