Per la prima volta nel Lazio, e tra le prime in Italia, è stato impiantato un defibrillatore extravascolare al Policlinico Umberto I di Roma. Questo dispositivo salvavita, progettato per prevenire la morte improvvisa causata da un arresto cardiaco dovuto a un’aritmia ventricolare, rappresenta un’innovazione significativa nel campo della medicina cardiovascolare. A differenza dei defibrillatori tradizionali, che vengono impiantati direttamente nel cuore, questo nuovo dispositivo viene posizionato sotto lo sterno, riducendo il rischio di complicazioni come infezioni.
L’annuncio arriva dallo stesso Policlinico capitolino dal quale ringraziano “Ringraziamo “il prof Fabio Miraldi, direttore dell’UOC di Cardiochirurgia; il dott. Carlo Lavalle, Elettrofisiologo della UOC di Cardiologia diretta dal prof. Carmine Dario Vizza; la dott.ssa Francesca Pacini, Anestesista e il dott. Mizar D’Abramo Cardiochirurgo dell’equipe della Cardiochirurgia e tutti gli specializzandi e tirocinanti che hanno seguito l’eccezionale intervento”.
Il primo paziente a beneficiare di questo avanzamento tecnologico nel Lazio è stato Gianluigi, 65 anni, che aveva già sperimentato un arresto cardiaco in una strada di Lussemburgo. Un precedente impianto di un defibrillatore tradizionale aveva causato un’infezione grave, mettendo a rischio la sua vita. Questa nuova procedura, eseguita dall’Elettrofisiologo Carlo Lavalle e dal primario Cardiochirurgo Fabio Miraldi, apre nuove prospettive per i pazienti che non possono ricevere un defibrillatore tradizionale.
All’Umberto I, è stata sottolineata l’importanza della collaborazione tra specialisti di diversi settori per il trattamento delle malattie cardiache. Il dott. Lavalle ha condiviso un episodio in cui l’infezione causata dal defibrillatore tradizionale avrebbe potuto avere esiti fatali, evidenziando l’importanza di queste nuove tecniche. Il dott. Miraldi, invece, ha messo in luce come l’approccio interdisciplinare e l’intervento congiunto abbiano garantito il successo dell’operazione, migliorando significativamente la qualità della vita del paziente.
Gianluigi, ora in fase di recupero nel reparto di cardiologia, esprime soddisfazione per il trattamento ricevuto, non avendo sperimentato dolori o conseguenze negative, e si appresta a tornare a casa con il privilegio di essere uno dei primi pazienti a cui è stato impiantato un defibrillatore extravascolare dopo essere stato rianimato da un arresto cardiaco.