Con una lettera battuta su carta intestata, indirizzata al sindaco Vittorio Sgarbi ed al consigliere Mauro Visca, con delega al Commercio, il presidente della Pro Loco di Arpino Luciano Rea firma la richiesta di un “incontro urgente”. Nel testo si fa riferimento alla “recente ondata di multe che piovono nel centro storico” con richiamo a “tolleranza, buonsenso e senso civico”, chiudendo con la necessità di “individuare azioni per il rilancio del commercio e per il miglioramento della viabilità della nostra città”.
Non si capisce dove si intenda andare a parare se si considera che “tolleranza” e “miglioramento della viabilità” cozzano tra loro e che le multe che “piovono” di fatto corrispondano ad infrazioni al Codice della Strada, infrazioni che compromettono non solo la viabilità ma la stessa incolumità degli utenti della strada, ostacolando oltremodo il regolare transito dei mezzi di soccorso e del servizio di trasporto urbano ed extraurbano. Del resto è evidente che la “tolleranza” non abbia mai sortito effetti, da nessuna parte, come è lampante che il permissivismo degli anni addietro abbia contribuito a far sì che il senso civico di molti automobilisti sia andato a farsi friggere.
Ancora rimbombano le parole del Presidente del Consiglio Comunale, Giuseppe Fortuna, che, in occasione del recente giuramento dei due nuovi agenti in dotazione alla Polizia Locale, aveva esortato gli stessi «È fondamentale rieducare i cittadini al rispetto delle buone regole di convivenza e del Codice della Strada: una delle priorità è quella di contrastare i parcheggi selvaggi, soprattutto nel centro storico, al fine di ripristinare in tempi brevi le condizioni minime del vivere civile e migliorare l’immagine della nostra bellissima città. È molto semplice, si parcheggia dove è consentito, non si parcheggia dove non si può». Una priorità, quindi, dove la tolleranza non trova spazio. Un proposito che la cittadinanza aveva gradito con un plauso generale. Sicuramente si tratterà di un fraintendimento, nessuno vorrà pensare che il Presidente della Pro Loco sia inciampato nel pressappochismo ed intenda scavalcare i ruoli per chiedere che i vigili non applichino il Codice della Strada, lasciando il paese in balia dell’ineducazione.
I primi a dissociarsi sono proprio i commercianti: «Non esiste un’associazione che ci rappresenti per cui nessuno si arroghi il diritto di parlare a nome nostro senza prima averci ascoltato. Detto ciò, mentre Luciano Rea chiede al sindaco ed a Visca, noi commercianti chiediamo a Luciano Rea perché alcuna iniziativa sia stata intrapresa dalla Pro Loco in occasione del Carnevale: sarebbe bastata una cassa con della musica in piazza per animare un pochino il centro storico, ma niente. Di una tristezza infinita, così la città di Arpino ha vissuto il giorno che per antonomasia dovrebbe essere il più divertente dell’anno. Piazza Municipio in un silenzio assordante, deserta, nell’oblio. Se ognuno rimanesse nel suo ruolo forse sarebbe meglio: gli amministratori amministrino, i vigili facciano le multe a chi non rispetta il Codice, la Pro Loco si inventi qualcosa per rianimare la città, visto che ormai si campa esclusivamente grazie alle iniziative di associazioni, comitati e qualche anima volenterosa».
Ai titolari delle attività commerciali fanno eco i cittadini, i quali pretendono un paese “in ordine”, che consenta a tutti di vivere gli spazi e le bellezze della città di Arpino, che non è solamente il centro storico ma anche il borgo di Civitavecchia, tanto per indicarne uno. «Tolleranza zero per chi non rispetta le regole, non ci ritroviamo nella visione di coloro che chiedono che il paese resti abbandonato a se stesso, il far west degli incivili, dove i pedoni non riescono a camminare sui marciapiedi perché ci sono i veicoli posteggiati sopra, dove genitori e nonni con bambini alla mano o con i passeggini non sanno dove passare ed hanno paura a passeggiare, dove non si possono scattare foto o fare selfie perché c’è puntualmente il mezzo parcheggiato dinanzi, dove i disabili sulla sedia a rotelle sono costretti a circolare sulla strada perché i saliscendi non sono praticabili. Ci dissociamo da tutto ciò e chiediamo a gran voce all’Amministrazione Comunale che faccia lavorare la Polizia Locale. La comunità torni al rispetto per il prossimo, per il paese, alla convivenza civile. Questo è già un obiettivo concreto “per il rilancio del commercio e per il miglioramento della viabilità della nostra città”».
Inequivocabile la posizione della città di Arpino: i parcheggi selvaggi sono un ostacolo alla fruizione del paese, al turismo, al transito veicolare e pedonale. Un luogo ordinato è un bel biglietto da visita. Una richiesta che destabilizza, quindi, quella del presidente della Pro Loco. Ma qualcosa di simile era già accaduto lo scorso agosto, in occasione dei giorni del Gonfalone, quando Luciano Rea aveva dimostrato il suo incontenibile disappunto relativamente alla scelta della Polizia Locale di riservare degli spazi per le persone diversamente abili e le donne in gravidanza: a parere del presidente Rea l’iniziativa di agevolare disabili e donne incinte ostacolava la manifestazione.