Quella di mercoledì 24 maggio non è stata la solita riunione tecnica, ma questa volta gli associati dell’AIA (Associazione Italiana Arbitri), sezione di Frosinone, hanno avuto la possibilità di confrontarsi con un calciatore e carpire i suoi pensieri. E il calciatore protagonista è stato il difensore, capitano del Frosinone appena promosso in serie A, Fabio Lucioni. È stato un bell’interscambio di idee e curiosità.
Lucioni prima di tutto ha voluto porre a tutti la domanda: ”Cosa vi ha spinto a diventare arbitro? Penso sia una scelta difficile, visto che comunque non venite compresi ma anzi dal pubblico si ascoltano spesso insulti”. Dopo aver ascoltato le varie risposte, ecco che alcuni associati hanno rivolto a lui delle curiosità soprattutto riguardanti il rapporto arbitro-calciatore. “Io cerco in qualità di capitano della squadra di far sentire l’arbitro a proprio agio, così da essere tranquillo e prendere le giuste decisioni. Guardo molte partite per studiare anche il rapporto arbitro – calciatore e questo credo che anche per voi sia la giusta chiave, ovvero guardare e studiare”
Un’altra domanda che gli è stata posta riguardava, la sua cultura della sconfitta. “Fin da quando ero giovane non mi sono mai fermato ma anzi la medicina più bella è il lavoro, ci vuole la giusta mentalità sia se si vince, sia se si perde. La difficoltà è preparare la partita ogni 3 giorni, per questo ci vuole una preparazione fisica ma anche mentale, la lucidità al 90esimo”. Ed infine ha espresso le sue idee per quanto riguarda la parte dello spogliatoio e le relazioni con i giovani calciatori. ”Essere leader non solo in campo ma anche nello spogliatoio, far capire ai giovani che ci sono delle regole che devono rispettare, usare in modo corretto i social, perché un giusto metodo di comportamento porta alla vittoria”. – Fonte AIA Frosinone –