Cassino – ‘Abbiamo compiuto il primo ma importante passo per cominciare a far uscire dall’oblio la figura del filosofo Antonio Labriola’ ha spiegato l’assessore alla Cultura del Comune di Cassino Danilo Grossi nella giornata dedicata proprio al filosofo cassinate Antonio Labriola.
Lo scorso weekend ha visto infatti un convegno di alto profilo organizzato dal CDSC – Centro Documentazione Studi Cassinati in collaborazione con la storica Tipografia Ciolfi che ha ristampato per l’occasione una opera del 1907 del professore Gnerchi in onore del filosofo Antonio Labriola nato a Cassino il 2 luglio 1843.
Un interessantissimo convegno nella sala Restagno del Comune a cui hanno partecipato il sindaco di Cassino Enzo Salera, l’assessore alla Cultura Danilo Grossi, il professore di Ermeneutica filosofica presso l’ Università degli Studi di Cassino Fausto Pellecchia ed il Presidente del CDSC Gaetano De Angelis Curtis.
Il professor Pellecchia ha delineato in modo ampio ed affascinante il pensiero di Labriola, nel suo percorso dalla destra storica (influenzato da Bertrando Spaventa, del quale fu allievo a Napoli) fino a diventare nel periodo maturo, il più importante riferimento italiano dell’Ottocento sul pensiero marxista. È stato sottolineato quanto la figura di Labriola sia stata fondamentale tra i protagonisti della vita filosofica e politica dei primi anni del Novecento come per Gramsci o lo stesso Benedetto Croce. Perché Labriola, tra i primi, parlò di una scuola popolare che dovesse allargare l’istruzione a tanti strati della nostra società, una redistribuzione del reddito, come pure la possibilità del voto anche agli operai che dovevano avere la possibilità di entrare in Parlamento. Molte riforme che saranno realizzate il secolo successivo, dopo due guerre e una dittatura.
Gaetano De Angelis Curtis ha tracciato invece il percorso di vita di Labriola ed il rapporto con la città di Cassino, soprattutto durante gli anni della formazione e prima del trasferimento a Napoli, affrontando anche i motivi per i quali sia stata spesso dimenticata dalla città la figura centrale come quella di Antonio Labriola.
Sono state poi scoperte due targhe dal sindaco Enzo Salera, dall’assessore Grossi, dal presidente del CDSC e della famiglia Ciolfi sul palazzo in via Enrico De Nicola, ricostruito dopo la guerra, nel quale Antonio Labriola era nato e vissuto.
È stato un ulteriore momento che rimarrà nella storia e che contribuirà a rendere finalmente nota e viva la figura del grande filosofo cassinate che ha dato il contributo fondamentale a rendere noto il pensiero marxista in Italia, confrontandosi con i più grandi pensatori del secolo, proprio in momenti di grandi trasformazioni e in anni in cui le rivendicazioni operaie e contadine cominciavano ad organizzarsi fino alla nascita del Partito Socialista.