Un “lo giuro…!” corale che è riecheggiato in tutto il centro di Cassino e che ha fatto emozionare ospiti, familiari e tantissimi turisti arrivati per l’occasione. A Cassino, il 15 marzo (data nefasta che viene commemorata ogni anno e che ricorda il bombardamento terribile e devastate del 1944) ha avuto oggi in sapore diverso. Non quello delle lacrime e del dolore ma quello della speranza, della fratellanza, dell’alto senso civico, quello del sacrificio. La decisione presa dall’Esercito Italiano di tornare a svolgere il giuramento degli allievi dell’Ottantesimo Rav nel centro della città, dopo dieci anni di assenza, ha scosso gli animi che si erano assopiti e rassegnati a decisioni che all’epoca crearono dolore e sgomento. Perché una città martire che ospita e accoglie per settimane, come figli, giovani fedeli alla Patria, ha bisogno di sentirsi viva. E Cassino, questa mattina, era un tripudio di gioia, di bandiere tricolore, di applausi senza fine. A seguire, a ritmo di passo cadenzato le decine di militari, c’erano anziani, giovani, bambini e persino neonati in carrozzina. Un corteo che da piazza Garibaldi è arrivato in piazza Miranda attraversando via Verdi, via Alfieri e via Leopardi.
L’ingresso nell’area dedicata a Papa Giovanni Paolo II è stato applaudito da tutti gli ospiti della tribuna d’onore. Dal prefetto di Frosinone, Ernesto Liguori, dal questore Domenico Condello, dai massimi vertici provinciali e regionali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza. E poi parlamentari, senatori, consiglieri regionali e l’unico assessore regionale della provincia di Frosinone, Pasquale Ciacciarelli, fresco di nomina. Non potevano mancare i sindaci del comprensorio cassinate che sono stati flagellati della seconda guerra mondiale, con i rispettivi gonfaloni. Il sindaco di Cassino, Enzo Salera, il presidente del Consiglio Comunale, Barbara Di Rollo, l’ex sindaco ed oggi consigliere d’opposizione Giuseppe Golini Petrarcone.
E proprio il sindaco Salera, che prima della cerimonia di giuramento ha preso parte alla commemorazione dei caduti in piazza De Gasperi, ha parlato “di una data che in questa città non passa, né potrebbe passare, inosservata: in questo giorno ricordiamo, infatti, la sua “distruzione” nella seconda guerra mondiale e il tragico sacrificio della nostra gente. Il 15 marzo del 1944, Cassino veniva rasa al suolo subendo la stessa sorte che era toccata alla millenaria abbazia esattamente un mese prima. Per quasi sette ore, a ondate successive, circa 500 bombardieri medi e pesanti sganciarono tonnellate di bombe, provocando morti e feriti. Tra i sopravvissuti molti gli sfollati, i profughi, gli orfani che trovarono accoglienza e conforto nella solidarietà italica e negli aiuti internazionali, mentre riprendeva faticosamente, poi, la difficile opera della ricostruzione. Il ricordo di quella tragedia a 79 anni di distanza rimane vivo nei cassinati sopravvissuti, ora rimasti in pochi e assai avanti negli anni, ma bambini o giovinetti allora. Perciò viviamo l’anniversario di ogni anno non come uno stanco rituale cui adempiere, ma con partecipazione profonda, sincera, in sintonia con i nostri cittadini. Il vostro Giuramento solenne non si è tenuto, come solitamente avvenuto da oltre dieci anni a questa parte, nella vostra caserma dell’ 80°, ma in questa piazza Miranda, che in anni lontani fu un campo di calcio. Di tale novità ringrazio il colonnello comandante Valerio Lancia, perché rappresenta un fatto che, come egli ha giustamente detto di recente, “rafforza il sentimento di amicizia con la città Cassino”.
Pieno di affetto e di stima nonché di immenso attaccamento alla Patria, il discorso del comandante dell’Ottantesimo Rav, il colonnello Valerio Lancia. “La cerimonia odierna è ricca di significato per la ferma scelta di vita fatta dai volontari qui schierati, che d’ora in poi condizionerà in maniera sostanziale tutto il loro operato. Oggi, in particolare, dopo oltre un decennio gli allievi tornano a giurare in piazza a cassino e lo fanno, a suggello della solennità del momento, proprio nel 79° anniversario della distruzione della città “martire”, insignita di medaglia d’oro al valor militare per l’ingente sacrificio umano avvenuto durante il secondo conflitto mondiale, allorquando fu rasa al suolo subendo la stessa sorte della millenaria abbazia di Montecassino, che ancora oggi ci benedice da lassù. Circostanza che vuole dare ancora maggiore valore simbolico al rituale atto che tra poco questi giovani compiranno, giurando fedeltà alla repubblica italiana e impegnandosi a difendere la patria e a salvaguardarne le libere istituzioni. Un pensiero riverente non può che andare quindi ai nostri caduti d’ogni tempo ed, in particolare, a chi ci ha lasciato servendo in armi presso l’80° reggimento. Il loro esempio ci sia di monito e ispirazione a fare sempre meglio. Un ricordo speciale va inoltre a coloro che sono venuti a mancare recentemente nell’adempimento del servizio, in particolare: 1° luogotenente Pompeo Terrezza, sergente maggiore aiutante Massimo Terelle, graduato aiutante Moreno De Rosa, il dipendente civile Christian Itri. Allo stesso modo vi sia di sprone nell’adempimento del dovere la bandiera di guerra che vedete al mio fianco, che ho l’onore di custodire e che rappresenta l’unità stessa del reggimento di cui fate parte, la quale grazie al sacrificio di chi ci ha preceduto ha meritato rispettivamente ben 2 medaglie d’oro al valor militare durante il secondo conflitto mondiale per gli eventi bellici che
hanno visto i coraggiosi soldati dell’80 reggimento protagonisti nei territori ancora oggi tristemente sotto i riflettori per il conflitto russo-ucraino, nonché una medaglia di bronzo sempre al valor militare a testimonianza del contributo di vite umane donato nel corso della prima guerra mondiale sul fronte nord orientale”.