Vive con il figlio 13enne e disabile ospite di alcuni conoscenti che però, a loro volta, hanno avuto uno sfratto. La storia che stiamo per raccontarvi vede come protagonista una donna di 37 anni, residente a Cassino con un bimbo affetto da autismo e da tempo in graduatoria per un alloggio Ater.
La disperazione l’ha portata a contattare la nostra redazione alla quale ha raccontato la sua tristissima vicenda che, tieniamo a precisare, è ben nota ai servizi sociali. L’assessore Luigi Maccaro da noi contattato ci ha spiegato che “il caso è ben noto al servizio ed è stato seguito in questi mesi con diversi incontri. La signora ha diritto ad avere un alloggio di edilizia residenziale ed è anche in posizione elevata nella graduatoria compilata in seguito all’ultimo avviso pubblico. Tra l’altro ultimamente ha integrato la sua documentazione e, non appena si riunirà la commissione, probabilmente avanzerà di alcune posizioni. Ma il vero limite è costituito dalla dimensione del nucleo familiare. Per disposizioni della Regione Lazio, a una famiglia composta da due persone, come è il caso della signora, possono essere assegnati alloggi con una superficie massima di 45 metri quadri. Gli appartamenti assegnati in questi mesi avevano tutti metrature superiori per cui sono stati assegnati a nuclei più numerosi. È evidente che non appena si renderanno disponibili appartamenti più piccoli, compatibilmente con la posizione in graduatoria, verranno assegnati a nuclei familiari più piccoli. Comprendiamo la difficoltà della signora ma per garantire il diritto di tutti le chiediamo di avere ancora pazienza. Negli ultimi giorni abbiamo assegnato due appartamenti di oltre 70 mq, il servizio è pienamente efficiente, non bisogna perdere la fiducia”.
Quindi per la Regione Lazio una madre con figlio disabile, non riesce a ottenere un tetto sulla testa per una mera questione di metri quadri. L’intervento dell’assessore Maccaro è stato esaustivo e per questo lo ringraziamo ma certo non ha risolto il problema che è urgente e necessita di immediata soluzione. La fiducia è tanta ma il rischio concreto è che questi due poveri sventurati corrano il pericolo di finire a dormire in auto.