Quando la quarta arte ti infiamma lo spirito, non c’è legaccio o ostacolo che possa impedirti di sviscerarla. D’altronde, come ha perfettamente evidenziato il filosofo Aldous Huxley, “dopo il silenzio, ciò che meglio descrive l’inesprimibile è la musica”. Quella che ha scelto Alexis, all’anagrafe Alessandro Di Castro, decidendo di infrangere qualunque ipotesi di silenzio, dando vita e parole alle sue note per raccontare un universo – quello intimo, tutto suo – fatto di dualità ma mai contraddizione. Un’anima allo stesso tempo ‘aggressiva’ e dolce, che fragorosamente si impone sulla scena musicale con un sound internazionale, il cantato in inglese e grandi ambizioni. Nato ad Alatri, Alexis è un artista consapevole, cosmopolita, che si è formato come uomo vivendo il mondo e per il mondo, dalla Ciociaria a Miami, poi il Marocco, poi ancora Londra. ‘Closer’ è stato il suo album di debutto: un vero successo. Oggi quel moto di orgoglio per la creatura generata nel 2021 lo ha motivato a creare ancora. Nell’ambiente c’è molta attesa per il suo secondo disco. Ma di tutto questo e molto altro, ce ne parla direttamente lui, Alexis.
Closer, il suo primo album, ha avuto un successo internazionale con oltre 2 milioni di streams su Spotify. Come è nato questo disco, a cosa si è ispirato?
“Questo album è stato importantissimo per me, dopo tanti anni che faccio musica avevo il bisogno di tornare a scrivere qualcosa che mi trascinasse emotivamente e che mi gratificasse soprattutto. In parte sapevo già dentro di me che questo nuovo lavoro sarebbe stato molto apprezzato. Avevo bisogno di ripercorrere la mia vita attraverso i nuovi brani, tutelare la mia verità artistica ma soprattutto conservare quella purezza melodica che mi distingue da molti altri colleghi. Volevo che le persone a cui piace la mia musica, ma soprattutto chi ascoltasse “CLOSER“ per la prima volta, avvertissero subito l’autenticità della mia musica che ad oggi mi ha portato ad essere ascoltato e condiviso in 96 paesi nel mondo, specialmente negli Stati Uniti e Regno Unito, ad essere stato in vetta in 18 Playlist su 101 su Spotify, tra cui Daily Hits e Track of the Mounth Uk e aver raggiunto 126 radio indipendenti in tutta Europa ma anche Ava live Radio in Usa e Sbs Australia. Il sound deciso ed internazionale ha sicuramente favorito lo sviluppo di tutto questo. Sono molto contento”.
Da Alatri fino a Londra per la registrazione, quanto è stato impegnativo produrre questo lavoro?
“Produrre questo disco non e stato impegnativo, tutt‘altro. E’ stato un viaggio bellissimo che mi ha permesso di entrare a lavorare in uno degli studi Top di Londra, l‘Artspace di Brixton Hill, un tempio sacro in Inghilterra dove si sono prodotti dischi dei The Darkness, Muse, Nothing but Thieves e tanti altri. Quando mi è arrivata la chiamata per volare a Londra a registrare le nuove sessioni io ero a Miami, dove ho vissuto molti anni. Questo mi ha permesso di entrare in contatto con produttori del calibro di Olsi Rama e Nick Watson e di poter carpire l‘efficacia della mia nuova produzione. Determinante è stata la pre¬produzione di Fabio Raponi (disco di platino in Inghilterra con Moovin too fast) che tutt‘oggi cura i miei nuovi lavori e con il quale abbiamo concepito Closer attraverso un’attitudine moderna e futuristica. Tutti i producer inglesi si sono subito schierati dalla mia parte lavorando e credendo nel mio talento senza indugi e sostenendo di avere tra le mani qualcosa di bello ed unico”.
A quale brano è più legato?
“Sono legato a tutto il disco ovviamente, in particolare però a “Closer” appunto, la traccia numero uno. Ho scritto questo pezzo quando ero in Florida dopo una lunga notte in una stanza poco illuminata di un Condo a Jefferson Avenue, South Beach Miami, dove ho vissuto un lungo periodo della mia vita. Questa traccia assolve al compito di trasfigurare senza filtri la mia personalità artistica e compositiva rappresentando al meglio la mia espressione vocale”.
Stilisticamente come si definisce?
“Sicuramente credo di non lasciare spazio a fraintendimenti di nessun tipo o genere. Faccio Pop, essenzialmente, ma non convenzionale. Le armonie si muovono mescolandosi tra il rock e l’elettronica ma anche con il soul con chiari riferimenti stilistici al passato”.
Come è nata questa passione per la musica e come si è evoluta nel tempo?
“La mia passione per la musica è nata nel momento esatto in cui ho scritto la mia prima canzone. Ne ricordo ancora gli accordi: avevo 10 anni. Poi si è evoluta diventando la mia religione, uno stile di vita…insomma morirò cosi, sospeso nella felicita di aver ricevuto questo dono ma soprattutto di non aver mai abbandonato me stesso”.
Chi sono i suoi artisti di riferimento?
“Gavin Rossdale, Donny Hathaway, Janis Joplin, James Morrison, Marc Broussard, Tina Turner, Sam Cooke, Jeff Buckley, Otis Redding, Luther Vandross, Bessie Smith, Michael Mcdonald e Brian Adams”.
Progetti futuri? Abbiamo letto sui suoi social che ha un nuovo album in cantiere e che a breve ci saranno novità…
“Sto lavorando intensamente alla produzione del nuovo disco che uscirà, spero, nel 2023 e del quale non posso svelarvi però il titolo. Avrà‘ 13 tracce al suo interno, ci saranno collaborazioni e feat importanti, svariate lingue, suona decisamente con un attitudine mondiale. E’ un disco che andava fatto e che ho sempre sognato di realizzare, è arrogante e diretto ma come sempre intenso e profondo, in cui ho deciso di continuare a far coesistere le mia natura più aggressiva e quella più dolce. Quasi tutti i brani del nuovo album sono delle hit pronte a suonare in radio. Il tutto vorrei accompagnarlo ad un mini documentario dove racconto chi sono, da dove vengo e cosa mi ha portato ad essere quello che sono diventato. In cantiere c‘è anche un libro sulla mia vita che vorrei far uscire insieme al disco. In inverno, cosa importante, cercherò soprattutto di recuperare alcune date live che erano saltate con l‘arrivo della pandemia che ha segnato i nostri ultimi anni di vita e che spero di comunicarvi a breve. Perché per me che sono nato nel ‘Garage‘, suonare dal vivo resta sempre l‘emozione più vera ed intensa”.
