16 marzo 1978, 44 anni fa l’agguato di via Fani nel quale Aldo Moro, presidente della Dc, fu sequestrato dalle Brigate Rosse e i suoi cinque uomini di scorta furono trucidati da un commando di terroristi delle Brigate Rosse. Dopo una lunga prigionia durata 55 giorni Moro fu ucciso e il suo corpo fu fatto ritrovare in via Caetani. L’omicidio di Aldo Moro rimane una delle pagine più drammatiche della storia della nostra Repubblica.
L’Italia non vuole e non può dimenticare
In occasione del 44esimo anniversario della strage, “Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, – comunica una nota del Quirinale – ha disposto la deposizione di una corona di fiori in via Mario Fani dove le Brigate Rosse sequestrarono l’allora Presidente della Democrazia Cristiana uccidendo cinque agenti della sua scorta”. Raffaele Iozzino, Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi. Il Paese si ferma, ancora una volta, per ricordare il loro sacrificio.
“Il 16 marzo 1978 è una data indelebile nella memoria e nella coscienza del nostro Paese. Il rapimento di Aldo Moro si consumò in pochi tragici minuti, a cui seguirono i 55 lunghi e dolorosi giorni della prigionia conclusasi con l’uccisione dello statista ad opera delle Brigate Rosse”. – Così in una nota il presidente della Camera, Roberto Fico. “Questa pagina tragica della storia del nostro Paese -prosegue la nota – rappresenta un monito costante sui rischi a cui può essere esposta una democrazia, anche solida. Per questo motivo è importante ricordare il sacrificio di Aldo Moro e degli uomini della sua scorta Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Domenico Ricci e Oreste Leonardi. Non si tratta di un mero omaggio rituale ma l’occasione per ribadire l’impegno nella difesa delle Istituzioni democratiche da possibili nuove derive eversive e nel perseguire altresì la verità e la giustizia sulle vicende degli anni “di piombo”. Aldo Moro – conclude Fico – diceva che la verità è sempre illuminante e ci aiuta ad essere coraggiosi. Ritengo che questa verità non sia soltanto un atto dovuto nei confronti delle vittime e dei loro familiari, ma anche uno strumento indispensabile per rendere sempre più forte e salda la nostra democrazia”.
Il Presidente del Senato Elisabetta Casellati ha commentato così in un post: “Il 16 marzo di 44 anni fa l’intero Paese si fermava davanti al più grave attacco subito dalla Repubblica. L’agguato di via Fani, il rapimento di Aldo Moro e il sacrificio della sua scorta hanno cambiato per sempre la nostra storia. L’Italia non dimentica”.