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Alatri – Il papà di Thomas Bricca ricoverato in ospedale, un calvario senza fine: “Sto perdendo fiducia”

Undici lunghi giorni in ospedale per Paolo Bricca. L'avvocato Colagiacomo: "Paolo è evidentemente provato da questi interminabili mesi di attesa"

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Alatri – Undici lunghi giorni trascorsi in ospedale per un serio problema di salute. Paolo Bricca, il papà di Thomas, il 19enne assassinato con un colpo di pistola alla testa lo scorso 30 gennaio al Girone, ora è tornato a casa e al suo lavoro ma sono stati giorni difficili. Il dolore e il calvario che da quasi cinque mesi sta vivendo, anche a dire dei medici che lo hanno preso in cura, hanno certamente influito sul suo stato di salute fisica. E, forse, ciò che è più logorante è il silenzio. Il silenzio delle Istituzioni, le mancate risposte delle indagini, quella verità che ancora non arriva.

“Sto perdendo fiducia – racconta Paolo Bricca – cerco di farmi forza pensando che prima o poi chi ha fatto questo a mio figlio pagherà. Ma ad oggi la verità è che i suoi assassini sono ancora liberi di andare in giro come se nulla fosse. Mentre Thomas non c’è più. Chissà se giustizia sarà fatta. Da mesi nessuno ci ha più detto nulla, neppure una semplice parola di conforto. Viviamo in un limbo fatto di speranze e momenti di totale sconforto e senso di abbandono”.

“Questa situazione apparentemente di stallo – commenta l’avvocato Marilena Colagiacomo, legale di Paolo Bricca, non può che incidere sullo stato d’animo e sulle speranze di Paolo che è evidentemente provato da questi interminabili mesi di attesa. Speriamo vivamente che il lavoro di inquirenti e Procura porterà risultati concreti al più presto”.

Una speranza comune a tutti, quella che gli assassini di Thomas vengano finalmente assicurati alla giustizia. Le indagini vanno avanti nel più assoluto riserbo, come è stato fin dai primi giorni di questa drammatica vicenda. Nulla trapela. Di pochi giorni fa la notizia che lo smartphone del 19enne sia stato sbloccato dagli esperti. Giovedì prossimo, 22 giugno, ci sarà l’affidamento incarico in Procura per procedere agli accertamenti tecnici irripetibili. Nulla si sa, invece, sulle risultanze emerse dalle perizie degli altri smartphone, passati sotto la lente dagli esperti del Racis, nell’ambito dell’inchiesta.

Si tratta, lo ricordiamo, dei telefoni cellulari di Francesco Dell’Uomo, detto “Budella”, zio acquisito di Mattia Toson, della fidanzata o ex dello stesso Mattia e di Cristian Belli, uno dei migliori amici del 21enne iscritto sul registro degli indagati insieme al padre, Roberto Toson, con le accuse di concorso in omicidio e detenzione illecita di armi. Per dovere di cronaca, va precisato che Francesco Dell’Uomo, Cristian Belli e la fidanzata di Mattia non risultano in alcun modo indagati. Il terzo indagato, seppur con accuse completamente diverse, invece, è Luciano Dell’Uomo, padre di Francesco, sospettato di aver mentito per coprire Roberto e Mattia e di aver occultato e distrutto prove che sarebbero potute essere utili alle indagini.

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