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Alatri – Funerali Thomas Bricca, in migliaia per l’ultimo saluto al diciannovenne: le immagini

Un corteo silenzioso e composto ha accompagnato Thomas nel suo ultimo viaggio. In migliaia per l'ultimo saluto al 19enne

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Alatri – Un corteo silenzioso ha atteso l’arrivo del feretro davanti la Concattedrale di San Paolo Apostolo. Migliaia di persone si sono ritrovate oggi nell’acropoli per l’ultimo saluto a Thomas Bricca. I volti rigati dalle lacrime, gli abbracci, lo strazio di familiari, amici e parenti. Palloncini bianchi lungo la strada che il carro funebre ha percorso per arrivare in Cattedrale, per accompagnare Thomas nel suo ultimo viaggio. A decine sono poi stati fatti volare in cielo. Intorno gli striscioni con i messaggi degli amici: “Non c’è stella che brilla più di te”, recita uno di questi. In tanti hanno indossato magliette bianche con il volto di Thomas stampato e la scritta: “Sarai l’angelo che veglierà su di noi”. Un clima surreale, difficile da descrivere, un silenzio composto interrotto solo dal lungo applauso partito quando la bara di Thomas è entrata ed uscita dalla Chiesa. Alla cerimonia funebre hanno preso parte anche il sindaco, Maurizio Cianfrocca, l’Amministrazione comunale e il Presidente della Provincia, Luca Di Stefano.

L’omelia è stata celebrata da Mons. Ambrogio Spreafico che ha aperto con un invito rivolto a tutti, quello di “Provare amore, non rabbia, mai vendetta. Come ha sempre detto, bisogna riconoscerlo, il padre di Thomas. Ecco io vi raccomando di seguire queste parole”. Prima della benedizione finale, il Vescovo ha invitato tutta la cittadinanza a partecipare alla santa messa che si terrà giovedì prossimo sotto il ‘Girone’, dove Thomas è stato ucciso. Papà Paolo, mamma Federica, i fratelli, i nonni, gli zii ed i parenti del 19enne erano lì, tra le navate di quella Chiesa che non è riuscita a contenere tutti, uniti da un dolore che da giorni è diventato il dolore di un’intera comunità. Oggi Alatri si è fermata per salutare quello che ora è il figlio, il fratello di tutti. I negozi hanno abbassato le serrande, ogni attività è stata sospesa, le bandiere listate a lutto o mezz’asta su tutti gli edifici pubblici presenti nel territorio comunale per rispettare il lutto cittadino. L’omaggio della sua città a Thomas.

Un saluto, l’ultimo, ma non un addio. Perché è difficile, anzi impossibile, dire addio ad un amico, ad un fratello, ad un figlio, soprattutto se è stato strappato alla vita ad appena 19 anni. Ucciso in un agguato a colpi di pistola, come non si farebbe neppure con il peggiore dei criminali. In questi lunghi giorni trascorsi da quella tragica sera del 30 gennaio, i ritratti di Thomas, emersi dalle testimonianze di chi con lui ha condiviso tutto, descrivono un ragazzo buono, solare, sempre pronto a donare un sorriso. E, allora, tutto questo appare ancora più ingiusto e inaccettabile.

“Ciao Thomas” è il saluto della folla mentre in un silenzioso corteo accompagna il carro funebre verso il cimitero. Non si può tornare indietro. Non si può cambiare il corso delle cose. Però si può e si deve fare GIUSTIZIA. Chi ha strappato alla vita Thomas Bricca deve pagare il suo conto con la legge. E magari anche con se stesso ma questo non spetta a noi. A chi come noi fa informazione spetta, invece, il compito di far sì che i riflettori non si spengano, fino all’ultimo istante ed anche oltre se necessario. A chi di dovere spetta il compito di assicurare gli assassini alla giustizia. E, ad ognuno di noi, alla società civile spetta invece il compito, forse più difficile, di lavorare su ogni fronte possibile affinché non ci siano più Thomas, Emanuele, Willy. Lo dobbiamo a loro ma anche a noi stessi.

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