Alatri – È una fredda serata di fine gennaio. Il centro storico del paese è poco movimentato. Sono le 20.00, di lunedì. Alcuni ragazzi sono seduti sulla scalinata che dal “Girone” conduce al parcheggio sottostante, non lontano dalla piazza centrale.
Dalla strada arriva un T-Max scuro, a bordo due giovani. Uno di loro scende. Ha una pistola. Spara. Colpisce dritto in testa, ad una distanza di circa venti metri, un altro ragazzo. È il panico. Gli amici vanno a cercare aiuto. I due ripartono a folle velocità a bordo dello scooter.
La chiamata ai soccorritori del 118 è disperata. Una voce tremante non riesce neppure a descrivere bene cosa sia accaduto. Arrivano le ambulanze, i Carabinieri, i vigili del fuoco. Quel ragazzo colpito da un proiettile alla testa si chiama Thomas Bricca, ha appena 18 anni. È steso a terra, immobile. Ha un giubbotto bianco, un jeans e delle sneaker. Qualcuno gli resta accanto, grida, si dispera. Lo chiama “fratello”.
I sanitari del 118 lo allontanano, devono intervenire. Capiscono subito la gravità della situazione. Thomas viene trasferito al San Benedetto di Alatri. Poi il volo in eliambulanza verso la Capitale. I medici del San Camillo tentano un intervento chirurgico disperato per salvarlo. Il proiettile però è passato da parte a parte. L’attività cerebrale di Thomas risulta assente. Nella tarda serata i medici lo dichiarano “clinicamente morto”. Per poter dichiarare la morte cerebrale è necessario aspettare le canoniche 48 ore. Uno strazio per chi è al suo capezzale. Per la famiglia, per gli amici.
Notte concitata
“Sono stati…li ha mandati…voleva regolare i conti. Dovete andarli a prendere sennò ci andiamo noi”. Lo grida un uomo ai Carabinieri mentre esce dalla caserma di Alatri dopo essere stato ascoltato. Giura di sapere chi sia il mandante di quella spedizione punitiva. Un agguato in piena regola che, però, secondo quanto racconta chi conosce bene la criminalità locale, non aveva Thomas come principale obiettivo. Avrebbero sparato per intimidire e il colpo avrebbe centrato il 18enne ma questa è solo una delle ipotesi al vaglio. L’altra è quella del regolamento di conti vero e proprio. I Carabinieri hanno avviato subito le indagini. Hanno ascoltato i ragazzi che erano con Thomas, due minorenni, 13 e 14 anni.
C’è il massimo riserbo ma, stando a quanto trapelato, i militari dell’Arma hanno identificato gli esecutori – due giovani appartenenti ad una famiglia rom- e, con molta probabilità, è stato identificato anche il mandante.
I precedenti
Nel fine settimana appena trascorso nella zona del centro storico ci sarebbero state due risse tra gruppi rivali. Giovani pestati e minacciati. Dietro la rivalità, l’ombra di una faida per la gestione delle piazze dello spaccio. Gli amici di Thomas giurano che lui non fosse minimamente coinvolto. Anzi, lo descrivono come colui che sedava gli animi. Ma per gli inquirenti la sparatoria sarebbe proprio l’epilogo degli episodi di violenza avvenuti nel weekend. E c’è chi avrebbe giurato di esser pronto a “vendicare” quel “fratello” con altro sangue.
Le Forze dell’Ordine stanno lavorando senza sosta per evitare ulteriori risvolti drammatici. In queste ore tutti gli sforzi sono concentrati verso un unico obiettivo. Fermare chi ha sparato ed assicurarlo alla Giustizia. E intanto Alatri torna sotto i riflettori della cronaca. Un altro giovane morto ammazzato. Un altro Emanuele Morganti. Questo è stato il primo pensiero di tutti quando ieri ha cominciato a diffondersi la tragica notizia.