Sora – Un gravissimo episodio di violenza si è registrato presso l’ospedale Santissima Trinità di Sora. Ancora una vicenda che deve alzare necessariamente l’attenzione intorno al problema sicurezza e incolumità dei lavoratori. Un’infermiera, originaria di Arpino, sarebbe stata aggredita fisicamente e verbalmente qualche giorno fa. È la stessa donna a denunciare il fatto e a raccontare il terribile accaduto che l’avrebbe vista, suo malgrado, protagonista. La professionista si trovava nel triage dove stava valutando un piccolo paziente con un trauma importante. Nel frattempo lei e la collega con cui condivideva il turno di lavoro si sarebbero accorte dell’incedere veloce di un uomo che si avvicinava al vetro del triage. Proprio l’uomo, incurante delle direttive ospedaliere e delle disposizioni in merito agli ingressi, avrebbe infilato la porta e subito preteso di essere preso in cura per un presunto trauma al bacino. L’infermiera, stando al suo racconto, gli avrebbe dapprima richiesto di procedere al tampone antigenico e alla registrazione, poi gli avrebbe gentilmente fatto presente di dover attendere che lei si fosse liberata dal paziente precedente.
Un invito assolutamente normale, che rientra nelle quotidiane pratiche ospedaliere. L’uomo, però, deve averla pensata diversamente ed è andato su tutte le furie. Letteralmente in escandescenza, l’aggressore avrebbe seminato il panico inveendo prima verbalmente con minacce e insulti rivolti alla vittima, poi passando ai fatti. Sempre stando a quanto riportato dalla donna, l’uomo avrebbe preso una delle sedie presenti in sala e l’avrebbe scagliata contro l’operatrice sanitaria, la quale avrebbe fatto appena in tempo a ripararsi dal colpo con un’altra sedia. Immediatamente è scattato l’allarme e sul posto è arrivata la Polizia a sedare gli animi e a riportare l’ordine. Alla vista degli agenti, l’infervorato autore dell’aggressione si sarebbe però subito calmato. L’infermiera, invece, ha avuto bisogno dei soccorsi a causa dell’agitazione figlia della vessazione subita, come refertato dalla struttura ospedaliera. Proprio il paramedico aggiunge: “Non mi interessa nessun risarcimento, vorrei solo che le istituzioni ci fossero più vicine e che i nosocomi fossero più tutelati, magari con una guardiania o simili. Ho portato l’episodio anche all’attenzione dei sindacati. I rischi per noi operatori sono elevati, il mio caso non è certo il primo e purtroppo non sarà l’ultimo. Chiediamo di essere protetti!”. Questo il grido di allarme della donna, un grido che speriamo non resti inascoltato.