Cassino, verso la realizzazione di un impianto di produzione di biometano. Ed ora è polemica

In zona Cerro/Mandrone un impianto per la produzione di biometano. Ma il Comune avrebbe impugnato per vincolo paesaggistico

L’ex consigliere comunale Renato De Sanctis parla di “progetto volutamente tenuto in silenzio da chi si professa a difesa della salute e della incolumità dei cittadini e a tutela dell’ambiente”. Qualche altro osservatore dell’amministrazione cassinate riporta alla mente un caso simile, un’altra iniziativa imprenditoriale dello stesso tipo, “con tanto di soldi pubblici tirati fuori dalle casse comunali per bloccare tutto – come possibile che sarà anche in questo caso – dopo che si erano fatti decorrere i tempi utili all’opposizione ordinaria colpevolmente”. Giovanni Carrino, portavoce del comitato Allerta Cerro denuncia l’insostenibilità ambientale di “un impianto di biometano nella zona Cerro/Mandrone già martoriata dalla questione del depuratore e attualmente dalla fabbrica ex Marini. Inutile sottolineare che tale notizia sta mandando in fibrillazione la popolazione residente e che come comitato Allerta Cerro stiamo cercando di acquisire più informazioni possibili”.

Dal Comune non arrivano documenti ufficiali ma si precisa che è stato impugnato un ampliamento dell’intervento perché intaccherebbe un vincolo paesaggistico. Il Comune proprio su questo punto avrebbe respinto il progetto. Ma restiamo in attesa della documentazione.

Procedura abilitativa semplificata iniziata nel marzo del 2020

Il via alla costruzione dell’impianto – nonostante la canicola e giornate di cielo coperto dalla cappa di sabbia e inquinamento che oscilla nella Valle del Sacco e del Liri – è un fulmine scoccato da De Sanctis che l’ha individuato in un Bollettino ufficiale della Regione Lazio: “Avviso inerente Procedura Abilitativa Semplificata (PAS) per la realizzazione di un impianto di produzione di Biometano”. Luigi Norgia, amministratore di Neoagroenergie Srl scrive nell’ottobre scorso al Comune di Cassino sottolineando come con pec del 23 marzo 2023, “è stata acquisita dal Comune di Cassino (FR) l’Istanza di Procedura Abilitativa Semplificata (PAS), promossa dalla Neoagroenergie S.r.l. per la realizzazione di un impianto di produzione di Biometano, proveniente da fonti rinnovabili costituite da sottoprodotti agricoli e di origine animale, avente capacità produttiva di 500 Smc/h, da costruire nel Comune di Cassino (FR) e delle relative opere di connessione alla rete GAS, SNAM RETE GAS S.p.a.. Alla data della pubblicazione del presente avviso la sottoscritta Società non ha ricevuto alcuna notifica da parte del Comune di Cassino ai sensi del comma 4 dell’art. 6 del D.Lgs. 28/2011, pertanto il progetto deve ritenersi assentito. La suddetta Procedura Abilitativa Semplificata (PAS) unitamente a tutta la documentazione afferente al procedimento, incluse le successive varianti non sostanziali, è stata trasmessa al Comune di Cassino, come meglio descritto nella documentazione a seguire, e depositata presso il SUAP dello stesso Ente”.

Almeno 4 varianti non sostanziali depositate fino al gennaio 2023

Quindi tutta la procedura è nota all’amministrazione Salera da almeno 15 mesi? Si direbbe da molto prima perché l’istanza di procedura abilitativa semplificata è stata inviata il 23 marzo del 2020 ed è in forza dal 22 aprile dello stesso anno. A quella data la Pas consegnata include: contratti e allaccio, richiesta allaccio rete SGI Cassino; procedura per la richiesta di allaccio, contratto diritto terreno siglato, integrazione contratto terreno Cassino; modulo emissioni in deroga impianto biogas Cassino, relazioni a partire dalla comunicazione Pas, istanza Pas, relazione asseverata, dichiarazione valore opera, relazione tecnica generale, relazione paesaggistica, piano approvviggionamento e spandimento, relazione delle emissioni, relazione dell’impianto Elettrom, progetto Connessione metanodotto, valutazione d’impatto sanitario. Con relative ricevute di avvenuta consegna e di accettazione. Una prima variante di progetto non sostanziale viene inviata al Comune in data 4 ottobre 2021 e presa in forza il 3 novembre dello stesso anno: riguarda istanza Pas, relazione tecnica e specifiche tecniche. Seconda variante non sostanziale presentata il 3 novembre del 2022 e presa in forza il 3 dicembre dello stesso anno: riguarda la relazione tecnica generale. Il 21 dicembre 2022 ulteriore variante non sostanziale in forza dal 20 gennaio 2023: riguarda l’impianto di trattamento. Relazione piano approvvigionamento Cassino e relazione vasca stoccaggio saranno al centro della quarta variante non sostanziale del 26 maggio 2023 presa in forza il 25 giugno dello stesso anno.

De Sanctis: “progetto ormai esecutivo”. Ma il Comune dice di aver fermato tutto

“Partiamo da un presupposto oggettivo – afferma De Sanctis -, l’amministrazione Salera 2019/2024 è a conoscenza (anche perché inevitabilmente coinvolta) di questa operazione sin dagli inizi del 2020. Come mai solo ora (grazie alle letture e ricerche), vengono fuori i primi dettagli di una tale operazione, sicuramente impattante a livello ambientale? Perché è stato tenuto nascosto alle varie organizzazioni interessate ed a tutti i cittadini questo investimento così delicato da un punto di vista igienico e ambientale? E poi chi sono gli investitori? Quali sono i ritorni per i cittadini e per la città?” I terreni su cui è stato approntato il progetto di questo impianto di produzione di Biometano, sono stati acquistati nel 2023/24 da diversi piccoli proprietari, dalla società agricola “Retina Land srl”. L’impianto verrà costruito da “Neoagroenergie srl”. “Sia il capitale di Retina Land che di Neoagroenergie – spiega De Sanctis – è controllato da una holding che a sua volta è controllata al 100% da una società per azioni lussemburghese”. De Sanctis scava tra i documenti reperibili tra CCIAA ed altri enti e individua società controllate della azienda madre lussemburghese con amministratori che hanno avuto problemi con la giustizia ed anche società che hanno ricevuto sanzioni per illeciti nell’amministrare fondi. “Grazie per la sua trasparenza amministrativa e per la difesa del territorio del Cassinate – conclude ironicamente il leader del comitato No Acea -. Chi comprende non ha bisogno di spiegazioni, chi non comprende se lo facesse spiegare dal suo sindaco”.

I proponenti rassicurano su acque reflue ed emissioni in atmosfera

Quanto ai timori della popolazione residente va dato conto della posizione della società proponente: “L’impianto – assicura – non vede la presenza di alcun tipo di acque reflue di cui è necessario lo smaltimento (previo trattamento) in impianto; per quanto attiene i servizi igienici sarà installato un bagno chimico a raccolta integrale dei reflui con svuotamento periodico (previo contratto di servizio con ditte specializzate); In merito alle Emissioni in atmosfera si rileva che l’Impianto rientra nel campo di applicazione del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n.152 e s.m.i., Art. 272, allegato IV parte I, punto ff) impianti di combustione, per il quale non sono sottoposti ad autorizzazione alle emissioni in atmosfera “gli impianti di combustione alimentati a biogas”. La società sottolinea l’assenza di vincoli artistico-ambientali, idraulici, stradali e cimiteriali, il rispetto delle norme di sicurezza e di quelle igienico-sanitarie nell’area individuata a Mandrone di Cassino.

Impianto simile a Paliano per produrre lo stesso gas ritenuto ecologico

Va detto che la stessa società prevede la costruzione di un impianto simile anche in quel di Paliano. I due insediamenti industriali prevedono trasporto, stoccaggio e pre-trattamento delle biomasse; digestione anaerobica, attraverso la quale la sostanza organica viene degradata e trasformata in biogas; purificazione o upgrading, che elimina gas e impurità come l’azoto, l’ammoniaca, l’anidride carbonica, per poterlo così immettere nella rete del gas naturale, strutture di stoccaggio e commercializzazione. Il biometano viene ritenuto un gas ecologico e uno studio del CNR-Lia sottolinea il contributo alla riduzione delle emissioni di gas serra. Ovviamente rassicurazioni – quelle di ordine generale e quelle della società proponente – che non valgono a rassicurare i residenti e quanti lottano da decenni per evitare che lungo il corridoio inquinato tra Roma e Cassino, tra Valle del Sacco e Valle del Liri, non si peggiori ancor di più la qualità dell’aria.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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