Il tavolo tecnico riunitosi lo scorso ottobre presso Palazzo Jacobucci, sede della presidenza e degli uffici della Provincia, aveva aperto al confronto sulle iniziative da intraprendere per garantire la sicurezza degli automobilisti che circolano sulla Superstrada Sora-Cassino, ribattezzata la “strada della morte” dopo il tragico incidente avvenuto nella notte tra il 26 ed il 27 settembre in cui hanno perso la vita tre giovani: Alessio Tuzi 30 anni di Fontechiari, la sua fidanzata Iris De Vincenzi 26 anni di Arnara ed il 18enne Alessandro Muscedere, anche lui residente a Fontechiari.
Al confronto, convocato dal presidente della Provincia e sindaco di Sora Luca Di Stefano e dal consigliere provinciale con delega alla Viabilità nonché sindaco di San Donato Valcomino Enrico Pittiglio, avevano partecipato anche una rappresentanza di Anas, i sindaci dei Comuni che la superstrada SSV 509 Sora-Cassino attraversa, il comandante provinciale della Polizia Stradale dr. Stefano Macarra, il comandante del distaccamento di Sora dr. Alfonso Conte e la Polizia Provinciale.
In tale sede erano state evidenziate le criticità dell’arteria, tra cui la scarsa visibilità, la vegetazione presente sulla carreggiata, diversi tratti sconnessi, la segnaletica orizzontale e verticale carente, la possibilità di allargamento della carreggiata, il potenziamento dell’illuminazione della strada e degli svincoli, l’inconfutabile pericolo generato dall’attraversamento di animali, le barriere spartitraffico. Ciò veniva confermato in un comunicato stampa diramato a seguito del tavolo tecnico; nella nota si poneva l’attenzione anche sulla velocità elevata con cui viene percorsa la superstrada, ovviamente ritenuta la principale causa di incidenti oltre alla distrazione mentre si è al volante. L’alta velocità, i sorpassi azzardati, la guida con il telefono in mano sono ormai una consuetudine per chi viaggia sull’arteria ad alta densità di traffico, anche in condizioni di maggiore pericolosità: in prossimità di curve, in galleria, senza illuminazione nelle ore notturne. In tal senso era intervenuto uno degli ingegneri di Anas che proponeva, in risposta al problema, “l’installazione di autovelox o di tutor che dovranno comunque essere autorizzati dalla Prefettura e gestiti dalla Polizia Stradale o dai Comuni” annunciando contestualmente l’investimento di “8 milioni di euro per la pavimentazione della strada. Per le barriere, invece, partirà a breve la gara”.
L’impegno
L’iniziativa di installare gli autovelox o i tutor aveva raccolto il consenso di tutti i presenti, in particolare il dirigente della Polizia Stradale si mostrava favorevole, ponendo l’accento sull’importanza del corretto comportamento mentre si è alla guida di un veicolo. Il presidente Luca Di Stefano concludeva il vertice sottolineando «Sono convinto che Anas possa prontamente rispondere alle esigenze degli utenti della strada, altrimenti continueremo a convocare i suoi rappresentanti qui in Provincia finché dalle parole non si passerà ai fatti».
Sono passati sei mesi, in ballo c’è la sicurezza dei cittadini, le parole se le è portate via il vento, dei fatti non se ne vede nemmeno l’ombra, dei tutor o degli autovelox sulla superstrada non si è più discusso o se è stato fatto non è dato sapere nulla. Evidentemente le iniziative per garantire l’incolumità degli utenti della strada sono rimaste sul tavolo “tecnico” dell’ente provinciale. Eppure la grave pericolosità che caratterizza la “nostra” superstrada, la SSV 509 Sora-Cassino, viene documentata con dovizia e puntualità dagli organi di stampa: le istituzioni staranno aspettando la prossima tragedia per potersi riunire nuovamente e riproporre le medesime risoluzioni?
Alessio Tuzi 30 anni di Fontechiari, la sua fidanzata Iris De Vincenzi 26 anni di Arnara ed il 18enne Alessandro Muscedere, anche lui residente a Fontechiari: ottobre 2023/marzo 2024. Quanto tempo ancora deve passare con il rischio che altre persone perdano la vita sulla “strada della morte”? Abbassare il limite a 50 chilometri orari, in contrasto con la classificazione “strada a scorrimento veloce”, è stata definita come una “vigliaccata” dagli stessi governatori locali: un “espediente” che crea ulteriori disagi e pericoli: chi tenta di rispettare il segnale di prescrizione viene insultato e sorpassato con manovre repentine, anche sulla doppia linea continua. I mezzi pesanti sorpassano i veicoli che viaggiano a 50 km e, nel rientrare repentinamente, stringono l’automobile sulla sua corsia costringendola a rallentare ulteriormente per evitare di essere travolta.
«Continueremo a convocare i rappresentanti di Anas qui in Provincia finché dalle parole non si passerà ai fatti»: si spera che il presidente Luca Di Stefano rispetti per l’impegno che lui stesso ha assunto con la cittadinanza e che torni a sollecitare la società affinché vengano istallati i tutor, subito funzionanti, unico deterrente contro l’alta velocità.