Rifiuti-gate, rischio finanziario per la Saf: ruotano le poltrone ma il metodo non cambia

La Saf versa in una situazione di rischio finanziario addirittura a livello critico: nessuno può far finta di non saperlo. Ma le soluzioni?

Rifiuti-gate. La saga continua. – A parte la vicenda discarica, la Saf di Colfelice ha indiscutibili problemi di bilancio. Per dare una lettura all’elogio dell’attuale presidente e della precedente gestione – a cui facevamo riferimento a conclusione del servizio precedente – (LEGGI QUI) basta leggersi l’ultima relazione dei revisori dei conti, pubblicata il 20 giugno 2023, al bilancio consuntivo dell’esercizio dell’anno precedente. Il pool di professionisti fa notare come la posizione finanziaria netta (Pfn) «calcolata come differenza tra debiti finanziari e liquidità immediate (denaro in cassa, conti correnti e depositi) ad esprimere con essa il livello di indebitamento netto aziendale per l’anno 2022, è aumentata ad euro 9 milioni e 311 mila e 602. La stessa Pfn rapportata al patrimonio netto per l’anno 2022, esprime un valore pari a 2,04 contro il valore di 0,87 relativo all’anno precedente. Il Collegio Sindacale nella relazione del bilancio 2021 aveva invitato il monitoraggio di tale indice, in quanto se crescente avrebbe potuto indurre livelli di rischio finanziario critici: il peggioramento verificatosi nel corso del 2022 concretizza i rischi sopra esposti».

Rischio finanziario per la Saf: verso il default?

Quindi al suo insediamento Fabio De Angelis sapeva benissimo che la Saf versa in una situazione di rischio finanziario addirittura a livello critico, come del resto lo sapevano tutti i sindaci e la presidenza della Provincia nel momento in cui hanno approvato i vari bilanci. Almeno quelli del 2022 e 2023. Per questo a fine febbraio 2024 Fabio De Angelis ha finalmente avviato quella che è stata definita “operazione trasparenza” ma che potrebbe essere descritta come una mossa indispensabile per non dichiarare apertamente default. Tanto che ormai sarebbe sul punto di convocare l’assemblea dei sindaci (inizialmente era stata fatta trapelare la data di lunedì 11 marzo – oggi, ndr), e comunque rilasciando dichiarazioni in cui sollecita proposte dai primi cittadini e manifesta disponibilità alla rateizzazione delle somme dovute.

Sul banco pesa la lettera con la notifica degli arretrati agli enti soci e clienti, visto che ci sono crediti per 14 milioni e 470mila euro al 31 dicembre 2023 nei confronti dei Comuni che le passate gestioni non hanno saputo o – meglio – non hanno voluto riscuotere evitando di far ricorso a decreti ingiuntivi. Ma siamo solo ad una porzione dei debiti dei Comuni verso Saf. Infatti quanto richiesto si riferisce essenzialmente agli extra costi per il trattamento rifiuti 2020. Insomma mancano gli anni successivi e il relativo adeguamento delle tariffe, intanto schizzate in alto dopo la chiusura di Cerreto e per effetto dei conferimenti fuori provincia.

Quanto manca nella casse della Saf

Per comprendere l’entità di quanto la Società Ambiente Frosinone debba ricevere va ricordato che al 2022 – ultimo anno di pubblicazione sul sito ufficiale della società del bilancio consuntivo – i crediti di natura commerciale nei confronti della clientela, ammontano a 28.741.246 euro. Il valore netto dei crediti – maturati entro quei 12 mesi – è stato pari ad 26.530.262 euro, ed è sostanzialmente rappresentato da 13.380.112 euro per quanto fatturato ai clienti e per 15.111.030 euro relativi a somme da fatturare per conguagli e rivalutazione tariffa. Il valore netto dei crediti maturati a quella data oltre i 12 mesi e, poi, pari a ulteriori 2 milioni e 210.984 euro e sono sostanzialmente rappresentati da crediti verso Consorzio GAIA di Colleferro e dalla tariffa discarica nel periodo 2007- 2012 da fatturare ai Comuni con un importo unitario pari al 10% della tariffa per i rifiuti conferiti mensilmente da ciascun Comune.

Ma come fa una società gestita in queste condizioni ad andare avanti? Col sostegno delle banche ovviamente, che conoscono la solidità della gestione comunque pubblica che deve almeno delle spiegazioni su quel che fa di quel denaro e pesa tutta sui cittadini tartassati che pagano le spese a piè di lista. Saf ha infatti contratto un mutuo chirografario a 60 mesi che è stato erogato il 4 dicembre 2019 con rientro con rate mensili di 69.500 euro, l’ultima scadente il 4 dicembre 2024. Sono stati inoltre accesi altri 2 mutui chirografari per un totale di 5milioni di euro ed un ulteriore mutuo di 700mila euro. In tutto il valore dei debiti verso le banche a fine esercizio 2022 ammontava a 12 milioni e 641mila euro.

La spartizione delle poltrone

Torneremo sulla vicenda tariffe. Ma qui conta far comprendere il metodo. Al fianco del Fdi De Angelis – non va dimenticato – siede non certo casualmente o per meriti speciali dal 10 novembre scorso, proprio sulla sedia lasciata libera dal pd Migliorelli, l’ex assessore regionale pd ai rifiuti Mauro Buschini che per qualche settimana è stato anche a capo del poi disciolto Egato. Il presidente voluto dal centrodestra si fa carico pienamente della continuità aziendale, com’è giusto che sia, ma potrebbe benissimo prendere le distanze da quella relativa alle scelte gestionali essenzialmente “politiche” che hanno originato un evidente disastro nei conti e problemi nei risultati pratici. Non lo fa. Anzi, si adegua.

Non è forse una semplice circostanza che – dalla gestione Migliorelli a quella attuale De Angelis, ma la situazione è stata uguale per le precedenti – alla fine la condivisione delle scelte e della spartizione delle cariche tra centrosinistra e centrodestra sia stata una costante inattaccabile. Suggellata dalle assemblee dei sindaci consapevoli. Uno stato di cose allarmante perché manca qualcuno che garantisca il controcanto necessario in problematiche complesse come quella dei rifiuti. Oppure, come ricordato in altra puntata è accaduto già 3 anni fa, non resta che attendere che l’impegno di chi vigila ci restituisca sprazzi di verità. Com’è stato con quelle intercettazioni che è difficile dimenticare. (…Continua). – Qui la prima puntata e la seconda.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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