Sacco: ‘Non vorrei che la crisi di Governo venisse scaricata sui sindaci”

Le preoccupazioni del primo cittadino di Roccasecca: “Ci sono urgenze da affrontare che sembrano essere dimenticate”

“Da cittadino e da padre sono indignato per la crisi che si è determinata in Parlamento, per le modalità con le quali si è arrivati alle dimissioni del presidente Draghi, per gli scenari non certo rassicuranti che si possono aprire, per le possibili conseguenze. Da amministratore locale sono invece assai preoccupato: non vorrei che si scaricassero sui Comuni e sui sindaci i costi sociali di quanto sta accadendo”.

E’ quanto dichiarato dal sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco: “Siamo nel mezzo di una crisi mondiale: la pandemia che rialza la testa, i contagi che aumentano, la guerra con le conseguenze sul prezzo dell’energia e degli alimentari, l’inflazione che morde il potere d’acquisto dei salari delle famiglie. Cittadini, imprese ed enti locali aspettano risposte concrete. Invece di affrontare queste urgenze, si è fatto altro: e la cosa triste è che pare non interessare nessuno. Ognuno pensa semplicemente ai propri destini personali. Ci stiamo assuefacendo ad un modello di interessi particolari che cozza con l’idea di Paese, di comunità, di solidarietà e condivisione. Questo non va bene”.

“Adesso siamo nel pieno della stagione estiva – argomenta Sacco – a breve però le questioni che ora sembrano ancora non prossime, torneranno a produrre i loro effetti non certo positivi: le bollette che aumentano, le imprese che hanno difficoltà a ripartire e a produrre, i prezzi che salgono. Sono queste le priorità, non le tattiche elettorali di quella o questa forza politica”.

In mezzo a questa tempesta perfetta ci troviamo noi sindaci. Lo dico oggi: non vorrei che si scaricassero su di noi le conseguenze della crisi. Da ciò che si dice, potemmo essere costretti a tagliare i servizi: per esempio sulla pubblica illuminazione, sul riscaldamento negli edifici. Anche nelle scuole. E questo non è giusto. Potremmo anche essere costretti a intervenire sulla leva fiscale per far quadrare i conti. Faremo del tutto per evitarlo, ma al momento tutte le opzioni sono possibili di fronte ad un quando non chiaro ed in via di evoluzione”.

“Senza contare che un paese senza un governo in carica, senza un esecutivo legittimato non potrà affrontare la partita decisiva dei fondi del Pnrr. Abbiamo in piedi diverse progettualità. Rischiamo di perdere i fondi che sono vitali per migliorare la vita dei nostri cittadini e per riattivare filiere produttive essenziali per l’occupazione. Le stesse preoccupazioni delle imprese che attendono risorse e misure per programmare gli investimenti e adesso hanno timore ad avviarli.

“Di fronte a queste prospettive io avrei la pelle d’oca, sarei seriamente preoccupato per il futuro del mio paese, anche perché sono le preoccupazioni che quotidianamente mi riferiscono le persone, i cittadini che incontro e che ascolto. Ma ripeto, non sembrano interessare chi di dovere e questo è il dramma di un paese nel quale si è smarrita quella capacità da parte della rappresentanza di entrare in sintonia con la gente. C’è troppa distanza: forse appassiona di più la storia tra Totti e Ilary Blasi e questo è sintomatico di una mancanza di percezione del momento. Mi auguro che le prossime ore determinino una svolta: o si vada subito al voto o questo Parlamento, con coraggio, si rimbocchi le maniche e cerchi di governare la crisi. Noi sindaci siamo stanchi di dover essere i pungibal del malcontento. Vogliamo essere parte attiva del sistema paese e lo dimostriamo ogni giorno, perché siamo quotidianamente sul campo. Sono da noi che vengono le persone quando hanno un problema. E noi siamo ben felici di poter esser lì per dare una mano. Ma non possiamo essere lasciti da soli. In questo momenti credo che, in tanti come me, si sentano in questa condizione di solitudine. Metteteci in condizioni di essere di aiuto per le famiglie, per le imprese, per il paese”.

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