Cambiamento climatico: arrivano banana, mango e avocado ‘made in Italy’

Questo è possibile grazie agli inverni sempre più miti che facilitano l’adattamento di queste piante, molto sensibili al freddo

Li abbiamo sempre chiamati ‘frutti tropicali’ perché arrivano dall’altra parte del mondo, Sud America in testa. In questi Paesi, la regolamentazione sui pesticidi è diversa rispetto all’Europa: sono ammesse, infatti, molecole chimiche da noi vietate, i cui residui inevitabilmente, arrivano sulle nostre tavole. Tra i vari agrofarmaci sotto la lente, c’è il prochloraz, un fungicida vietato in Europa dallo scorso anno per potenziale rischio cancerogeno e interferente endocrino, ma riscontrato in concentrazioni al di sopra del limite di rilevabilità, in alcuni avocado venduti in grande distribuzione (fonte: test e analisi de Il salvagente – febbraio 2024).

In pratica, le sostanze bandite e cacciate dalla porta, rientrano sulle nostre tavole, dalla finestra! A questo si aggiunge, e non è un dato da poco, l’alto impatto ambientale. Ma se ci dicessero che, per gustare una banana buona e sana, ci si può affidare alle coltivazioni italiane?

Il sud Italia pioniere delle produzioni tropicali

Incredibile ma vero, in alcune aree della Sicilia (seguite da alcune zone di Calabria e Campania), si coltivano mango, avocado e banane. Questo è possibile grazie agli inverni sempre più miti che facilitano l’adattamento di queste piante, molto sensibili al freddo. L’unico ostacolo è la siccità poiché queste colture richiedono molta acqua, ed è per questo che le piantagioni si concentrano in particolari zone, come per esempio, i monti Nebrodi e l’area etnea che godono di una buona disponibilità idrica.

Oltre alle condizioni climatiche, è ovviamente importante anche la selezione attenta dei terreni e del suolo: ad esempio, la costa tirrenica si è maggiormente specializzata sul mango, mentre quella jonica sull’avocado dove il terreno vulcanico influisce positivamente sulla bontà dei frutti.

Meno chimica: salute e pianeta ringraziano

Nelle zone tropicali, l’uso massiccio di agrofarmaci è indispensabile per scongiurare muffe e contaminazioni dovute all’intensa umidità, mentre da noi la necessità è, soprattutto, proteggere le piante dal freddo. Per questo, il ricorso alla chimica è ridotto al minimo indispensabile. Dato cui si aggiunge il rispetto di parametri europei sui pesticidi molto più stringenti. Da noi, è fondamentale, piuttosto, creare strutture protettive come frangivento e coperture.

Migliore composizione nutrizionale

Un altro importante aspetto da sottolineare è la ricchezza nutrizionale dei frutti che arrivano da filiere corte. Le varietà che arrivano da lontano, per poter affrontare lunghi viaggi, devono essere raccolti tendenzialmente acerbi e questo impedisce al frutto di sviluppare il perfetto contenuto vitaminico e zuccherino. In pratica, mangiamo un vegetale “impoverito” che non fornisce il giusto contributo al nostro benessere. Il mango, per esempio, è un frutto che deve essere raccolto quando è ‘completamente’ maturo: solo così raggiunge l’ottimo livello nutrizionale, e può sprigionare aroma e sapore caratteristici.

Quando li troveremo nei supermercati?

La curiosità sorge spontanea: dove reperire e assaggiare queste prelibatezze? Nell’attesa che la grande distribuzione incominci a guardare a queste promettenti produzioni agricole, siamo noi consumatori ad avere il potere di cambiare le cose, facendo, ogni giorno, scelte più consapevoli, incominciando a non dare per scontata la qualità e l’eccellenza alimentare italiana.

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