La pasta fa ingrassare e l’ananas fa dimagrire, i falsi miti da sfatare per una sala alimentazione

L'ISS risponde: "Non esistono alimenti buoni o cattivi. Tutti vanno inseriti, nelle giuste proporzioni, in una dieta sana e varia"

È vero che la pasta fa sempre ingrassare e l’ananas fa dimagrire? La verità è che non esistono cibi da assumere e cibi da evitare, cibi buoni e cattivi: tutti i cibi, nelle giuste proporzioni, devono essere assunti per una dieta sana, equilibrata e varia. L’eliminazione di alcuni cibi, come pasta, pane, riso, farro, può causare gravi carenze nutrizionali.

Il focus dell’Istituto Superiore di Sanità

Escludere completamente alcuni alimenti dalla propria dieta per più di 7-10 giorni può provocare gravi carenze nutrizionali. Questo vale, in particolar modo, per il gruppo dei cereali (pasta, pane, riso, farro, ecc.) che contiene principalmente carboidrati complessi: essi sono la principale fonte di energia per il nostro organismo e possono essere alleati per il controllo del peso. Infatti, essendo anche ottime fonti di proteine e vitamine del gruppo B sono tra gli alimenti che maggiormente contribuiscono alla sensazione di sazietà. Inoltre, cereali come pane e pasta, specialmente se integrali, contengono buone quantità di fibra che favorisce il transito intestinale e proteggendo l’organismo dallo sviluppo dei tumori del colon.

L’ananas è un frutto ricco d’acqua (la sola polpa ne contiene più dell’80%) con pochissime calorie (solo 57 per 100 grammi) e molteplici proprietà nutrizionali (è particolarmente ricco di calcio, potassio, fosforo e vitamine A e C e polifenoli). All’ananas spesso è associata la capacità di bruciare i grassi. Il falso mito deriva dal fatto che l’ananas contiene una sostanza, chiamata bromelina, in grado di rompere le molecole proteiche (attività proteolitica) degli alimenti rendendole più digeribili, ma che non ha alcuna attività sui grassi. Non esistono alimenti che fanno dimagrire o che siano completi dal punto di vista nutritivo: l’alimentazione deve, quindi, essere varia e rapportata alle condizioni della persona e all’attività fisica che svolge.

In conclusione, in un’alimentazione equilibrata il 60% circa delle calorie quotidiane dovrebbe provenire dai carboidrati ed almeno i 3/4 dovrebbero essere assunti sotto forma di carboidrati complessi . La frutta è un alimento indispensabile per il nostro organismo ed è consigliabile consumarne 2 porzioni al giorno accompagnate dal consumo quotidiano di almeno 3 porzioni di verdura. – Fonte ISS Salute.

- Pubblicità -
Redazione
Redazione
Giornale digitale fondato nel 2022 con l’intento di offrire al territorio “Una voce oltre la notizia”. Nasce dall’esigenza di un gruppo di giornalisti ed esperti di comunicazione di creare un canale di informazione attendibile, laico e indipendente che dia voce ai cittadini, alle imprese, ai lavoratori, agli studenti…

CORRELATI
ALTRI ARTICOLI

Trapianti, l’eccellenza del Lazio: al POIT 14 interventi consecutivi nel mese di agosto

Il POIT continua a essere all'avanguardia anche nella "transplant oncology". Il bilancio positivo di un trend in forte crescita

Diabete mellito gestazionale: i meccanismi patogenetici e gli effetti dei polifenoli della dieta

Dieta e stile di vita sano come strategia terapeutica per contrastare l'insorgenza e lo sviluppo di disturbi metabolici nelle donne con GDM

Salute, l’importanza della medicina di genere nei percorsi di diagnosi e cura anche in età pediatrica

Un approccio di genere nella pratica clinica può contribuire alla promozione della salute con un miglioramento dell'appropriatezza delle cure

Analisi e servizi sanitari in farmacia, U.A.P: “Nas controllino quali rispettano i requisiti”

Indetta manifestazione a Roma: parteciperanno 30 associazioni di categoria. Numerosi i punti oggetto di discussione

Hpv, condilomi in calo in Italia grazie al vaccino: dimezzati nella fascia d’età 15-24 anni

I condilomi sono la patologia a trasmissione sessuale più frequentemente diagnosticata. I Papillomavirus infettano 4 persone su 5

Malattie neurologiche in aumento, l’Oms spiega perché e quanto conta la diagnosi precoce

L'incremento è dovuto: all'invecchiamento della popolazione, alla mancanza di trattamenti terapeutici risolutivi e alla scarsa prevenzione
- Pubblicità -

Condividi sui social

- Pubblicità -

Più letti

- Pubblicità -