Pretendevano un alloggio popolare senza averne diritto. O meglio, dopo averne perso il diritto a seguito del decesso di un loro congiunto che per anni aveva vissuto in una casa Ater a San Vittore del Lazio.
Due uomini residenti in paese, rispettivamente padre e figlio, sono stati condannati dal tribunale di Cassino a pagare una multa, risarcire i danni e farsi carico delle spese processuali, dopo che avevano tentato di aggredire il sindaco, Nadia Bucci, unitamente al consigliere comunale Domenico Spennato, intervenuti per bloccarli. I fatti risalgono al 2017 quando i due amministratori vennero aggrediti e minacciati dai due cittadini che pretendevano la restituzione di un alloggio Ater che era appartenuto a un familiare deceduto anni prima.
Una pretesa illegittima alla quale il sindaco si era opposto fermamente suscitando la rabbia dei due che provarono ad aggredirlo. Solo il tempestivo intervento delle forze dell’ordine evitò il peggio. “Penso di aver tollerato anche per troppo tempo atteggiamenti ingiuriosi, oltraggiosi, provocatori e irrispettosi da parte di coloro che si sono sempre comportati da ‘yes man’ pur di ottenere qualcosa e da parte di coloro che esasperano gli animi della collettività in nome della politica dei favoritismi. Tra l’altro – continua il primo cittadino – i due soggetti in questione sono rispettivamente fratello e padre di un consigliere di minoranza che non ha mai espresso solidarietà né a me né all’altro consigliere, né privatamente né in consiglio comunale. Per cui per me oggi è una grandissima vittoria”. – Conclude la Buccci.