Il presidente Volodymyr Zelensky si dice pronto ad accettare lo status di neutralità dell’Ucraina come parte di un accordo di pace con la Russia. La notizia alla vigilia dei nuovi colloqui tra Kiev e Mosca, in programma domani a Istanbul.
Ma intanto l’Ucraina continua ad essere sotto assedio. La guerra, da 32 giorni, va avanti. Il bilancio delle vittime cresce. Mariupol assediata è ormai allo stremo ma non ci sarà alcun corridoio umanitario oggi in Ucraina per motivi di pubblica sicurezza. Zelensky lo ha definito una “catastrofe umanitaria”, affermando che le forze russe hanno portato via dalla città oltre 2.000 bambini.
Nelle ultime 24 le truppe russe hanno bombardato la regione di Kharkiv più di 200 volte con artiglieria e mortai, con lanciarazzi multipli e Tornado con munizioni a grappolo vietate. Lo ha riferito il capo dell’amministrazione militare regionale di Kharkiv Oleh Synegubov su Telegram, citato dal Kyiv Independent. Nelle ultime 24 ore, inoltre, ci sono stati più di 40 bombardamenti da parte delle truppe russe nella regione di Kiev. Lo rende noto il capo dell’amministrazione militare regionale di Kiev Oleksandr Pavliuk, come riporta Ukrinform.
Guerra in Ucraina, la strage di bambini
Il bilancio dei bambini uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione russa sale a 143, contro i 139 di ieri, mentre i feriti sono adesso 216: lo ha reso noto su Telegram Liudmyla Denisova, responsabile per i diritti umani del Parlamento ucraino, secondo quanto riporta Ukrinform.
Mentre arriva la notizia che Zelensky voglia l’Italia tra i garanti della pace – nell’iniziativa U24, United for peace, per creare un gruppo di Paesi capace di dare una risposta entro 24 ore in caso di aggressione. Secondo il nostro presidente, di questo gruppo dovrebbero far parte i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu, più la Germania, il Canada, la Turchia e anche l’Italia- ll presidente Sergio Mattarella – parlando all’Università di Trieste ha affermato: “Non troviamo una motivazione razionale a questa guerra. Occorre fermarla ora, subito. Servono dialogo e trattative per chiudere la guerra immediatamente”.