Alatri – Era il 30 gennaio 2023. Un lunedì sera come tanti, in una fredda serata d’inverno. D’improvviso un boato squarciò il silenzio della città. Colpi d’arma da fuoco vennero uditi indistintamente nella zona di via Liberio. Le grida, il sangue, l’arrivo dei soccorritori, poi la corsa in ambulanza. Le voci si rincorsero in breve tempo. Nessuno, neppure chi come noi della stampa aveva l’arduo compito di raccontare cosa fosse accaduto, voleva crederci. Un ragazzino di soli 19 anni stava lottando disperatamente tra la vita e la morte. Era stato raggiunto da un colpo di pistola alla testa mentre con alcuni amici, come spesso era solito fare, si era ritrovato sulle scalette del Girone. Quel ragazzo era Thomas Bricca. Il suo volto, i suoi occhi grandi, il suo sorriso dolce finirono sulle pagine della stampa locale e nazionale. In poche ore i riflettori di tutta Italia erano puntati su Alatri.
Un agguato in piena regola. Due sicari a bordo di un T-Max scuro avevano raggiunto il parcheggio antistante le scalette ed avevano aperto il fuoco. Il loro obiettivo – come ricostruito nel corso delle complesse attività d’indagine – non era Thomas. Era un suo amico, Omar Haoudi che, fatalità, quella sera del 30 gennaio di un anno fa, indossava un giubbotto bianco come quello della vittima. Thomas Bricca venne stabilizzato e trasferito d’urgenza al San Camillo di Roma. Il primo febbraio dall’ospedale della capitale arrivò l’annuncio del suo decesso. Una notizia che gettò nello sconforto familiari, amici, la comunità di Alatri e l’Italia intera.
Sin da subito i sospetti si concentrarono sulla famiglia Toson. Poco dopo la morte di Thomas, Roberto e Mattia Toson, padre e figlio in carcere dal 18 luglio scorso, si presentarono dai carabinieri per dichiarare la loro estraneità ai fatti. Una “mossa” che non fece altro che stringere il cerchio attorno a loro. A seguito delle indagini, delle intercettazioni, delle perizie sugli smartphone, delle testimonianze raccolte, il 14 luglio, il Gip del Tribunale di Frosinone, Antonello Bracaglia Morante, firmò l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per padre e figlio. 295 pagine, nelle quali è stato ricostruito il delitto, che portarono a far scattare le manette ai polsi dei Toson all’alba di quattro giorni dopo.
Da quel giorno le indagini sono andate avanti ed è iniziata la fase verso il processo. Roberto e Mattia Toson compariranno davanti alla Corte d’Assise di Frosinone venerdì prossimo, 2 febbraio. Giudizio immediato, respinte le istanze avanzate dalla difesa che aveva richiesto il rito abbreviato che, con la derubricazione del reato, avrebbe consentito di ottenere uno sconto di pena.
In attesa della prima udienza, questa sera, ad un anno esatto dal delitto, la comunità di Alatri si ritroverà per una fiaccolata: “Luci nella notte”. Nello stesso giorno e alla stessa ora nel parcheggio di via Liberio.
La fiaccolata per Thomas: “Questa volta non ci saranno i sicari”
L’appuntamento, voluto dai familiari del 19enne e organizzato dall’associazione “L’albero di Thomas”, è in programma a partire dalle ore 20.00, al Girone. “Questa volta, a distanza di un anno, in quel giorno e a quell’ora, in via Liberio, in un parcheggio, non ci saranno due sudici sicari a sparare su quattro ragazzi soli e inermi ma una comunità intera che spera, prega e combatte per Tommy e per tutti i suoi ragazzi. – È il messaggio di mamma Federica e zio Lorenzo Sabellico che aggiungono: “Luci nella notte vedrà centinaia di luci brillare. Non ci sarà più il senso di smarrimento, non ci sarà più la paura ma centinaia di persone che chiedono giustizia. Oggi siamo uniti, in nome di Thomas e della verità, e questo è il messaggio più forte. Ci saranno i ragazzi, le scuole, i rappresentanti delle Istituzioni. Dopo quello che è accaduto a Thomas stiamo cercando di creare un nuovo futuro por i nostri giovani. Noi continueremo a dare il nostro contributo e siamo certi che lo faranno anche i giudici. Lo Stato dovrà dimostrare proprio a tutti quei ragazzi che chi sbaglia deve pagare, senza sconti”. – Concludono Federica e Lorenzo.
“Condanna esemplare anche per i complici”
Anche papà Paolo Bricca sarà alla fiaccolata di questa sera. Stretto nell’abbraccio della comunità chiederà che venga fatta giustizia per suo figlio e che anche i complici paghino: “Ci sarò, insieme alle tante persone che ci hanno dimostrato vicinanza e affetto in questo anno difficile. Nessuno di noi avrebbe mai pensato di non vedere più il sorriso di Thomas. Eppure così è stato. Eppure qualcuno lo ha strappato alla vita e a noi. Ed ora quel qualcuno deve pagare il suo conto con la giustizia. Chiediamo una condanna esemplare per gli assassini e che vengano condannati anche i complici, tutti coloro che hanno aiutato, coperto, mentito. E sono tanti. Ancora qualcuno non ha detto tutta la verità ma sono certo e fiducioso che verrà fuori durante il processo. Nessuno ci riporterà indietro Thomas e questa sarà la verità più difficile da accettare e metabolizzare. La sua vita è stata spezzata insieme alla nostra. Ora però dobbiamo assicurare i suoi assassini e alla giustizia terrena, lo dobbiamo a mio figlio”.