Fondi per i disturbi alimentari, Savo: “Lavoriamo per una rete Hub&Spoke su tutto il territorio”

La presidente della Commissione regionale Sanità evidenzia come le Asl non abbiano neppure speso i fondi erogati: necessaria una rete

“La questione legata ai fondi per i disturbi del comportamento alimentare deve essere chiarita con numeri e dati alla mano per evitare sin troppo facili strumentalizzazioni che alimentano polemiche e critiche lontane da quella che è la realtà dei fatti”. Così la presidente della Commissione regionale Sanità, Alessia Savo (FdI), intervenendo in merito ai finanziamenti del Governo per i disturbi del comportamento alimentare.

“Fermo restando lo stanziamento di altri 10 milioni di euro con emendamento al decreto Milleproroghe, – spiega la Savo – e quindi la copertura del fondo straordinario anche per il 2024, il lavoro che il Governo centrale sta mettendo in campo, e che la Regione Lazio recepisce con le misure contenute nel Piano di assistenza territoriale 2024-2026, è la trasformazione delle risorse destinate al capitolo dei disturbi della nutrizione, da straordinarie a strutturali, con l’entrata in vigore dei nuovi Lea (Livelli essenziali di assistenza). Questo si traduce in una gestione organizzata, programmata e pienamente rispondente ai fabbisogni dei territori attraverso una visione del problema che non è più ‘temporanea’ e, quindi, legata al rinnovo di anno in anno di fondi, come fatto sinora, e con assunzioni di personale a tempo determinato. Al contrario, invece, rappresenta, e finalmente diremmo, una presa in carico totale, complessiva e cosciente della necessità di una rete di coordinamento che finora non c’è stata e che ha provocato due conseguenze su tutte: la non adeguata assistenza dei pazienti affetti dai Disturbi della nutrizione e la pesante mobilità passiva legata alla mancanza di servizi. Senza contare che, – e questa è la fotografia scattata dalla sottoscritta nel ruolo di presidente della Commissione sanità nella prima audizione, lo scorso 31 ottobre, di tutti gli attori e i soggetti coinvolti – secondo le relazioni di rendicontazione finanziaria presentate finora al ministero della Salute risulta che le Asl non hanno neppure speso tutti i fondi erogati, peraltro mettendo in campo soluzioni differenti, senza creare vera rete, e quindi efficacia, nel prendere in carico donne e uomini affetti da questa problematica”.

“Nel piano di assistenza territoriale 2024-2026, varato poco prima della fine dell’anno, sono scritti nero su bianco numeri e obiettivi ben precisi tra cui nuovi posti letto per semiresidenziali e per i residenziali, stabiliti in base a criteri oggettivi quali il fabbisogno di salute della popolazione, la prossimità e l’omogeneità sul territorio regionale attraverso la costituzione di gruppi tecnici regionali. In una parola: coordinamento. Oltre a questo, il Piano prevede la definizione della rete di trattamento secondo il modello Hub&Spoke, individuando centri di riferimento a valenza regionale e provinciale in sinergia con un primo livello di trattamento presente in ogni Asl.

Ecco perché – conclude la Savo – sollevare critiche senza conoscere le diverse declinazioni del problema rischia di diventare una pratica pericolosamente demagogica che nulla aggiunge in termini di soluzione e getta, invece, fumo negli occhi, quando il nostro obiettivo, in linea con quello del Governo Meloni, è di studiare, organizzare e gestire problematiche di questa evidenza secondo criteri oggettivi, efficaci e unicamente utilizzati per rispondere alle esigenze delle persone. Con il centrodestra alla guida del Paese e della nostra Regione è finalmente arrivato il tempo in cui dei problemi non ci si preoccupa, ci si occupa e i risultati a un anno scarso dal nostro insediamento ne sono chiara ed evidente dimostrazione”.

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