Serena Mollicone non ha urtato la porta della caserma. È la ricostruzione del consulente della difesa della famiglia Mottola, il professor Giorgio Bolino, durante l’udienza del processo di secondo grado che si è svolta ieri davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Roma, per l’omicidio della diciottenne di Arce avvenuto nel 2001.
“Serena non ha urtato contro un corpo piatto. Se la ragazza avesse urtato contro la porta avremmo trovato lesioni cutanee e alla mandibola inoltre le tre fratture che aveva erano composte e invece se si fosse scontrata con la porta la frattura sarebbe stata scomposta – ha spiegato in aula il medico legale -. Serena Mollicone è morta tra le 24 e le 36 ore prima dell’esame esterno sul corpo avvenuto il 3 giugno intorno alle 17 del pomeriggio. Non erano trascorse oltre le 24-36 ore dal decesso. In 48 ore in quelle condizioni la macchia verde putrefattiva che di norma compare sarebbe stata evidente sul corpo di Serena e invece non la aveva”.
L’esperto nominato dalla famiglia Mottola per controbattere alla perizia medico legale dell’antropologa forense, Cristina Cattaneo, nominata dalla procura generale, ha inoltre sottolineato che “il corpo di Serena Mollicone non aveva segni di colluttazione e nemmeno segni di afferramento o sollevamento”.