Frosinone – L’evento più importante e toccante, sicuramente di grande significato sociale. In Italia, dove i femminicidi sono alla stregua di una pandemia, avrà una cassa di risonanza del tutto particolare e non solo dopo i tragici eventi dell’ultima settimana. Al ‘Benito Stirpe-Psc Arena’ nella mattinata di oggi la presenza oltre 800 ragazzi degli Istituti scolastici della provincia hanno presenziato alla edizione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Un appuntamento – anzi l’appuntamento principe – che per il Club giallazzurro rientra nel percorso del progetto Experience, nel settore specifico della Solidarietà. Ricco e qualificato anche il parterre di relatori all’evento. A moderare l’avvocato Marika Gimini, responsabile dei progetti Experience per il Frosinone Calcio. Hanno aperto la mattinata i saluti istituzionali portati dal direttore Marketing & Comunicazione-Rapporti Istituzionali del Frosinone, dottor Salvatore Gualtieri che ha ideato il progetto Experience, dalla professoressa Flavia Colonna della USR Lazio, dal sindaco del Capoluogo, dottor Riccardo Mastrangeli e del questore di Frosinone, dottor Domenico Condello.
Quindi gli interventi di esperti del settore. Professionisti in prima linea nella lotta alla violenza di genere. Presenti la dottoressa Anna Pilozzi – in qualità di vice presidente dell’Associazione ‘La Caramella buona’ (nata nel 1997, impegnata soprattutto nella lotta alla pedofilia) impegnata nella tutela dei minori e nella gestione delle Case di accoglienza per donne e minori vittime di violenza -, il Sostituto Procuratore della Repubblica di Cassino, dottoressa Marina Marra e la dottoressa Cristina Pagliarosi, direttore tecnico Superiore della Questura di Frosinone.
Gli Istituti scolastici della provincia ciociara hanno risposto in maniera capillare: 64 studenti dall’Istituto Comprensivo 2 di Anagni, 50 studenti dall’Istituto Comprensivo Ferentino 1 (1 plesso di Fumone), 100 studenti dal ‘Dante Alighieri’ di Anagni, 40 studenti dell’Itis ‘Don Morosini’ di Ferentino, 150 studenti dall’Istituto ‘Alessandro Volta’, 40 studenti dall’Istituto Comprensivo 2 di Frosinone, 60 studenti dall’Istituto ‘Anton Giulio Bracaglia’ di Frosinone, 104 studenti dall’Istituto Comprensivo 2 di Veroli, 40 studente dell’Istituto Comprensivo 4 di Frosinone, 35 studenti da Ceccano, 9 studenti dal ‘Nicolucci’ di Isola del Liri e 75 studenti dal ‘Sulpicio’ di Veroli. Presente anche la formazione femminile del Frosinone che prende parte al campionato di serie C.
Durante la prima parte, è stato trasmesso un video con le parole di mister Eusebio Di Francesco: “Un saluto a tutti, purtroppo non siamo presenti perché impegnati nella preparazione della prossima gara. Ma vigliamo essere vicini a voi. Molto importante è l’appuntamento di oggi ma non deve essere solo il 25 novembre da dover ricordare, vanno ricordati tutti i giorni, di tutti i mesi di ogni anno. E ricordare che dobbiamo portare rispetto. Un abbraccio a tutti e viva le donne”.
Momento commovente la lettura di tutte le donne uccise dall’inizio del 2023 e l’applauso di tutti i presenti. “A nessuna di queste ragazze – ha detto l’avvocato Marika Gimini nel sul discorso introduttivo – doveva succedere ma soprattutto a nessun’altra al mondo dovrà succedere in futuro, deve essere questo il nostro messaggio. Voglio anche ricordare il nome di Romina Di Cesare, era di Frosinone: merita anche lei una menzione particolare. Il 25 novembre si celebra nel mondo la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, come istituita dall’assemblea generale dell’Onu. Il Frosinone Calcio, attraverso il progetto Experience che coinvolge da anni le giovani generazioni, scende in campo contro una delle più devastanti violazioni dei diritti umani: il femminicidio. Il Frosinone Calcio manda in cattedra dei professori d’eccellenza, i calciatori, nella speranza che la potenza dello Sport – ha sottolineato la Gimini – contribuisca alla sensibilizzazione. E tutto questo è possibile anche alla presenza fattiva delle Istituzioni al fianco del Frosinone Calcio nel lungo percorso”.
Ha preso quindi la parola il direttore Salvatore Gualtieri, ideatore del progetto Experience: “Vi porto i saluti del presidente Maurizio Stirpe anche a nome di tutto Frosinone Calcio. E ringrazio i nostri partner, inseriti da tempo nel progetto ‘Insieme in campo’: il riferimento va al Comune, al Provveditorato, alla Questura e all’Università di Cassino. Un ringraziamento speciale a chi oggi ci darà un valore aggiunto e mi riferisco alla dottoressa Marra, alla dottoressa Pilozzi e alla dottoressa Pagliarosi. Porteranno la loro esperienza, la professionalità, la competenza. Due cenni rapidi sullo Stadio, nato 7 anni fa dall’idea del presidente Stirpe. Rappresenta un fiore all’occhiello non solo di Frosinone ma a livello nazionale. Questo Stadio nelle intenzioni non doveva essere e non lo è solo il luogo dove gioca il Frosinone ma al suo interno si sono svolti eventi e non solo di ambito sportivo. Lo Stadio è anche un luogo di cultura e di aggregazione a livello generale. Oggi la vostra presenza aggiunge un ulteriore tassello alla crescita”.
È quindi la volta della professoressa Flavia Colonna del Provveditorato agli Studi: “Mi fa molto piacere vedere tante persone, tanti colleghi docenti e sarebbe stato interessante anche vedere la presenza dei genitori e magari sarà per il prossimo evento vista anche la tematica in campo”.
“Ad aprile – riprende la parola l’avvocato Gimini – avremo sicuramente anche il coinvolgimento delle famiglie con l’evento sull’autismo, altro tema che va valutato con grande attenzione”.
Interviene a questo punto il primo cittadino del Capoluogo, il dottor Riccardo Mastrangeli: “Siamo orgogliosi di aver aderito come comunità e come Città all’invito del Frosinone Calcio nella persona del direttore Gualtieri che conferma la sua grande sensibilità a quelli che sono i temi sociali. E un ringraziamento speciale al Provveditorato, alla Questura rappresentata ai massimi livelli con il questore dottor Condello e con la dottoressa Pagliarosi. Siamo di fronte ad un tema che investe tutta la società e sul quale dobbiamo richiamare una sensibilità molto ampia. Oggi richiamiamo il mondo della scuola ma quello della violenza sulle donne è un tema che comprende a largo spettro tutti gli ambiti della società in cui viviamo. Molti eventi di questo genere siamo abituati a vederli distanti ma purtroppo non è così. Ed anche nella nostra Città c’è stato un evento drammatico come hanno ricordato prima di me. Io parto da un concetto: i bambini non sono violenti, lo diventano se si intraprendono certi percorsi con la crescita. E quindi bisogna intervenire necessariamente su altri assets”.
È il momento del questore dottor Domenico Condello: “Quella lista di nomi di donne letto all’inizio ci deve indurre a riflettere. Sono donne che non ci sono più, hanno subìto l’estremo atto di violenza pagandolo con la vita. Ma credo che la via che stiamo percorrendo oggi, partendo dalla prevenzione nelle Scuole, sia quella giusta. Il tema è molto complesso, affrontato nelle Scuole e nelle famiglie: va affrontato con la prevenzione ma anche con la repressione. Perché il 90% delle persone ammonite non ripete atti di quel tipo. Debbo dire che le Questure hanno personale altamente qualificato e formato, siamo a totale disposizione della gente. Ma è importante la comunicazione di certi atti. Ma la vera forza della persona è il rispetto delle persone”.
Nel giro degli interventi, quello in successione di tre donne, tre professioniste che tutti i giorni sono in prima linea nella lotta alla violenza di genere.
La prima a prendere la parola è la dottoressa Annamaria Pilozzi dell’Associazione ‘La Caramella buona’. E il suo intervento è costruito su testimonianze forti: “Noi ci occupiamo di tutela di minori sull’intero territorio nazionale, il nostro presidente onorario è la dottoressa Roberta Bruzzone (criminologa, ndr) che vediamo da anni in tv nelle trasmissioni specifiche. Oltre 10 anni fa abbiamo deciso di dare il nostro aiuto alle varie Associazioni che si occupano di violenza sulle donne, siamo al loro fianco nel lungo percorso. Il nostro scopo è quello di accogliere donne e minori nella prima emergenza e cioè le persone che decidono di uscire, di scappare dal pericolo, di chiedere aiuto. La nostra responsabilità è quella di aiutarle a non tornare indietro. Mi chiedo: quante cose possono accadere dietro una porta chiusa? Quanto ospitammo una donna, Ilaria, lei stava per essere bruciata viva con i suoi bambini. Sullo stesso pianerottolo abitava la madre che mi chiamò e sapete cosa mi disse? Mi rimproverò, disse che una brava donna avrebbe dovuto stare zitta. Da gennaio ad oggi sono state registrate 105 donne uccise. Mi rivolgo alle ragazze che sono qui: la sconfitta, la disfatta non si può identificare in noi. Se un uomo vi ama non vi maltratta e allora le aggiungo che le prime alleate delle donne debbono essere le donne stesse. Quando una donna decide di scappare, noi dobbiamo farci trovare pronti. Grazie a noi, alla nostra Associazione, abbiamo permesso di riaprire il caso di Cristina, trovata morta a Bologna. E venne indagato il suo compagno, per stalking ed omicidio. E il 7 giugno scorso questo soggetto venne condannato a 30 anni di carcere. Vi faccio un esempio accaduto ad Anagni: Asia ha 13 anni, il nome è di fantasia, ed è già vittima di un ragazzo, tale Marco, uno stalker. Asia non esce più e questo Marco arriva ad inviarle 735 messaggi al giorno con utenze fittizie, dentro una sola frase: tu sei mia. Ma il possesso è con le cose e non con le persone. Decidete oggi, subito, se i ragazzi vogliono essere dei perdenti e le ragazze non libere. E su questo interrogativo fatevi aiutare. Pensate a quante donne non ce l’hanno fatta. Pensate alla piccola Fortuna di Caivano: violentata, massacrata e gettata dalla finestra. Non è sbagliato essere donna, è sbagliato non rispettare la donna in quanto tale”.
“Ringrazio la dottoressa Pilozzi – ha ripreso la parola l’avvocato Gimini – le in tutto quello che fa ci mette il cuore. E dobbiamo sapere che c’è gente come lei pronta ad ascoltarvi”.
Prende la parola la dottoressa Cristina Pagliarosidella Questura di Frosinone. Anche il suo un messaggio forte, rivolto ad una platea di ragazzi troppo ‘vociante’ ed anche pericolosamente ‘assente’: “Io sono la psicologa della Questura e sono onorata di essere qui tra voi oggi. Qui non si sta parlando di una cosa lontana anni luce: lo sapete cosa è la violenza? Abbiamo iniziato leggendo una lista infinita di donne che hanno perso la vita per mano di gesti violenti da parte di uomini che loro pensavano le amassero. Ragazzi la violenza parte da atteggiamenti che ho rintracciato già qui stamattina: dalla mancanza di rispetto. Ma chi ci crediamo di essere? Vi sembra un’esagerazione? No. Un’assenza di rispetto che mi porterà a mancarne ancora se qualcuno non penserà di fermarmi. Davanti a voi avete delle Istituzioni. Non pretendo rispetto alla mia persona come Cristina Pagliarosi. Bensì alle Istituzioni che tutti noi rappresentiamo, le Istituzioni che tutelano tutti noi. La violenza sulle donne è figlia della solitudine e dell’isolamento. Significa che siamo tutti parte responsabile. La cosa più drammatica è sapere che quelle donne ammazzate non ce l’hanno fatta a riconoscere il loro aguzzino. E tutte dicono: io lo amo! Io dico alle donne: parlatemi di voi, ditemi quante volte lo avete accolto ricevendo in cambio le botte. Una volta abbiamo messo al sicuro una donna a sua insaputa, lo abbiamo fatto ascoltando con le intercettazioni le sue parole attraverso le quali stava costruendo la difesa del suo uomo prima di andare in Tribunale. E ci siamo riusciti attraverso il lavoro prezioso di un collega Commissario con una esperienza trentennale. Questa donna si era rivolta a 25 ospedali diversi per evitare che i dati si incrociassero. Ecco, è necessario fare scudo tutti insieme”.
Il gran finale di una mattinata oltre il calcio, per un tema così di dura attualità, ha visto prima l’intervento della dottoressa Marina Marra, Sostituto Procuratore della Repubblica di Cassino: “Il nostro è un ruolo di ‘dominus’ dell’attività di indagine. Polizia e Carabinieri svolgono le attività capillari sul territorio, noi diamo il nostro apporto alle indagini. Con un doppio ruolo: la gestione delle indagini e poi il momento del dibattimento, con le prove raccolte, davanti al Giudice in un’aula di Tribunale. Che esamina le nostre carte e decide su una condanna o all’assoluzione dell’imputato. Il Codice Rosso? È un termine tecnico che indica tutta la violenza di genere. È una legge dello Stato (nr. 69 del 2019), introdotta sulla scia anche di pressioni internazionali. In questa legge sono state inserite novità importantissime che interessano voi ragazzi. Sono stata molte volte a Scuola, ma non per insegnare bensì per ascoltare soprattutto le ragazze ‘vulnerate’ da loro coetanei”.
La dottoressa Marra ha toccato il reato del ‘revenge porn’, molto diffuso anche tra i giovani: “Sono condotte molto gravi che hanno portato in taluni casi ad esiti molto terribili. Ricordate il caso della povera Tiziana Cantone, quel dramma portò a quella legge”.
E poi anche il reato di ‘lesioni permanenti al viso’: “Una pratica molto diffusa, nei confronti di una donna, che porta a danni procurati con l’acido. Il Codice Rosso permette anche l’interlocuzione costante tra magistrati e forze dell’ordine, ci troviamo anche di notte a decidere dei provvedimenti che possono riguardare anche la misura cautelare come il divieto di avvicinamento, possibile attraverso il famoso braccialetto elettronico” ha evidenziato ancora la dottoressa Marra che nel suo intervento è riuscita a ‘catturare’ l’attenzione degli studenti più attenti.
A chiudere l’evento della Giornata Internazionale contro la violenza sulla Donna non poteva che essere una calciatrice della squadra femminile del Frosinone, Angela Rutolo: “Voglio ringraziare il Frosinone che ci tutela al massimo livello come ragazze. Mi piace fare una considerazione: siamo esposte al ‘vento’, alla violenza di certi messaggi social che ci espongono senza riparo e lo dico da donna. Poi ci sono anche le notizie positive: pochi giorni fa a Milano è stata sventata una violenza ad una ragazza che poi è riuscita a mettere in atto il segnale che permette fuggire dall’incubo”.