L’ospedale di Cassino è considerato terra di nessuno. L’aggressione dell’altra notte a danno di un’infermiera in servizio al pronto soccorso di Cassino non è stata che l’ennesimo episodio figlio di una situazione oramai divenuta insostenibile. Non solo l’area Triage ma anche l’esterno e l’interno dell’ospedale sono un colabrodo. Le porte degli ingressi laterali non vengono sorvegliate né di giorno né di notte e questo consente a persone senza tetto di poter trovare riparo e rifugio nella hall o addirittura al pronto soccorso stesso.
Da settimane davanti l’atrio sosta un uomo che dorme e mangia proprio tra il viavai dei pazienti e degli utenti. Un’altra situazione divenuta oramai insostenibile si vive tra le sedie esterne della sala del pronto soccorso: qui dorme da settimane un giovane straniero. Nonostante i solleciti, nonostante gli interventi delle forze dell’ordine, la situazione sembra rimasta invariata.
Un altro aspetto fondamentale riguarda il reparto di SPDC: l’unico della provincia di Frosinone che accoglie malati di mente: da due mesi il reparto ospita anche un detenuto psichiatrico che viene piantonato dalle forze dell’ordine 24 ore su 24. In questi 60 giorni non si è stati capaci di trovare una struttura detentiva adeguata per poterlo trasferire. Le forze dell’ordine impegnate nel piantonamento vengono così sottratte al territorio che è sempre più in balia di delinquenza comune.
L’intervento del sindacato
A tal proposito è intervenuto il sindacato Cisl Fp: «Quanto è avvenuto l’altra notte scorsa sottolinea, ancora una volta, la necessità di un intervento immediato – ha affermato la Responsabile sanità pubblica del Polo di Cassino-Pontecorvo Cisl Fp Frosinone Rosaria Piscopo – Questa nuova aggressione evidenzia lo stato di emergenza che si continua a vivere all’interno delle strutture sanitarie, per la nostra infermiera sono state riscontrate contusioni tali da necessitare di sette giorni di prognosi. È evidente che la condizione in cui i nostri operatori devono lavorare non è più sostenibile, c’è un sistema di vigilanza ma questo stesso sistema deve occuparsi non solo del pronto soccorso ma dell’intero ospedale. Già questo dato evidenzia il forte stato di precarietà che si vive all’interno delle strutture sanitarie. Occorrono maggiori controlli, occorre un rafforzamento dei presidi di sicurezza per garantire a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori i giusti di livelli di tutela che oggi mancano».