Con il decreto-legge n. 124 del 19 settembre 2023, a decorrere dal 1° gennaio 2024 entrerà in vigore la nuova Zona Economica Speciale denominata “ZES Unica”, che consentirà di massimizzare l’impatto competitivo dei territori che ne fanno parte. Si tratta di un’unica zona economica speciale per il Mezzogiorno, che riorganizza il sistema delle ZES già operanti, creando ulteriori e migliori condizioni: semplificazioni burocratiche, come lo strumento dell’autorizzazione unica, e la conferenza dei servizi semplificata, ovvero, l’abbattimento della metà dei tempi di ottenimento dei rispettivi pareri. In aggiunta, misure di agevolazione fiscale con il credito d’imposta.
Il Lazio, rientrando tra le regioni più sviluppate, trascina le province di Frosinone e di Latina che, pur avendo i valori più bassi rispetto a quelli regionali, restano fuori da questi benefici. Ciò è dovuto alla normativa che tiene conto della media regionale degli indicatori economici e non di quelli dei singoli territori. – Ad intervenire sul tema è Federlazio Frosinone.
Il Basso Lazio, non è soltanto un territorio fuori dai benefici della ZES, ma è confinante con aree che ne andranno a beneficiare. Si creeranno, pertanto, condizioni di concorrenza molto forti che potrebbero portare ad accentuare un processo di delocalizzazione di imprese che, a distanza di pochi chilometri, avrebbero l’opportunità di vantaggi competitivi rilevanti. Ciò andrà ad impoverire ulteriormente un tessuto economico già in difficoltà.
Diventa urgente e necessario un intervento affinché il Basso Lazio entri nella ZES.
Nell’ambito dell’audizione presso la XI Commissione Sviluppo Economico del Consiglio Regionale del 12 settembre scorso, il Presidente di Federlazio Frosinone, Nino Polito, si è già espresso riguardo al rilancio del settore industriale della provincia, evidenziano anche l’opportunità della ZES.
“I mercati stanno affrontando sfide significative e risulta cruciale per il frusinate migliorare alcuni indicatori di performance, indispensabili nella sfida competitiva. In cima alla lista: tempi degli iter autorizzativi, sburocratizzazione, fiscalità. L’inclusione del Basso Lazio nella ZES, può certamente aumentarne l’attrattività e lo sviluppo, o quantomeno bisognerà valutare l’opportunità di provvedimenti e strumenti che possano schermarlo da fenomeni di competitività a due velocità”.