Negli ultimi anni la pandemia causata dalla capillare diffusione del Covid-19 e delle sue varianti ha costretto i governi ad attuare quelle misure restrittive, mirate a contenere il contagio, che tutti conosciamo bene, avendone patito le conseguenze: ricordiamo ancora lucidamente i terribili mesi di “confinamento”. La paura ha sicuramente condizionato la nostra vita: in tempi brevissimi un virus “ignoto” ha mandato in tilt i rapporti umani e le abitudini di sempre, anche quelle consolidate.
Sicuramente questa pandemia globale ci ha sensibilizzato all’argomento e resi più attenti ad ogni comunicazione in tema di virus. È di questi giorni la notizia di un allarme, il quarto in 5 anni, lanciato dalle autorità sanitarie del Kerala, in India, dove in poche ore si sono registrati 6 casi di Nipah di cui 2 decessi. Il Nipah è un virus zoonotico a RNA trasmesso dai pipistrelli, identificato per la prima volta in Malesia nel 1998 tra gli allevatori di suini. In Bangladesh ed in India i focolai si riconducono principalmente al consumo di linfa di palma da dattero contaminata con urina di pipistrello. Colpisce sia l’uomo che gli animali, in genere si diffonde attraverso il contatto diretto con una fonte infetta, ha un alto tasso di mortalità.
Un virus raro, che non contagia rapidamente ma ha un potenziale letale considerevole. I virologi per ora sono sereni ma avvertono «Ogni epidemia offre all’agente patogeno l’opportunità di modificarsi, è probabile che esistano varianti del Nipah che non sono state ancora rilevate». In effetti, il valore R di Nipah, il fattore che misura la diffusione del contagio in una popolazione, è basso il che significa che è improbabile che l’infezione si diffonda lontano dal luogo d’origine. L’ipotesi che preoccupa è che se gli animali infetti dovessero essere trasportati nelle grandi città, l’aumento della densità di popolazione aumenterebbe il rischio di trasmissione da persona a persona, innescando nel tempo una nuova pandemia. Uno scenario che, purtroppo, abbiamo già visto e vissuto.
Per contenere la trasmissione, il governo indiano ha tenuto sotto osservazione la comunità a rischio, essendo entrati in contatto con i pazienti infetti. Contestualmente, le scuole sono rimaste chiuse e sospese tutte le riunioni, comprese le funzioni religiose ed i mercati. Una situazione che ha innescato legittimi timori.
Gli effetti del Nipha
L’effetto principale del Nipha è l’encefalite, ovvero il gonfiore del cervello: i pazienti sviluppano febbre e lamentano forti mal di testa, molti manifestano disorientamento, sonnolenza e confusione. Ad oggi non esistono farmaci specifici per il trattamento dell’infezione: si studiano i risultati a seguito della somministrazione di Ribavirina, indicata in associazione con altri medicinali per il trattamento dell’epatite C cronica. Inoltre è in fase di sperimentazione (fase 1) un vaccino a mRna prodotto da Moderna in collaborazione con il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid), parte del National Institutes of Health, statunitense. * Di Sara Pacitto.