Alatri – Roberto e Mattia Toson, padre e figlio accusati di aver ucciso, lo scorso 30 gennaio, in un agguato a colpi di pistola, il 19enne Thomas Bricca, “sono pericolosi e potrebbero ancora uccidere”. Per questo i giudici del Tribunale del Riesame hanno deciso che resteranno in carcere respingendo la richiesta di scarcerazione avanzata dai legali dei due, Angelo Testa e Umberto Pappadia.
Sono state depositate dagli stessi giudici le motivazioni che hanno spinto la magistratura a respingere la richiesta di scarcerazione. Le prove raccolte dalla Procura di Frosinone, al momento, sono dunque ritenute solide. La testimonianza chiave resa dalla ex fidanzata di Mattia, i tentativi di depistaggio posti in essere dai nonni del giovane, madre e patrigno di Roberto Toson, gli smartphone spenti durante l’agguato, il casco riconosciuto dalla stessa ex di Mattia ed altri elementi chiave hanno determinato la decisione dei giudici. Ora i legali presenteranno ricorso in Cassazione. Roberto e Mattia Toson restano nel carcere di Civitavecchia dove sono rinchiusi dallo scorso 18 luglio.
La ricostruzione degli inquirenti
Stando a quanto emerso nel corso delle indagini, secondo gli investigatori, Roberto e Mattia Toson erano a bordo del T-Max scuro con cui raggiunsero via Liberio. Thomas era seduto con alcuni amici sulle scalette sotto al Girone, con lui Omar Haoudi, il vero bersaglio. Tre i colpi di revolver esplosi, uno risultato fatale per il giovane che indossava un giubbotto bianco uguale a quello dell’amico. A sparare, stando all’accusa, Mattia mentre il padre Roberto guidava lo scooter. Il quadro probatorio ricostruito era stato ritenuto idoneo dal GIP del Tribunale di Frosinone per l’emissione della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di Roberto e Mattia Toson perché “in concorso tra loro cagionavano la morte di Thomas Bricca”. Agli indagati sono altresì contestate le circostanze aggravanti di aver agito per futili motivi e con premeditazione, per rappresaglia rispetto alle risse verificatesi in data 28 e 29 gennaio 2023. Inoltre, a Roberto Toson è contestata la circostanza aggravante di aver commesso il fatto essendo sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale per la durata di 2 anni.