Dopo l’episodio dell’uccisione di una capretta, presa a calci da parte di alcuni giovani, il sindaco di Anagni, Daniele Natalia, ed il consigliere comunale subdelegato alla Sicurezza, Riccardo Natalia, hanno promosso con una lettera la costituzione di un tavolo tecnico comprendente il Comune di Anagni, il Comando di Stazione dei Carabinieri di Anagni, la Tenenza della Guardia di Finanza di Anagni ed il Comando di Polizia locale di Anagni, per l’analisi e la prevenzione ed il contrasto dei fenomeni di microcriminalità sul territorio cittadino.
Il consigliere Riccardo Natalia ha spiegato che «gli ultimi spiacevoli episodi, pur creando allarmismi diffusi, non hanno comunque turbato la normale e ben nota tranquillità del territorio cittadino, ma l’amministrazione ha ritenuto opportuno comunque chiedere alle Forze dell’ordine l’istituzione di questo tavolo per portare avanti una politica attiva per la sicurezza e, sotto aspetti fondamentali, dell’educazione civica ad Anagni».
Il sindaco Daniele Natalia aveva già dichiarato che: «I fatti di violenza accaduti in queste ore ci lasciano attoniti e ci spingono a profonde riflessioni e a condannare con forza tali incomprensibili gesti. Ma questi fatti ci hanno dato lo spunto per richiamare l’attenzione su episodi dei quali non vorremmo mai essere spettatori e che fortunatamente restano isolati. Su questa linea continuiamo e rafforziamo un impegno già iniziato di presidio del territorio per evitare che si verifichino nuove vicende orrende come quella della capretta».
Inoltre, il primo cittadino, dopo aver letto l’annuncio del consigliere di minoranza Luca Santovincenzo di voler chiedere la convocazione della Commissione Sicurezza e l’istituzione di un tavolo permanente di confronto tra Comune, scuole, parrocchie, associazioni di familiari, servizi sociali e Forze dell’ordine, ha spiegato: «Non ci sono contrasti tra la nostra proposta alle Forze dell’ordine per l’istituzione del tavolo tecnico di studio e prevenzione della microcriminalità e quella avanzata dal consigliere Santovincenzo. Anzi, credo che le due proposte siano perfettamente integrabili. Occorre innanzitutto capire quali siano i numeri, i dati e le informazioni in possesso delle forze di polizia per comprendere il fenomeno e poi procedere all’allargamento degli interlocutori, coinvolgendo anche la società civile. Il triste e barbaro episodio della capretta mostra, infatti, che è soprattutto un problema culturale connesso al “disagio giovanile” a turbare la tranquillità di un territorio che, e questo anche grazie alla costante presenza delle FF.OO., non è oggetto di presenze criminali radicate».