Aquafarm, due giorni dedicati all’acquacoltura e alla pesca sostenibile: i numeri del made in Italy

Un importante occasione d’incontro e di dibattito per tutte le realtà professionali del Mediterraneo e dell’Europa meridionale

Gli acquacoltori italiani, in particolare i piscicoltori, fronteggiano una situazione complessa: “I cambiamenti climatici, l’impennata dei costi delle bollette e logistici, la rivoluzione dei mercati, hanno completamente cambiato la nostra esperienza e le nostre certezze. Queste trasformazioni rivoluzionarie devono spingerci a riflettere su come affrontarle con rinnovata energia”. Così Pier Antonio Salvador, presidente dell’API, l’associazione che riunisce i piscicoltori di Confagricoltura, alla vigilia della sesta edizione di Aquafarm, a Pordenone oggi e domani, 15 e 16 febbraio, realizzata fin dal suo debutto in collaborazione proprio con API.

La due giorni dedicata all’acquacoltura e alla pesca sostenibile costituisce un importante occasione d’incontro e di dibattito per tutte le realtà professionali del Mediterraneo e dell’Europa meridionale. “Senza sottovalutare le problematiche che viviamo quotidianamente – continua il presidente API– dobbiamo essere capaci di mirare dritto all’obiettivo per aumentare la competitività del nostro settore. Da un lato le nuove tecnologie e l’acquacoltura intelligente, dall’altro una filiera sempre più coesa, che si confronti unita con la GDO, come merita il nostro importante comparto”. 

L’intenso calendario della manifestazione sarà l’occasione, per API, di presentare la Guida per la valutazione e il miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti di acquacoltura, redatta nell’ambito del programma europeo EWEAS (Erasmus +). “Questo progetto – spiega Salvador – ha contribuito a migliorare l’efficienza idrica ed energetica nei nostri impianti, fornendo soluzioni per ridurre il consumo di acqua ed energia. L’acquacoltura è ancora una volta un esempio di resilienza e siamo convinti che la crisi globale possa diventare un’opportunità per il settore: l’adozione di buone pratiche di gestione permetterà di ridurre ulteriormente l’impatto ambientale”. 

Gli appuntamenti coordinati dall’API

Il 15 febbraio, dopo l’inaugurazione con autorità nazionali, regionale e europee si terrà la tavola rotonda: “L’acquacoltura in Italia nei prossimi anni, come incrementare e tutelare la produzione sostenibile”. A seguire il focus sull’energia: “Crisi energetica: vie d’uscita per l’acquacoltura”. Nel pomeriggio l’incontro “La vallicoltura in Alto Adriatico: tradizione, sostegno, ambiente, valorizzazione e nuove produzioni.”

Il 16 febbraio“Climate change: l’acquacoltura come punto di riflessione ambientale e banco di prova”, con la presentazione della Guida per la valutazione e il miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti di acquacoltura, redatta nell’ambito del progetto europeo EWEAS. Nel pomeriggio la tavola rotonda “I programmi del nuovo FEAMPA”, con l’intervento della FEAP, del MASAF e di alcune Regioni.

I numeri dell’acquacoltura

Solo 2 pesci ogni 10 consumati sono ‘made in Italy’. Nel 2021 l’acquacoltura ha prodotto 180.000 tonnellate tra pesci e molluschi, con un fatturato di circa 500 milioni di euro. Sono 850 i siti produttivi concentrati per il 60% al Nord, il 15% al centro e il 25% al Sud.  In Italia si allevano, in grande biodiversità, 25 specie ittiche in ambienti diversi: acqua dolce, salmastra (lagune), mare. Il pesce più allevato è la trota, seguono orata e spigola. Si producono anche 130 milioni di avannotti di specie ittiche marine pregiate. Siamo leader europei per il caviale di storione.

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