“L’anno appena concluso, dominato dalle tensioni geopolitiche dovute al conflitto russo-ucraino, che stanno ridefinendo i rapporti commerciali internazionali, ha mostrato un progressivo peggioramento dello scenario economico, dovuto in primis alla spinte inflattive, i cui effetti depressivi sui margini aziendali sono stati inevitabilmente scaricati a valle delle catene di approvvigionamento fino al consumatore finale, erodendo la capacità di spesa delle famiglie, con maggiore evidenza per quelle meno abbienti”. – Questo quanto evidenziato nelle elaborazioni Osserfare sui dati Movimprese 2022 diffuse dalla Camera di Commercio Frosinone Latina.
“Il conseguente innalzamento dei tassi di interesse sta generando maggiori frizioni nel mercato del credito, con un irrigidimento dei criteri di offerta, cui si è aggiunta la maggiore necessità di liquidità da parte delle imprese per far fronte ai crescenti costi di gestione, a discapito della domanda di investimenti, le cui decisioni hanno subito un rinvio. Il clima di maggiore incertezza e di rallentamento, con il connesso rischio di una probabile recessione in vista, mostrano segnali indiscutibili di un turnover imprenditoriale che si è raffreddato, con l’apparente contraddizione di una crescita che nell’ultimo triennio risulta complessivamente più sostenuta, ma marcatamente asimmetrica e polarizzata dagli incentivi.
La determinante è il contenimento più significativo delle cessazioni con l’effetto di una maggiore tenuta complessiva del tessuto produttivo, sostenuto dagli aiuti governativi, dagli interventi sul credito tramite lo strumento del Fondo di Garanzia e dalle moratorie attive sui prestiti. Gli esiti algebrici su scala nazionale restituiscono 48mila unità aggiuntive, in brusco rallentamento rispetto alle risultanze dello scorso anno (-44% sul 2021) che ha registrato un avanzo senza precedenti, con un punto di massimo inesplorato in serie storica, per effetto del rimbalzo compensativo rispetto al congelamento della demografia imprenditoriale del 2020, condizionato in pieno dalla pandemia.
L’evidenza del raffreddamento del turnover imprenditoriale è data dalla diminuzione del contributo delle iscrizioni, pari ad oltre 312 mila e 550 unità (-6% sul 2021), che confermano la decrescita in continuità con le tendenze in serie storica. La composizione del saldo è l’esito della sopra descritta minore vivacità delle iscrizioni e del recupero congiunturale delle cessazioni che, seppur in crescita rispetto al 2021 (oltre 18mila unità in più, +7,5%), si mantengono su valori più contenuti in serie storica (-18% rispetto alla media del decennio precedente), come illustrato nel grafico seguente.
Nella graduatoria regionale per tasso di crescita, il Lazio si colloca in pole position (+1,55% il relativo tasso, a fronte dello +0,79% nazionale), allungando in misura significativa la distanza rispetto alle regioni immediatamente seguenti (Sardegna, Lombardia e Puglia).
Il bilancio nei territori di Frosinone e Latina è positivo per 1.154 imprese (a fronte delle 1.634 aggiuntive dello scorso anno, -30% in termini relativi), tuttavia si mantiene superiore ai valori riferiti all’annualità pre-covid (+753 unità il saldo del 2019). La performance più contenuta è condivisa da entrambi i territori rispetto alle dinamiche da record dello scorso anno, con una maggiore accentuazione in terra pontina per effetto del più evidente rallentamento delle iscrizioni (-8%, in linea con i valori regionali).
Rispetto allo scorso anno, si conferma il fattore compensativo dell’edilizia, trainata dagli incentivi e dalle gare previste dal PNRR sulle infrastrutture, sebbene rallenti la corsa a tutti i livelli territoriali, in ragione delle perduranti incertezze normative connesse al Superbonus e al peggioramento delle condizioni di approvvigionamento, che ha determinato frizioni crescenti nelle revisioni dei prezzi dei lavori. Seguono le attività professionali scientifiche e tecniche, che rispetto alla scorso anno mantengono un buono sprint; altrettanto le attività immobiliari, mentre il segmento turistico ricettivo, pur avendo beneficiato del miglioramento dei flussi di turisti, mostra un rallentamento diffuso a tutti i livelli territoriali”.