La vicenda Reno de Medici si arricchisce di un altro colpo di scena. La procura della Repubblica di Cassino ha iscritto nel registro degli indagati tre persone, tutte facenti parte dei vertici della cartiera con sede anche a Villa Santa Lucia, per il reato di inquinamento ambientale.
Un’indagine che ha preso il via nei mesi scorsi e che è ancora in fase di istruttoria. Quello che la Procura, nella persona del magistrato Emanuele de Franco in stretta collaborazione con i Carabinieri Forestali del Nipaaf di Frosinone, contesta ai tre e di aver omesso o evitato il controllo dello scarico delle acque di lavorazione all’interno del Rio Pioppeto prima della parziale chiusura estiva. Un provvedimento giudiziario questo che certo non aiuta la delicata vicenda che vede come protagonista l’azienda e che oramai si trascina dallo scorso mese di agosto, quando la cartiera ha spento i motori senza più riaccenderli.
Gli operai sono in cassintegrazione straordinaria oramai da mesi e, a quanto pare, ancora non si è arrivati ad un epilogo positivo nonostante i tanti tavoli tecnici portati avanti con l’amministratore giudiziario della AeA, Massimo Barillaro, che ha già consegnato da diversi giorni un accordo per la ripartenza, avallato dalla magistratura, su cui ancora la Reno de Medici continua a tergiversare. Parliamo di un cronoprogramma che consenta alla stessa Reno di avviare i lavori di messa in sicurezza e rifacimento del depuratore interno che è malfunzionante ed obsoleto. A tutt’oggi, nonostante l’intervento del Prefetto e di Unindustria, la multinazionale non sembra aver dato il via ad opera alcuna.
Dalla Reno de Medici riceviamo a pubblichiamo la seguente nota: ” Gentile Direttore, ai sensi e per gli effetti della normativa vigente, La invito formalmente a pubblicare e dare diffusione alla presente, da intendersi quale rettifica e precisazione in merito all’articolo dal titolo “Inquinamento ambientale, indagati due manager ed un tecnico della Reno De Medici” a firma di Angela Nicoletti, pubblicato sulla testata online da Lei diretta in data 24.11.2022. Reno de Medici non ha alcuna contezza della nuova iscrizione nel registro degli indagati delle tre persone «tutte facenti parte dei vertici della cartiera», come è dato leggere nell’articolo, né tantomeno negli ultimi giorni alcuno di essi è stato raggiunto da informazione di garanzia o da provvedimenti similari. RdM esprime meraviglia sulla divulgazione di notizie coperte dal segreto istruttorio, che recano grave pregiudizio alla reputazione della Società. Preme specificare che allo stato non è stata accertata alcuna correlazione tra le acque di lavorazione che la cartiera di Villa Santa Lucia immette nel depuratore consortile di Molinarso, attualmente gestito dalla società AeA, e il presunto inquinamento del Rio Pioppeto. Analogamente non è correttamente riportata la notizia in merito a un accordo per la
ripartenza dell’attività industriale, accordo «su cui ancora la Reno de Medici continua a tergiversare». Viceversa, risponde al vero che Reno de Medici si è attivata efficacemente e da tempo, stilando un cronoprogramma, d’intesa con l’amministrazione giudiziaria di AeA, la cui esecuzione è attualmente in fase di definizione. Infine, corre obbligo puntualizzare che il depuratore interno di RdM non è «malfunzionante ed obsoleto» e che anche tale notizia appare lesiva della reputazione della Società e dei vertici. RdM è proattivamente impegnata nella promozione e sviluppo di policies ispirate a profili di assoluta correttezza, di concerto con l’Autorità Giudiziaria e gli organi istituzionali a
ciò preposti, e ha sempre agito nel pieno rispetto della legalità, perseguendo costantemente la realizzazione dei più elevati standard etici e di compliance normativa”.