Cresciuta con il mito di Chiellini, Maria Teresa Di Salvo – per gli amici ‘Terry’ – è ora chiamata all’arduo compito di guidare il Frosinone Calcio Femminile. È lei, a soli 20 anni, il capitano della formazione giallazzurra in serie C. 20 anni e le idee molto chiare, sul calcio e sul suo futuro. Ruolo difensore, come era facilmente immaginabile dalla premessa, Teresa è nata a Piedimonte Matese, in provincia di Caserta, ma ha sempre vissuto a Piedimonte San Germano. La sua terra è la Ciociaria. Qui ha iniziato a giocare a pallone e qui è tornata dopo la formazione tra le fila giallorosse della Roma con cui ha militato tra i Giovanissimi, la Primavera e la Serie B. In questa stagione si è riavvicinata a casa per coltivare il suo grande amore, quello appunto per il calcio, senza mettere da parte studio e lavoro. Ed è lei stessa a raccontarsi a i nostri lettori.


Una passione nata sotto casa
La passione per il pallone è nata con lei, come ci spiega: “Ho iniziato da piccolissima a tirare calci al pallone, proprio nel cortile di casa, con gli altri bambini e ragazzini del condominio. Io e una mia amica abbiamo mosso i primi passi lì. Inizialmente non è stato semplice farci accettare…ma dopo hanno dovuto farlo per forza! Dal calcio ‘di strada’ siamo passate nella squadra del paese, dove finché abbiamo potuto, abbiamo giocato con i ragazzi. Successivamente ho dovuto cercare un’altra dimensione, perché per una ragazza non è semplice trovare un club con il settore femminile da queste parti. Ho avuto prima la fortuna di poter andare alla Roma, dove sono cresciuta dai Giovanissimi alla serie B, passando per la Primavera. Infine, quest’anno sono tornata a ‘casa’. Un ritorno vero e proprio, visto che in passato avevo avuto un’altra esperienza con il Frosinone ma è stata breve. Ora è diverso”.
Le responsabilità di un capitano
Ora è diverso perché Terry ha sulle sue spalle delle responsabilità importanti, una fascia al braccio che significa dare l’esempio alle compagne, tenere unito il gruppo, avere coraggio. “Essere capitano di questa squadra per me è un onore. Non è un compito semplice, perché il collettivo è nuovo, veniamo tutte da esperienze diverse e non giocavamo insieme. Per cui il mio primo obiettivo è proprio quello di creare coesione, la giusta amalgama. Lo spirito di gruppo è la prima virtù di una squadra vincente nella mentalità”.



Calcio femminile, un tabù finalmente superato
Come Maria Teresa chissà quante ragazzine sognano di giocare a pallone e, fortunatamente, oggi l’accesso a questo meraviglioso sport è più semplice rispetto a ieri…”Il calcio non è più solo ad appannaggio maschile, finalmente – commenta Di Salvo -. Tante ragazze si stanno avvicinando a questa disciplina. Ci si diverte in campo, ci si allena duramente, si imparano valori importanti come il rispetto dei compagni e dell’avversario, si socializza, ci si mette alla prova. Sono felice, nel mio piccolo, di portare un altro esempio in questo senso. E spero che lo sdoganamento dello sport continui fino ad avere una condizione ‘quasi’ paritaria con i colleghi uomini”.
Un difensore…roccioso
Alla domanda su che tipo di difensore sia, la 20enne non ha dubbi: “Un po’ come il mio mito, Giorgio Chiellini, che da juventina sfegatata ho sempre ammirato. Mi ritengo un difensore non tanto tecnico, ma molto fisico e testardo. E come il mio ‘ispiratore’ vorrei riuscire a fare sempre la differenza in campo”.
La stagione in giallazzurro
13 sono i punti accumulati nelle prime 10 gare di campionato dal Frosinone che è reduce dalla sconfitta con l’Indipendent Napoli e che, domenica prossima, incontrerà il Chieti nella prestigiosa cornice del ‘Benito Stirpe’ prestata all’occasione in virtù dello stop del campionato cadetto maschile. Una classifica che vede le ciociare di mister Crecco in decima posizione e che può e deve migliorare. “Siamo un gruppo giovane e ancora troppo eterogeneo – commenta Di Salvo – ma stiamo migliorando e abbiamo il dovere di farlo. Ognuna di noi ha del potenziale e sa di poter dare ancora di più alla causa e alla squadra. Sono convinta che per qualità e talento, possiamo ambire ad occupare i primi posti della graduatoria. Ciò che ci manca è un po’ la freddezza sotto porta, quella lucidità che potrebbe regalarci qualche gol in più”. E sull’idea di gioco di mister Crecco aggiunge: “Il nostro tecnico ci chiede un pressing a tutto campo, una lotta strenua su ogni pallone. Inizialmente non ero abituata a questa concezione, ma entrando nell’ottica di lavoro dell’allenatore, ho capito perfettamente le sue richieste e sto cercando di dare sempre il mio meglio per renderlo orgoglioso del mio e del lavoro di tutte noi”.


Non solo calcio…
Il capitano del Frosinone, però, non è solo un ottimo difensore e una coriacea giocatrice. Teresa è anche una ragazza che studia, lavora e coltiva ambizioni. “Ho sempre coniugato sport e scuola. Prima, alle superiori, frequentavo le lezioni e poi andavo a Roma prima accompagnata dai miei, che non smetterò mai di ringraziare per i sacrifici, poi con il treno per gli allenamenti. Tornavo anche tardi a casa, ma ho sempre studiato. Ora è ancora più piena la mia vita. La mattina lavoro presso il comune di Piedimonte dove svolgo il servizio civile, torno a casa, studio per l’Università (frequenta infatti il corso di Scienze Motorie a Cassino n.d.r.) e poi vado al campo ad allenarmi. Nel mio futuro vedo ancora il calcio, finché potrò. Certo, vorrei arrivare in massima categoria, ma in primis voglio laurearmi e di conseguenza trovare una professione attinente al mio percorso di studi. Quel che è sicuro è che il calcio occuperà sempre un posto importante nella mia vita”.





