Ha confermato di essere stata costretta a rinunciare (nonostante avesse firmato un regolare contratto d’affitto) a dare un alloggio agli immigrati perché ‘minacciata da politici in vista di Cassino’. Il processo ‘Welcome to Italy’ inizia ad entrare nel vivo con l’audizione dei testimoni della procura.
Questa mattina in aula a rispondere alle domande del pubblico ministero Alfredo Mattei e degli avvocati della difesa, c’era una donna residente nella Valle dei Santi che, negli anni passati, aveva deciso di affittare a una cooperativa di accoglienza per gli immigrati un appartamento in Corso Spatuzzi a San Giorgio a Liri.
Tutto era pronto affinché la permanenza dei profughi fosse lecita e regolare quando, qualche giorno prima della consegna dell’abitazione, la signora è stata contattata dai referenti della cooperativa che ‘senza giri di parole mi hanno detto che non avremmo aperto la struttura’. In un primo momento – stando all’inchiesta – a fare visita alla donna fu l’ex sindaco Modesto Della Rosa che avrebbe tentato di dissuaderla spiegando che la presenza degli immigrati ‘non era gradita al popolo di San Giorgio a Liri’. Davanti al suo diniego, però, sarebbero subentrate altre pressioni che l’hanno poi portata ad arrendersi.
A deporre in aula anche la responsabile della Casa della Carita, suor Ermanna, che invece ha illustrato ai giudici ed al pm, le dinamiche gestionali della struttura di accoglienza che per un lungo periodo è rientrata sotto la giurisdizione dell’abbazia di Montecassino.