“Giornata Europea della Produzione Biologica. La ricorrenza di ieri è l’occasione per fare il punto su un settore, quello del bio, che in Italia continua a crescere in estensione dei terreni e in produttività”. Toni Riegler, presidente della Federazione nazionale agricoltura biologica di Confagricoltura, commenta così gli ultimi dati sull’andamento del comparto: 2,2 milioni di ettari (il 17% della SAU totale); 4.413 nuovi ingressi nel sistema di certificazione che in totale raggiungono quota 86.144 (+5,4% rispetto al 2020). Dati che comunque non devono far diminuire l’attenzione sul settore visto il rallentamento delle aziende in conversione biologica.
“Il bio italiano si conferma leader in Europa – aggiunge Riegler – e il nostro Paese è il più vicino agli obiettivi fissati da Bruxelles per il 2030. Rispetto a una media europea del 9% dei terreni coltivati in modo biologico, lo Stivale è ormai al 17%”. Con questo ritmo, secondo le previsioni, nel 2027 verranno raggiunti i 2,7 milioni di ettari e 3 milioni nel 2030. Il traguardo del 25%, indicato nella strategia Farm to Fork 2030, è molto vicino.
Alcune regioni si distinguono per la crescita della propria SAU destinata al bio: Campania (+55%), Toscana (+25%) e Friuli-Venezia Giulia (+23%). Le coltivazioni biologiche che crescono di più sono i vigneti (+9,2%) e i noccioleti (+12,5%), insieme alle colture permanenti (+3,5%) e ai cereali (+2,8%). Quest’anno, le vendite di prodotti alimentari bio italiani si sono attestate sui 5 miliardi di euro mentre l’export, con il suo marchio Made in Italy cresce del 16% rispetto al 2021, per complessivi 3,4 miliardi di euro di vendite sui mercati esteri.
“Dati che mettono in evidenza come il bio abbia ricadute positive sia a livello ambientale, che di produzione agricola – commenta Emilio Fidora, di recente eletto vicepresidente del gruppo di lavoro sull’agricoltura biologica del Copa-Cogeca –. Sempre più rilevante è il valore del mercato generato. Anche se dobbiamo registrare una flessione dei consumi domestici dello 0,8%, a conferma del peso della riduzione del potere di acquisto sulle scelte degli italiani”.
“L’adozione del Piano d’azione nazionale per la produzione biologica e i prodotti biologici rappresenta l’occasione per aumentare la competitività delle filiere bio – conclude Riegler – garantire un’equa remunerazione e redditività alle aziende del comparto, legando sempre più lo sviluppo del settore alla crescita dei consumi del prodotto, valorizzando maggiormente le produzioni del Made in Italy”.