Nuove professioni: ecco il cuoco del benessere

Esiste una consapevolezza più profonda del concetto di cucina e di benessere. Qui si colloca questa nuova figura. Chi è e cosa fa

Viaggio tra le nuove professioni: arriva il cuoco del benessere. Ecco chi è e di cosa si occupa.

“Non c’è amore più sincero di quello per il cibo”, affermava lo scrittore George Bernard Shaw. E chi siamo noi per contraddire il famoso drammaturgo? Questa frase è davvero appropriata, soprattutto attuale, se si pensa che oltre alla ricerca di un piatto particolarmente prelibato, ad oggi vige una certosina attenzione per la qualità delle materie prime. Esiste una consapevolezza più profonda del concetto di cucina così come di quello del benessere, due aspetti che vanno indissolubilmente a braccetto. Tutti, ma davvero tutti, vogliamo mangiare ‘bene’. E ‘bene’, adesso, vuol dire sano e di qualità, senza dimenticare il gusto. D’altronde, per restare nel variegato mondo degli aforismi, “siamo quello che mangiamo”, come diceva il filosofo Ludwig Feuerbach, frase che campeggia spesso e volentieri negli slogan dei nutrizionisti. In quest’ambito si colloca una nuova figura professionale, quella del cuoco (o cuoca) del benessere o, per dirla in maniera anglofona, il wellness cooking trainer.

Chi è il cuoco del benessere?

E’ quello chef che sa ideare e offrire una buona cucina adatta a tutti, anche a chi soffre di intolleranze alimentari. Spesso collabora con medici e dietisti – che curano la sfera del regime alimentare –, con naturopati, costituendo dunque un ponte tra la buona tavola e la salute. Permette di strutturare piatti e menù senza allergeni, spesso utilizzando farine prive di glutine, come la quinoa, il grano saraceno, l’amaranto, la carruba e così via. Utilizza dolcificanti naturali a base di miele e lievito di birra, olio di oliva o girasole come sostituto del burro.

Come si differenzia da quella tradizionale la cucina del benessere?

Questa tipologia di cucina predilige prodotti biologici, che rispettano la stagionalità e soprattutto si cerca di favorire i piccoli produttori, incentivando la filiera corta. Banditi glutine, riso, mais, latticini, conservanti, additivi, zucchero. Si punta alla genuinità e alla freschezza. Anche gli stessi imballaggi sono biodegradabili o in vetro riutilizzabile. Attrezzature in cucina e arredi sono spesso in materiale riciclato.

Come si diventa cuoco del benessere?

Innanzitutto non si può prescindere dalla base di un diploma da cuoco. Poi si può scegliere tra una vastità di corsi specifici – basta fare un giro sul web -. In maniera funzionale, sarebbe ottimo seguire anche corsi sull’alimentazione e i cibi singoli, con nozioni sulle patologie e allergie, e fare magari un po’ di pratica, nel frattempo, in un ristorante. Infine, non possono mancare passione, amore per la cucina e dedizione.

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