Frosinone – Fischi, urla, caos e rabbia: questa è l’eredità di una serata che avrebbe dovuto celebrare tradizione e comunità, ma che si è trasformata in uno spettacolo tragicomico segno di un’amministrazione comunale che si è fatta trovare impreparata e poco attenta all’ascolto della comunità.
Il caos al Rione Giardino
Al Rione Giardino, come raccontato nella serata di martedì grasso – LEGGI QUI – il caos è esploso dopo che è stato annunciato il divieto di bruciare il Generale Championnet. Una comunicazione arrivata male, tardi e senza alcun criterio. Annunciata su un palco quando centinaia e centinaia di cittadini attendevano il tradizionale momento che sugella il Carnevale storico di Frosinone. La “colpa” è dell’inquinamento? Forse. Ma perché una tradizione radicata da secoli è stata trattata con tale superficialità? La folla si è ritrovata smarrita e indignata, e il risultato è stato un clima di tensione che si sarebbe potuto evitare con una comunicazione gestita con criterio. Qualcuno ammette che si sapesse ma tra chi? Tra gli organizzatori e gli addetti ai lavori, forse. Di certo i cittadini di Frosinone lo hanno scoperto mentre da sotto il palco nel Rione Giardino attendevano quel momento. E la Polizia ha dovuto faticare non poco per evitare un’insurrezione. Tanto che alla fine è stato dato il via libera a procedere.
I chiarimenti dell’associazione culturale Rione Giardino
Ieri è stata pubblicata sulla pagina social dell’associazione culturale Rione Giardino una nota per “fornire qualche chiarimento”.
“(…) Questo post è per le persone che in maniera genuina si sono interrogate (rimanendo magari anche contrariate) sul divieto di bruciamento del fantoccio di ieri sera (martedì, ndr). Insieme alla Proloco e agli altri organizzatori eravamo a conoscenza già da più di qualche tempo della probabile impossibilità di procedere al rogo. Motivo semplice: il rischio di venir denunciati, non solo per gli amministratori, ma anche per i responsabili delle associazioni di volontari per il non rispetto del divieto assoluto di combustione all’aperto nei comuni in Classe 1. La normativa di riferimento è una normativa della Regione Lazio, per cui la relativa ordinanza deriva da regolamenti regionali, e non decisi a livello locale. Fino all’ultimo si è sperato che in qualche modo si potesse trovare una soluzione e ottenere una deroga, ma nel tavolo tecnico avvenuto lunedì 3 marzo in Questura, dove oltre ai rappresentanti delle parti organizzatrici erano presenti quelli di tutti gli organi di controllo e di supporto coinvolti, ci è stato confermato che, per come la norma è fatta, non è tecnicamente possibile ottenere deroghe. (…). Comunque, dal giorno prima al giorno dopo, non si è fatto in tempo a diffondere un’adeguata comunicazione, anche per gli ultimi impellenti preparativi in corso, e ci si è affidati al passaparola. Anche qui c’è da dire che non è vero che nessuno sapesse e che tutti sono caduti dalle nuvole all’ultimo momento. Si poteva fare meglio a livello di comunicazione e/o esplorare soluzioni alternative o spurie per la parte del rogo? Forse, si. Teniamocelo come opportunità di miglioramento per la prossima volta (…).
Il gesto dell’assessore Testa
Come se non bastasse, a scatenare un vespaio di polemiche è stato il gesto volgare dell’assessore al centro storico, Rossella Testa, che, dal palco del Carnevale, si è rivolta con un gesto poco elegante alla folla. Lei, a posteriori, ha spiegato che non fosse indirizzato a nessuna ma che fosse una reazione d’impeto. Ha fatto dietrofront ma non è bastato.
Le reazioni politiche
Il gruppo FutuRa e il Partito Democratico di Frosinone hanno chiesto un passo indietro dell’assessore Testa definendo il suo gesto triviale, irresponsabile e pericoloso per il clima già teso della piazza. Il Circolo Pd di Frosinone ha inoltre sottolineato “l’atteggiamento autoritario e presenzialista dell’assessora, ben noto da anni, un modus operandi che ha sempre messo la propaganda davanti agli interessi della città”.
Un’amministrazione allo sbando
L’amministrazione comunale, è un dato di fatto oggettivo, ha gestito malissimo la situazione. Non c’è un manuale su come amministrare una città, ma ci sono principi fondamentali: comunicazione efficace, rispetto per i cittadini e capacità di prendere decisioni per il bene comune. Tutti principi che a Frosinone sembrano inesistenti. Il Carnevale avrebbe dovuto unire la comunità e, invece, è diventato il simbolo di un’amministrazione allo sbando. Almeno su certi fronti.