Congresso Pd: un commissario ad acta potrebbe sbloccare la situazione. Ceccano, mossa di Piroli

Dal partito nazionale potrebbe giungere una soluzione capace di raccogliere le istanze delle varie componenti. Dibattito nel centrosinistra

Lo scenario di un tema complesso, quale il venire a capo del congresso provinciale del Pd – incagliato tra contrapposizione netta delle due alleanze (De Angelis-Grossi e Battisti-Pompeo) e ricorsi alle commissioni di garanzia – potrebbe essere risolto da una soluzione apparentemente semplice che potrebbe essere accettata da tutte le “anime”. La nomina da parte della commissione di garanzia nazionale di un “commissario ad acta” per la federazione ciociara, con il mandato limitato alla certificazione del tesseramento (che verrebbe nel frattempo riaperto) e alla conduzione del partito all’assemblea provinciale: quindi, all’elezione dei nuovi organismi dirigenti. Si tratta della soluzione che il Pd nazionale sta praticando in altre realtà del Paese che versano in simili difficoltà. Ma sul caso Frosinone nello specifico non c’è ancora una decisione: la commissione di garanzia nazionale non si è pronunciata e non è stata neppure convocata sull’argomento. Giovedì ci sarà una discussione tesa a far svolgere congressi di federazione e regionali e commissariare il Pd Sicilia. Frosinone non è menzionata all’ordine del giorno. Ma il dibattito sul futuro del Pd provinciale resta aperto e travalica i termini della contrapposizione interna. Bisogna ricordare che il segretario del Psi Lazio, Gian Franco Schietroma, dalle nostre colonne si è scagliato contro il trasversalismo che ha caratterizzato non poche scelte dem, da città come Veroli e Ferentino, fino alla gestione degli enti intermedi, per giungere alla Provincia. Una sottolineatura che, da altro organo di stampa, è arrivata anche dall’ex parlamentare e presidente della Provincia, Francesco Scalia.

Trasversalismo, la polemica più velenosa dentro e fuori il partito

Un tema che pare riemergere “carsicamente” anche nel dibattito nel centrosinistra ceccanese, straordinariamente diviso nonostante l’avversario comune da affrontare e battere, oltretutto infiacchito dai riflessi politici dello scandalo corruzione in municipio: il centrodestra del nucleo storico dei meloniani ciociari. Proprio la frantumazione delle opposizioni consiliari uscenti sta facendo discutere sulla possibilità che il candidato a sindaco del Pd, Andrea Querqui, possa rivolgersi al civismo per recuperare consenso perso a seguito delle divisioni dell’area di centrosinistra.

Andrea Querqui

Ed è qui che si vocifera del ricorso alle liste non di partito come occasione per imbarcare anche spezzoni di moderati scontenti della situazione post-Caligiore: obiettivo ripetere lo schema dei “modelli” Veroli o Ferentino – risultati entrambi vincenti – ma in “salsa” ceccanese. Ora su Querqui a Ceccano hanno alla fine concordato – avallando la strategia del segretario cittadino Giulio Conti – sia l’Area Dem di De Angelis che la Rete Democratica di Sara Battisti. Ma è anche chiaro che, se parliamo di “modelli” Veroli e Ferentino, ci riferiamo soprattutto ad Area Dem, visto che Battisti ha detto chiaramente di voler contrastare ogni deriva che cancelli i confini politici tra i due schieramenti. Oltretutto su questa china sembra giocarsi a Ceccano anche l’alleanza frusinate tra Area Dem ed Area Schlein: unite nel capoluogo e distanti (almeno apparentemente) nella città fabraterna. Va letto probabilmente in queste prospettive l’appello lanciato dalla leader ceccanese vicina alla segretaria nazionale, Emanuela Piroli.

“Riapriamo il campo a tutti coloro che hanno combattuto Caligiore”

“Ci proveremo fino alla fine a trovare una intesa larga di centrosinistra. Testardamente unitari come ricorda sempre la nostra segretaria Elly Schlein”, esordisce Piroli. “Quello che è accaduto a Ceccano con un sindaco, tra i maggiori esponenti provinciali di Fratelli D’Italia, arrestato qualche mese fa ed il Comune commissariato, è qualcosa di troppo grande, che deve responsabilizzare tutti coloro che vogliono bene a Ceccano. Consiglieri e consigliere, esponenti politici che in questi anni si sono opposti a questa destra, devono riuscire a trovare punti in comune, per proporre ai cittadini e alle cittadine una nuova stagione per la nostra città. Una stagione che vada a cancellare il fango subito in questi mesi e che possa riparare ai danni della mala amministrazione di questi anni. Lo farò e lo faremo finché avremo fiato. Ancora non abbiamo la data delle elezioni e c’è tutto il tempo per incontrarci, confrontarci e costruire una alternativa vera. Al di là della leadership, ritengo necessario riaprire il campo a tutti coloro che in questi anni hanno lottato contro la destra guidata da Roberto Caligiore e che condividono principi e valori”.

“C’è ancora il tempo per evitare il dramma delle divisioni fratricide”

“Ripartire insieme, uniti, per ridare dignità alla nostra città e migliorare la qualità di vita della nostra comunità – incita l’esponente dem. “Ognuno di noi rappresenta un pezzo importante della città e non può essere disperso. Penso che i partiti di centrosinistra e le migliori forze civiche della città di Ceccano devono tornare a parlarsi, a condividere idee e progetti. Solo così possiamo sperare davvero in un futuro migliore. Unità, visione ma anche innovazione devono essere i punti centrali del progetto che dovrà proporsi alle persone di Ceccano deluse. Faccio, dunque, una richiesta accorata a tutti coloro che amano Ceccano e che vogliono impegnarsi per il presente e per il futuro della nostra città. Bisogna scongiurare la possibilità che la destra torni a “comandare” a Palazzo Antonelli. Del resto lo ha dimostrato la Regione Liguria, non bastano gli arresti e uno scandalo giudiziario per vincere, ma va costruita una
prospettiva reale, sana ed innovativa per amministrare. Abbiamo ancora il tempo per aprire una discussione ed evitare il dramma delle divisioni fratricide. Noi ci siamo, ed è quello che ci chiedono continuamente cittadini e cittadine che ho incontrato in questi mesi. Non possiamo tradirli”, conclude Emanuela Piroli.

Nel chiacchiericcio politico spunta l’ipotesi dell’intervento del Pd Lazio

Il fatto è che da ambienti del circolo Pd si ribadisce che il tempo è scaduto e che Querqui andrà avanti per la sua strada tentando di aggregare quelli che intendono aderire al progetto. Del resto ci sono state trattative per un ticket o altri “assestamenti” del futuro possibile organigramma di governo non andate in porto. Senza contare che l’appello di Piroli non è evidentemente indirizzato al solo Querqui, visto e considerato che sul tappeto ci sono almeno altri due nomi del “campo largo” di prestigio e spendibili per la candidatura a primo cittadino: l’ex sindaco Manuela Maliziola e l’altra consigliera comunale uscente Mariangela De Santis. C’è qualcuno in grado davvero di mettere tutti attorno ad un tavolo per riunificare lo schieramento prima che sia troppo tardi? L’operazione pare al momento quanto meno problematica ma c’è chi lavora perché si concretizzi. Non è casuale se ultimamente negli ambienti politici si parli con una certa insistenza del fatto che il Pd Lazio potrebbe fare una mossa a sorpresa. Sperabilmente senza ripetere il disastro del 23 dicembre scorso col tesseramento provinciale.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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