Cure palliative, la gestione della fase terminale aspetto centrale dell’assistenza oncologica

Una sfida per il personale sociosanitario che deve essere pronto ad affrontare tutte le problematiche connesse alla fase terminale

Nell’ambito dell’assistenza oncologica, la gestione della fase terminale rappresenta un aspetto fondamentale della cura. In Italia, ogni anno, muoiono di cancro circa 170.000 persone e la maggior parte di esse (il 90%), necessita di un piano personalizzato di cura e assistenza in grado di garantire la migliore qualità di vita residua. Il prendersi cura in modo attivo e globale della persona malata, oltre a formare l’obiettivo delle cosiddette cure palliative per “ottenere la migliore qualità di vita del paziente e dei suoi familiari” (Linee guida OMS e Legge 38: Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative) rappresenta una sfida per il personale sociosanitario coinvolto, che deve essere attrezzato ad affrontare tutte le problematiche connesse alla fase terminale di malattia.

L’Unità di “Neuroscienze sociali” promuove corsi sul benessere della persona fino alla fase finale della vita, al fine di migliorare l’assistenza ed aumentare le competenze assistenziali degli operatori delle équipe multi-professionali impegnate nelle cure palliative.

Durante gli eventi formativi realizzati dall’Istituto Superiore di Sanità vengono approfondite le tematiche riguardanti la comunicazione efficace, la valutazione della comunicazione in ambito oncologico, la Narrative, gli approcci integrati, le conversazioni di fine vita e il Dignity Model di H.M. Chochinov, e sono presentati documenti, raccomandazioni e linee guida pubblicati dall’Istituto (Rapporto Istisan 07/38 sulla Valutazione della comunicazione in oncologia) e sul sito del progetto “ConFine”. – Fonte ISS.

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