Il cambiamento climatico è un nemico da sconfiggere, anche per la salvaguardia della Dieta mediterranea. Questo uno dei temi affrontati nella prima giornata del Global Summit “Mediterranean diet feeds the future”, in corso di svolgimento nel dipartimento di Agraria dell’Università degli studi di Napoli Federico II, a Portici. Domani il global summit si sposta nella ‘patria’ della Dieta mediterranea, Pollica, per poi raggiungere la sede delle Nazioni Unite, a New York.
“Abbiamo cominciato parlando di terra, di suolo e di ambiente. È stata una giornata molto interessante – ha detto Sara Roversi, presidente di Future Food Institute – perché chi ha parlato aveva a cuore una battaglia da perseguire e tutti gli speaker che hanno voluto partecipare a questo incontro si sono anche presi un po’ di impegni. Una giornata sicuramente molto utile per mettere le basi, quelle che sono le cose alle quali dobbiamo pensare quando parliamo di Dieta mediterranea perché non possiamo vivere sani in un mondo malato. La crisi climatica, le risorse essenziali, la qualità dell’acqua, dell’aria e del suolo devono essere una priorità”.
Di cambiamento climatico e dieta mediterranea ha parlato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “La Dieta mediterranea – ha spiegato alla Dire – è un qualcosa di identitario per il nostro Paese, per questa parte di mondo, è uno straordinario strumento di salubrità, di alimentazione, ed è anche un patrimonio pesantemente minacciato da quello di cui si sta parlando alla COP29 a Baku: il Mediterraneo è uno degli hotspot della crisi climatica, lo dicono gli scienziati dagli anni Ottanta, lo stiamo vedendo. La lotta alla crisi climatica è una grande opportunità per salvare l’umanità, per promuovere l’innovazione, è una grande opportunità per rendere il mondo più pacifico, perché magari quando ci libereremo delle fossili non si faranno più le guerre per l’accaparramento delle risorse energetiche. È una grande opportunità per salvaguardare un patrimonio come la Dieta mediterranea, che si fonda sulle produzioni agricole di questa parte di mondo che sono pesantemente minacciate dall’emergenza climatica”.
Per il sindaco di Pollica Stefano Pisani “il principale elemento sul quale dobbiamo ragionare per questa giornata di inizio è: come il cambiamento climatico può incidere sulla dieta mediterranea? Cosa rimarrà di questo Patrimonio culturale immateriale dell’umanità? È il cambiamento climatico il nemico da sconfiggere oppure c’è altro da fare? Una delle parole più belle della giornata di oggi e che, forse, contraddistingue questa giornata è consapevolezza: rendere tutti consapevoli del valore della Dieta mediterranea, ma consapevoli che è ormai tardi, bisogna agire, e lo facciamo partendo dal Global Summit”.
“Se non c’è spazio per la Dieta mediterranea nel futuro – ha detto Vincenzo Gesmundo, segretario generale di Coldiretti – significa che non c’è più spazio per l’agricoltura italiana distintiva. L’agricoltura distintiva, quella che si oppone a tutta quella che è la invasività dei cibi ultra processati, l’invasività che preme alle porte dell’Europa relativamente ai cibi cellulari, è l’antitesi della Dieta mediterranea. Quindi la Dieta mediterranea o avrà – attraverso i nostri sforzi, attraverso tutto quello che stiamo in qualche modo realizzando in Italia e in Europa – il giusto appeal per poter rappresentarsi come la vera nemica, come il vero ostacolo a questi disegni predatori, oppure non ci sarà più neanche l’agricoltura italiana”. – Fonte Agenzia Dire www.dire.it –