Regione Lazio, Rocca lavora per tenere insieme la maggioranza: domani altro Consiglio-verità

Cinque forzisti assenti alla riunione della commissione Bilancio. L'opposizione si gode lo spettacolo: il centrodestra sta implodendo

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, spera di riannodare i fili della sua coalizione prima della riunione di Consiglio di domani. Per questo niente riunioni in agenda ma telefoni incandescenti in queste ore. E’ vero, all’agenzia Dire ha dichiarato di voler ricorrere anche alle maniere forti: “Siamo al dunque. È stata fatta un’offerta a Forza Italia e siamo alle battute finali. Io sono pronto a qualsiasi soluzione. Ritirare le deleghe e redistribuirle è l’extrema ratio”. Ma il governatore l’ha scandito più per cercare di ricondurre tutti alla ragionevolezza che per lasciarsi effettivamente libere le mani sul da farsi per evitare che la paralisi politica si protragga ancora. L’ultimo episodio riguarda l’assenza dei cinque componenti forzisti alla riunione di stamane della commissione Bilancio. Ora c’è chi dal gruppo azzurro ha fatto trapelare una comunicazione ai colleghi degli altri partiti, sostenendo che la mancata presenza sarebbe scaturita da un errore di comunicazione interno a quel partito. Cosa che risulta difficile da credere, perché i componenti delle commissioni vengono invitati alle riunioni singolarmente, via Pec, e non per il tramite dei gruppi consiliari. Comunque le scuse non richieste potrebbero essere valutate come un ripensamento dei forzisti, magari per evitare di tirare troppo la corda.

Fatto sta che l’appuntamento in Commissione Bilancio era di quelli importanti e non marginali nella vita dell’ente, che dal primo ottobre non può fare contratti e neppure effettuare assunzioni per mancanza dell’approvazione del rendiconto 2023, che andava portato in commissione entro fine settembre. L’adempimento era previsto stamane e tutti avevano intenzione di dare l’ok al documento finanziario vista la delicatezza del problema contabile che si è già concretizzato a via Colombo. Invece, niente da fare. Le proposte di Rocca e del resto della maggioranza – passaggio agli assessori forzisti delle deleghe di vice presidente e dell’Urbanistica – che dovevano finalmente chiudere il cerchio delle fibrillazioni, non hanno sortito gli effetti sperati. Al di là delle resistenze di Roberta Angelilli ad abbandonare il ruolo di numero due della giunta. Proprio ieri sera Rocca si era personalmente speso per un passo indietro, considerato necessario nell’interesse superiore dell’unità della coalizione. Ma non aveva fatto i conti con le reazioni del frastagliato gruppo fazzoniano.

Possibile intesa su vicepresidenza e Urbanistica di nuovo più lontana

Che poi fazzoniano in tutto e per tutto non pare. Visto che i due assessori – Giuseppe Schiboni e Luisa Regimenti – si dovrebbero dividere almeno in tre: per essere fedeli alla ripartizione partitica laziale fra Lotito, Fazzone, appunto, e Antonio Tajani. Proprio il ministro degli Esteri, anzi, avrebbe blindato al suo posto Regimenti e non solo, avrebbe anche disposto che le sarebbe spettata la vice presidenza. Come si sarebbero messi da parte loro Lotito e Fazzone? Il primo mettendo Pino Cangemi bello seduto al posto di Schiboni (essendo saltato il disegno di spostare Regimenti altrove) e il potente senatore fondano a scoprirsi poi non così potente se un suo uomo fedele (poteva essere Cosimo Mitrano o Pino Simeone) non è riuscito manco a piazzarlo con in mano una delega di seconda fila. Senza contare i ciociari a bocca asciutta: a cominciare da Gianluca Quadrini: il capogruppo alla Provincia di Frosinone di Forza Italia è, in realtà, il vero deluso dell’evoluzione che stanno prendendo le cose a Roma. Perché Rossella Chiusaroli, coordinatrice regionale reduce del bottino fazzoniano da 24mila preferenze, avendo la vista lunga, ha già prenotato postazioni o a LazioDisco oppure all’Astral. Certe persone sono infallibili nel progettare carriere davvero del tutto inattese. Sistemare le necessità forziste con le sole due poltrone da assessore – nonostante le due deleghe pesanti promesse – come visto appare davvero arduo. Torna di nuovo in secondo piano la vicenda Righini col suo emendamento contestatissimo sull’istituzione di Alta Tuscia Natura, che era divenuto ostacolo all’approvazione di documento di finanza e collegato. L’assessore al Bilancio, nonostante lo stress della seduta in Commissione Trasparenza, pare deciso ad andare avanti comunque. Ma certo, tirar dritto può essere tattica vincente. Finché la fortuna ti assiste. Rocca del resto sta pensando a cose molto più rilevanti, al di là degli aspetti politici: ci sono tre mosse da non fallire per non mandare veramente all’aria la legislatura. Si comincia domani con il documento di economia e finanza regionale, si proseguirà col collegato e si concluderà con il rendiconto 2023 (quando sarà passato in commissione). Se non si supera il triplo ostacolo, il panettone di Natale andrà di traverso a molti.

L’opposizione si gode lo spettacolo: il centrodestra sta implodendo

La minoranza consiliare ovviamente sta in platea e guarda la maggioranza che fa tutto da sola. Uno show nel quale Rocca rischia di far tenerezza e per questo i commenti dell’opposizione investono principalmente il centrodestra nel suo complesso e continuano a mettere in secondo piano l’incolpevole presidente. “La crisi del centrodestra sta diventando una barzelletta – attacca il dem Massimiliano Valeriani -, da mesi è tutto fermo per qualche posto in più da redistribuire in una maggioranza affamata solo di potere ma sprovvista di un disegno politico e senza anima. Rocca ci sei? Un consiglio non richiesto: liberateci da questa orribile sceneggiata e torniamo a dare la parola ai cittadini”. Secondo Alessio D’Amato (Azione), “la maggioranza di centrodestra implode e non è in grado di far partire i lavori della commissione bilancio, dimostrandosi totalmente inadeguata a governare. Rocca fa una pessima figura, nonostante le rassicurazioni pubbliche e l’apertura di credito ricevuta in Aula, è incapace di chiudere una crisi politica che da mesi blocca la Regione e dilania i rapporti nella maggioranza. Sono dilettanti allo sbaraglio”. Adriano Zuccalà, capogruppo M5S attacca: “È inaccettabile ascoltare le dichiarazioni del Presidente Rocca sulle offerte fatte ai partiti per risolvere la crisi della sua maggioranza che tiene in stallo la Regione da mesi. Caro Presidente, non siamo al mercato, per noi esiste solo la politica della proposta e non dell’offerta. La crisi è più lontana che mai dall’essere superata e i cittadini sono gli unici a pagare questo gioco al massacro”. Secondo Claudio Marotta, capogruppo di Verdi e Sinistra, “una cosa è certa: questa destra è sotto scacco delle guerre intestine e quindi non governa, non tutela, non amministra. Semplicemente, occupa posizioni, dimenticando le vere priorità dei cittadini. Come opposizione, comprendiamo bene la nostra responsabilità: proteggere gli interessi proprio dei cittadini da una giunta che si dimostra incapace e opaca, priva di trasparenza e responsabilità nella gestione del potere”. I consiglieri regionali di Italia Viva Marietta Tidei e Luciano Nobili parlano di “spettacolo inaccettabile, che vede consigli rinviati di settimana in settimana, assessori che non si presentano in Giunta, annunci quotidiani di richieste di poltrone e deleghe, con un’assoluta mancanza di rispetto istituzionale ed etico nei confronti del ruolo che i cittadini ci hanno chiamato a ricoprire. Di fronte a tale situazione di ingovernabilità, anche alla luce dei numerosi e reiterati tentativi di ricomposizione andati finora a vuoto, è tempo che il presidente Rocca ne tragga le dovute conseguenze”. Ora attenzione puntata sulla seduta consiliare di domani.

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Stefano Di Scanno
Stefano Di Scanno
Giornalista Professionista

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