“È in corso una paziente tessitura che non può avere una ricaduta negativa sulle istituzioni. Ho avuto rassicurazioni che così non sarà. Comunque non si verificheranno ulteriori stop a questa attività consiliare. La volontà dei partiti della coalizione è di marciare compatti. Ci sono impegni importanti che io sono consapevole di dover mantenere”: Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, ha mostrato sicurezza sulla tenuta della maggioranza, al di là delle fibrillazioni che da tre mesi circa sono collegate alla richiesta di Forza Italia di “maggiore visibilità”.
Il week end che avrebbe dovuto vedere i coordinatori di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati, Lista Rocca e Udc trovare una sintesi – in termini di riassetto di deleghe o di rimpasto in giunta – si è concluso con l’ennesima fumata nera, nonostante il confronto a tappe forzate teso proprio ad evitare che Rocca giungesse alla Pisana senza una soluzione da annunciare. Ma così poi è stato. Senza poter dire sulla crisi irrisolta, il presidente della Regione ha comunque risposto ai temi sollevati dall’opposizione nel dibattito che ha preceduto il suo intervento. In molti dalla minoranza hanno chiesto a Rocca di non assistere passivamente al confronto – che pare senza uscita – dei partiti sulle poltrone, sulle deleghe e sugli enti intermedi da ridistribuire. Ma di prendere l’iniziativa anche politica della sua maggioranza. Secondo Mario Ciarla (Pd) “la situazione politica alla Regione Lazio è grave ma non seria. Quello che è grave è che le istituzioni sono di tutti e non potete sequestrarle. I cittadini hanno dato un mandato a governare e non a comandare. Credo che sia ora per la maggioranza di chiudere questa crisi. Faccia il capo politico della maggioranza, credo che lei dovrebbe svolgere a pieno il ruolo di presidente e nominare una persona alla sanità di sua fiducia”.
L’opposizione “salva” il presidente: lei, accerchiato da “pescecani”
Marietta Tidei (Italia Viva) ha affermato che “questa discussione che arriva oggi è tardiva. Ma lei, presidente, avrebbe dovuto sentire il dovere di venire in quest’aula un po’ prima. Dopo 3 mesi di crisi, il capo politico della maggioranza non può dire che i partiti gli faranno sapere. (…) Sono cose che in genere si verificano alla fine di un percorso, al secondo mandato quando si deve decidere chi sarà il futuro presidente. Invece, dopo un anno e mezzo, abbiamo assistito non solo allo svilimento del ruolo del presidente ma anche ad una giunta che nella gran parte degli assessori non ha proferito parole in questa aula”.
Alessio D’Amato (Azione) ha sostenuto di non ricordare “una maggioranza con numeri così ampi ed un così veloce logoramento. Il presidente decida se il tema sono le delghe o l’assessorato, nell’interesse dei cittadini della Regione. La cosa più negativa è assistere e non assumere le decisioni”.
Massimiliano Valeriani (Pd) ha chiosato: “La osservo con simpatia, accerchiato com’è da questi pescecani della prima repubblica. Spero che lei con la politica riesca a superare questa cirisi difficile. Di certo non è possibile scaricare sulle società regionali i conflitti della maggioranza. Il caso Cotral, grida vendetta”.
Eleonora Mattia (Pd) ha parlato senza mezzi termini di “presidente messo sotto scacco dalle divisioni della sua maggioranza. Non c’è niente di onorevole e dignitoso in quanto sta succedendo in quest’aula. Non ceda ai ricatti ma li racconti in questa aula, altrimenti si dimetta e dia di nuovo la parola alle elettirci ed agli elettori del Lazio”. Salvatore La Penna (Pd) ha detto di non credere “che la trattativa che i partiti del centrodestra stanno facedo in sé sia il problema più grande, ma lo è l’effetto che comunque sta delegittimando questa istituzione”.
Simeoni: Fi non farà mancare il sostegno, bisogna vedere quale
Il capogruppo di Forza Italia, Giorgio Simeoni ha cercato di sminuire gli effetti della crisi sull’attività amministrativa e di ribadire che, comunque, gli azzurri resteranno a sostenere il presidente eletto. Ha però sottolineato: “Bisogna vedere la modalità in cui saremo nell’appoggiare Rocca”. Lasciando intendere che la soluzione peggiore – del supporto esterno – non è ancora esclusa, in caso di mancato accogliemnto delle richieste forziste.
“Il presidente Rocca ha la nostra totale fiducia, gli riconosciamo i meriti. Come per la fortissima assunzione di responsabilità assumendo su di se la delega alla sanità. (…) Oggi il Consiglio può fare il suo percorso. Abbiamo un programma che può consentirci di fare tutto. (…) Alla fine dovranno prevalere le ragioni che ci uniscono. Deve prevalere il buonsenso. Non è come Cartaginese – ha affondato riferendosi all’unico consigliere rimasto al Carroccio -, abbiamo una presenza maggiore. Sono cambiati un po’ i numeri. Siamo certi che i nostri alleati lo comprenderanno”. Daniele Sabatini (FdI) ha contestato le accuse giunte dall’opposizione su giunta bloccata, inattività e stagnazione. “Dei 71 giorni famosi di presunto stop, togliendo il periodo estivo e, come sempre è stato, il periodo di lavoro sul provvedimento di bilancio, ne restano 19 compresi sabato e domeniche. Sì, c’è stato un piccolo rallentamento ma se tutto va a circoscriversi in questi tempi, anche questo va considerato il prezzo della democrazia. Siamo una coalizione che discute e arriva al punto della definizione. E’ faticoso ma siamo qui anche per questo”.
Il governatore: i partiti trovino una soluzione o deciderò io il da farsi
Franco e solido il discorso di Rocca che non si è scomposto nel replicare alle critiche. Ma ha chiesto prima di tutto una narrazione che non sia tossica quando vengono descritte le decisioni regionali. Un riferimento diretto al commissariamento delle Asl del Lazio, in cui qualcuno ha visto un voler conservare posti liberi utili a chiudere il cerchio della trattativa politica in corso. Oppure all’inserimento nei Recup degli esami e delle visite della sanità privata, che rappresenta – secondo il governatore – un’operazione di trasparenza sottraendo all’oscurità prestazioni che la Regione un tempo pagava ma non governava. E che oggi sono alla luce del sole. Oppure sull’autonomia differenziata: sulla quale il presidente ha detto chiaramente di voler vedere prima i Lep (livelli essenziali di prestazioni) ma di non accettare una partenza che veda in affanno il Lazio rispetto ad altre regioni italiane. Sui rifiuti ha annunciato che il fatto che i territori non intendano indicare i siti per realizzare le discariche provinciali lo costringeranno ad agire “manu militari”. Quindi anche la provincia di Frosinone dovrà attendersi che la Regione stabilisca d’imperio se riaprire Roccasecca – soluzione che resta nonostante tutti i problemi tecnici e giudiziari la più probabile – oppure scegliere un’altra localizzazione. Anche sui Dg Asl, si insedierà al commissione per le nomine che arriveranno entro l’anno. Ma torneremo nel dettaglio sulle parole del presidente.
Quanto al piano politico Rocca ha concluso: “La giunta non si è mai fermata. C’è una verifica in corso e non mi sento caporale di giornata, ho detto ai partiti: trovate la soluzione. Invito a trovare una composizione interna e, se non sarà trovata, assumerò i miei provvedimenti. I colleghi di Forza Italia non hanno intenzione di bloccare il lavoro amministrativo. C’è un dialogo perché non siamo una caserma. E comunque essere il capo politico – ha tirato le somme riferendosi a se stesso – non vuol dire che si fa quello che dico io in ogni caso”. Il discorso è chiaro, come pure l’avvertimento ai coordinatori che la misura della sopportazione potrebbe colmarsi molto presto.