Tutti li vogliono, convinti che rappresentino elezione sicura. E, stando ai sondaggi, probabilmente, sarà così. Sono gli ambitissimi ‘collegi uninominali’ che agitano il sonno di chi aspira a Camera e Senato. Eppure sono terra sconosciuta, perché ridisegnati con il decreto legislativo 177 del 2020: ridotti di numero rispetto al passato e decisamente più ampi, sono comunque ritenuti un porto sicuro almeno per il ‘Lazio 2’. Nel clima di tensione che caratterizza le attuali coalizioni, non è facile per nessuno degli schieramenti assegnarli.
E se nel centrosinistra, ad esempio, c’è il problema delle nuove alleanze volute da Enrico Letta, così come le solite pretese dei big romani, senza tralasciare la possibilità di pescare tra esponenti di alto profilo, nel centrodestra, dato che dovranno essere spartiti in base ai sondaggi, che premiano soprattutto Fratelli d’Italia, la questione appare più complessa. Non sarà facile, pertanto, comporre uno schema che vada bene a Meloni e Salvini, che salvi capra e cavoli, comprese le rivendicazioni di Forza Italia e dei cosiddetti centristi moderati.
La situazione tra Ciociaria e Pontino
Al di là dei tatticismi di queste ore, e dello scontro in corso nelle segreterie nazionali, stando ai rumors politici, appare quasi scontata la riconferma per il senatore Massimo Ruspandini. Ma non è detto che sia al Senato. A rivendicare il collegio blindato che porta a Palazzo Madama è Claudio Fazzone. Il parlamentare pontino ha rimarcato, a più riprese, che quel feudo elettorale compete a lui. Per l’onorevole di Ceccano, quindi, si potrebbe aprire un paracadute per la Camera. Nel piatto, però, c’è anche un secondo posto per i meloniani. Ci punta, con decisione, Nicola Calandrini. Anche se ad ostacolarlo sono diversi esponenti pontini di Fdi, che non vedono proprio di buon occhio la ricandidatura del senatore. In palio, infine, un ulteriore posto al sole. Ed è quello che rivendicano Lega e centristi, compreso Cambiamo. I nomi che circolano sono quelli di Nicola Ottaviani e Mario Abbruzzese. Il pericolo, però, per entrambi, è nell’accordo che potrebbero stilare Salvini, Toti Berlusconi e Meloni sui collegi blindati del nord. E che potrebbe favorire l’uno a scapito dell’altro. Entrambi, da giorni, ‘viaggiano’ a fari spenti per spuntare un posto sicuro.
Tutto, comunque, sarà chiaro già a partire dalle prossime settimane. Perché, tra rassicurazioni e frenate, il tempo stringe. Il 21 agosto è come dire ‘domani’.