Verbali dei confronti col sindaco non sottoscritti da qualche consigliere e capogruppo, un fronte del “no” non proprio esiguo rispetto alla possibilità di allargare la maggioranza a 4 consiglieri di minoranza, una realtà sempre più articolata che vede una coalizione percorsa da distanziamenti e differenziazioni interne agli stessi gruppi consiliari: il sindaco del capoluogo Riccardo Mastrangeli corre verso la conclusione della sua verifica di maggioranza con la consapevolezza che un gesto sbagliato, o comunque non compreso, potrebbe diventare l’anticamera del voto anticipato. Ma vediamo quel che è trapelato fino ad oggi.
Divieto netto al Polo Civico, un “ni” a Lista Marzi e Lista Marini
Innanzitutto la posizione singolare di Fratelli d’Italia e di Fabio Tagliaferri, già assessore ed ora nuovo presidente e amministratore delegato di Ales, che ha espresso un diniego netto all’ingresso in giunta dei due consiglieri Caparrelli e Campagiorni del Polo Civico, formazione passata dal centrodestra al centrosinistra e fondata e coordinata da Gianfranco Pizzutelli, oggi presidente Asp Ceprano grazie a Zingaretti (che aveva giurato nelle scorse settimane: «Il Polo Civico non ha alcuna esigenza di entrare in maggioranza. Non l’abbiamo mai chiesto e nessuno ce l’ha chiesto. Francamente mi sembra un dibattito surreale»). Tuttavia la stessa fermezza Tagliaferri non l’avrebbe mostrata, facendo trapelare disponibilità, al passaggio nella coalizione di governo di Carlo Gagliardi (Lista Marzi) e di Andrea Turriziani (Lista Marini). Insomma con esponenti di area dem i fratelli meloniani potrebbero pure discutere e andare avanti insieme. Come del resto è accaduto platealmente alle comunali di Veroli e “carsicamente” a quelle di Cassino. Sergio Crescenzi, da parte sua, ha assunto una posizione autonoma e potrebbe essere individuato come consigliere delegato all’area cimiteriale e ad alcune manutenzioni.
Mastrangeli sfoglia la “margherita”: rimpastino o azzeramento deleghe?
Le asprezze arrivano dalla stessa lista del sindaco dove Anselmo Pizzutelli e Francesco Pallone hanno evitato di sottoscrivere il verbale dell’incontro col primo cittadino. Pizzutelli, da parte sua, ha ribadito quel che il “gruppo dei cinque” – lui stesso oltre a Maria Antonietta Mirabella (Lista Mastrangeli), Giovanni Bortone (Lega), Maurizio Scaccia (Forza Italia) e Pasquale Cirillo (Frosinone Capoluogo – Fi) -sostiene da settimane e che cioè si deve andare dritti ad un azzeramento delle deleghe ed alla redazione e sottoscrizione di un programma di governo di fine legislatura. Solo dopo il sindaco dovrebbe poter procedere alla nomina della nuova giunta comunale. Anche in Forza Italia sta prevalendo la linea dell’azzeramento col ritiro di tutte le deleghe ma si discute sul da farsi anche in riferimento ad una posizione non convergente dell’assessore al Bilancio, Adriano Piacentini. Nella lista Ottaviani in traiettoria sempre meno vicina al primo cittadino sembrano muoversi, seppur con grande discrezione, Teresa Petricca e Giovambattista Martino. Pasquale Cirillo, che ha sottoscritto un patto federativo con Forza Italia restando capogruppo di Frosinone Capoluogo, ha sempre espresso la posizione più critica sia sul piano politico che amministrativo ed al momento non è stato convocato da Mastrangeli. Le consultazioni dovrebbero concludersi nella giornata di mercoledì. Ma visto il tempo già trascorso senza eccessive tensioni fino ad oggi, non è detto che qualche giorno in più non possa essere utile al primo cittadino. La margherita da sfogliare è sempre la stessa: rimpasto o azzeramento? Cambiare un paio di assessori o mandare tutti a casa senza deleghe?
Intanto in commissione Lavori Pubblici arrivano altri debiti fuori bilancio
Intanto per il 25 giugno è stata convocata la commissione Lavori pubblici di cui fanno parte il presidente Sergio Crescenzi, Sergio Verrelli, Carlo Gagliardi, Maurizio Scaccia, Francesca Campagiorni e l’assessore Angelo Retrosi. Si discuterà delle pratiche relative al riconoscimento di tre debiti fuori bilancio sulla base di un atto di precetto, di una sentenza del giudice di pace e di una sentenza del tribunale ordinario di Roma. Per la serie che le sorprese finanziarie (negative) non finiscono mai.